Coalizione contro Isis: Australia condurrà raid anche in Siria. Porte aperte a 12mila profughi: priorità a minoranze

Il premier australiano Tony Abbott ha annunciato l’estensione dell’impegno della RAAF oltre le zone dell’Iraq settentrionale contro le postazioni jihadiste. “Accoglieremo altri  12.000 profughi”, ma avranno priorità le popolazioni perseguitate per motivi religiosi (cristiani e yazidi in primis)

F18/A "Hornet" della Royal Australian Air Force (RAAF) impegnati nell'operazione di rifornimento in volo sul Golfo Arabico/Persico (foto Russia Today)
F18/A “Hornet” della Royal Australian Air Force (RAAF) impegnati nell’operazione di rifornimento in volo sul Golfo Arabico/Persico (foto Russia Today)

Canberra – L’Australia si avvia a estendere la partecipazione alle incursioni della Coalizione Internazionale contro l’Isis e, rompendo gli indugi,  dopo Francia e Gran Bretagna, ha deciso di partecipare ai bombardamenti aerei contro le milizie jihadiste anche in Siria, dopo che dallo scorso anno martella le postazioni del sedicente Stato Islamico in Iraq.

Lo ha annunciato il premier Tony Abbott, il quale ha aggiunto che l’Australia accoglierà altri 12.000 profughi siriani, in aggiunta ai 13.750 rifugiati già ospitati nel Paese. Una risposta alle polemiche sollevate dalla supposta scarsa generosità di Canberra (l’Australia ha 23,13 milioni di abitanti, fonte World Bank 2013, ndr).

Abbott ha anche spiegato che l’Australia aprirà le porte dell’accoglienza anzitutto alle minoranze etniche e religiose, cristiani in primis, al momento ospitate nei campi profughi di Giordania, Libano e Turchia. Il premier australiano ha chiarito anche di aver accolto una specifica richiesta degli Usa per partecipare ai raid contro l’Isis in Siria.

Canberra finora ha dispiegato sei caccia-bombardieri F-18/A “Hornet” e due aerei di riformimento in volo della RAAF (Royal Australian Air Force), con la missione di bombardare i jihadisti islamisti del sedicente Stato Islamico nel nord dell’Iraq.

Tuttavia non è previsto l’invio di altri velivoli in Medio Oriente e la stessa task force si occuperà di colpire gli obiettivi jihadisti anche in Siria. “Distruggere questo culto della morte è essenziale, non solo per porre fine alla crisi umanitaria in Medio Oriente ma anche per farla finita con la minaccia (rappresentata dall’Isis, ndr) all’Australia e al mondo“, sono state le parole chiare di Abbott.

L’Australia fronteggia un pericolo jihad interno con risolutezza e senza alcun infingimenti.

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