Allarme ‘Febbre del Nilo’ in Pianura Padana: altri sette casi in poche ore

In provincia di Modena registrati altri cinque infetti, nel Lodigiano in totale sono quattro le persone con la patologia importata dall’Egitto e trasmessa dalle zanzare: i due mostrano evidenti segni di encefalite e sono in gravi condizioni. La patologia può essere confusa come una normale influenza, ma se non diagnosticata e curata con adeguata terapia può diventare mortale

20150828-mosquitos-west-nile-disease-655x430


Milano – La febbre del Nilo trasmessa dalle zanzare colpisce anche la provincia di Modena. Nelle ultime 2 settimane sono stati registrati i primi 5 casi del 2015, di cui 4 di malattia neuro-invasiva e uno con sintomatologia più lieve. Lo riferisce l’azienda sanitaria locale, precisando che in base agli esami di laboratorio 2 casi sono stati classificati come confermati e 3 come probabili.

Due pazienti sono ancora ricoverati all’Ospedale Ramazzini di Carpi, mentre gli altri tre sono già stati dimessi. Tutte le persone infettate risiedono nell’area Nord del modenese: tre a Carpi, uno a Novi e uno a Concordia.

Il sistema di sorveglianza, attivo da maggio – sottolinea l’Ausl di Modena – ha rilevato una circolazione del virus in zanzare comuni nelle province di Bologna, Ferrara, Piacenza, Reggio Emilia, Parma e anche a Modena. Proseguono quindi i controlli previsti dal Piano regionale e sono state attivate le misure di sicurezza del caso. “È importante che i cittadini continuino ad adottare misure di protezione dalle punture di zanzara – raccomanda l’Ausl – per impedire la possibilità, pur non frequente, di essere infettati dal virus“.

Nel Lodigiano invece sono altri due i casi di acclarata infezione da Febbre del Nilo e riguardano due uomini, ricoverati  in ospedale tra Lodi e Sant’Angelo Lodigiano con febbre molto alta, forte cefalea, dolori articolari diffusi e decisa riduzione della lucidità. In totale in provincia di Lodi sono ora quattro le persone colpite dalla West Nile Disease.

I due nuovi pazienti sono entrambi in condizioni gravissime con sintomi chiari dell’encefalite: hanno 69 e 79 anni e risiedono nel Lodigiano e nella Bassa pavese. Uno dei due si trova in rianimazione a Lodi, l’altro è ricoverato in isolamento all’Ospedale di Sant’Angelo Lodigiano

Altri casi sono stati registrati – oltre che nel Lodigiano e nel Modenese – anche a Pavia, Cremona e Mantova. 

L’Ausl di Modena ricorda che da alcuni anni la Regione Emilia-Romagna ha attivato un sistema di sorveglianza sulla circolazione del virus responsabile della West Nile DiseaseL’agente infettivo viene cercato negli uccelli e nelle zanzare con metodi di laboratorio altamente specializzati. Inoltre, nel periodo primaverile ed estivo i reparti ospedalieri che ricoverano persone con determinate manifestazioni neurologiche eseguono test di laboratorio per accertare o escludere la diagnosi di febbre del Nilo. In base al livello di rischio, Regione, Comuni e aziende Usl provvedono ad attivare le misure preventive.

La maggior parte delle persone infette dall’agente patogeno della febbre del Nilo non mostra alcun sintomo, ricorda l’Ausl modenese. Circa il 20% presenta sintomi leggeri (febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati, manifestazioni cutanee), che possono durare pochi giorni, in rari casi qualche settimana, e possono variare molto a seconda dell’età.

I sintomi più gravi (malattia neuroinvasiva) si presentano in media in meno dell’1% delle persone infette (una su 150) e comprendono febbre alta, forti cefalee, debolezza muscolare e problemi neurologici. Nei casi più gravi (circa uno su mille) il virus può causare un’encefalite letale o esiti permanenti. La forma seria della malattia interessa principalmente le persone anziane o con ridotta efficienza del sistema immunitario. Se non diagnosticata e curata con idonea terapia può portare a encefalite ed evolvere in coma e successivo decesso. 

(Credit: Adnkronos) © RIPRODUZIONE RISERVATA

Se hai gradito questo articolo, clicca per favore “Mi piace” sulla pagina Facebook di The Horsemoon Post (raggiungibile qui), dove potrai commentare e suggerirci ulteriori approfondimenti. Puoi seguirci anche su Twitter (qui) Grazie in anticipo!


Save the Children Italia Onlus