Addio a Guy Ligier, rugbista, pilota e costruttore di sogni

All’età di 85 anni se ne è andato un altro monumento dell’automobilismo

Guy Ligier ripreso il 26 Aprile 1970 sul circuito di Montlhery, dopo essersi ritirato con la sua vettura Ligier JS 3 (foto credit: Profimedia, AFP)
Guy Ligier ripreso il 26 Aprile 1970 sul circuito di Montlhery, dopo essersi ritirato con la sua vettura Ligier JS 3 (foto credit: Profimedia, AFP)

Un altro grande dell’automobilismo e della F1 ci ha lasciati oggi: Guy Ligier è morto all’età di 85 anni, nello stesso giorno in cui nel 1987 un suo pupillo, Didier Pironi, perse la vita in una gara di motonautica. 

Prima di darsi al motorismo, fu vogò nel canottaggio e giocò a rugby nel Vichy, città in cui era nato il 12 Luglio 1930. Poi pilota di moto e auto, guidì in F1 in 12 gare, con un ottavo posto come miglior risultato nel GP di Germania del 1967.

Smise di correre alla morte dell’amico Jo Schlesser e decise di affrontare l’avventura in F1 dal 1976 prima con Jacques Laffitte, poi dal 1979 anche con una seconda monoposto per Patrick Depailler.

Le Ligier hanno sempre avuto un grande supporto dalle aziende francesi (Gitanes, Elf, Renault, Loto) e , in particolare, da François Mitterand, amico personale del costruttore francese, industriale pioniere anche delle vetturette guidabili prima dei 18 anni, arrivate in Italia con il ritardo caratteristico del nostro Paese.

Mantenne in vita il team sino alla vendita ad Alain Prost. La prima vittoria con Laffitte era avvenuta in Svezia nel 1977.

Le sue monoposto sono sempre state considerate tra le più solide e veloci, ma solo nel biennio 79/80 furono in grado di lottare per il titolo mondiale con Laffitte, che disse addio ai sogni di gloria a Monza nell’80, piegando una valvola del motore con una sfollata in un cambio di marcia.

Di recente il nome di Ligier era tornato a circolare non solo con lo sviluppo del business legato alle vetturette, ma anche con la Lmp2 per l’endurance, che preconizzava il sogno di tornare in pista con un prototipo della categoria P1. 

Ci piace immaginarlo ora impegnato in una discussione con il ‘Duca’ – Gérard Ducarouge – magari commentando quanto accaduto oggi sul circuito di Spa-Francorchamps. E se così è, il capannello attorno a Ligier e a Ducarouge sarà affollato di colleghi e appassionati, oggi uniti nell’Infinito…

Ciao Guy, grazie di tutto.

(ha collaborato JH) © RIPRODUZIONE RISERVATA

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