Ora è ufficiale. La Casa Bianca conferma il riavvicinamento con la Russia sulla Siria

Anche le parole sul presidente siriano segnano un cambio di strategia: da “se ne deve andare subito” a “un accordo politico riteniamo non possa essere raggiunto con la presenza prolungata di Assad”. Per il portavoce del presidente Obama, Josh Earnest, gli Stati Uniti rimangono “aperti per un confronto pratico e tattico”. Damasco accetta la ‘road map’ di De Mistura e apre a colloqui a Ginevra con l’opposizione laica

Stati Uniti e Russia stanno per tornare a parlarsi sulla Siria, ma forse anche su altri temi dell'agenda internazionale (foto di repertorio)
Stati Uniti e Russia stanno per tornare a parlarsi sulla Siria, ma forse anche su altri temi dell’agenda internazionale (foto di repertorio)

Washington – Gli Usa aprono alla Russia per colloqui sulla Siria. Lo ha reso noto la Casa Bianca con una dichiarazione del portavoce Josh Earnest, il quale ha affermato che gli Stati Uniti rimangono “aperti per un confronto pratico e tattico” con la Russia per la lotta contro l’Isis in Siria.

La Russia ha inviato in Siria truppe e armi attraverso un ponte aereo che ha attraversato lo spazio aereo greco e quello iraniano, ma l’apertura del presidente Obama segna un cambio di prospettiva e di strategia, perché si auspica che le consultazioni a livello militare con la Russia sulla Siria siano celeri se segnino un avvicinamento anche su altri scenari.

Da Mosca, il ministro degli Esteri russo, Serghej Lavrov, ha fatto sapere che la Russia è pronta ai colloqui: “siamo pronti”, ha detto inequivocabilmente il capo della diplomazia di Mosca. Sarebbe la vittoria del realismo e la prospettiva di una strategia win-win teso a stabilizzare il Medio Oriente e a rassicurare tutti in una prospettiva di cooperazione e non di scontro.

Dal Dipartimento di Stato Kerry è stato altrettanto chiaro: “il presidente ritiene che consultazioni mil-to-mil siano un importante prossimo passo e si augura che avvengano prima possibile e aiutino a definire alcune delle diverse opzioni sul terreno secondo noi percorribili e che consideriamo il prossimo passo in Siria”, ha detto il segretario di Stato americano, in occasione dell’incontro del proprio omologo degli Emirati Arabi Uniti, Abdullah bin Zayed.

Kerry infatti ha posto il tema principale sul tavolo di uno scenario che muta ogni giorno e che non si può risolvere unilateralmente. “Il nostro obiettivo – ha affermato – rimangono la distruzione dell’Isis e anche un accordo politico, che riteniamo non possa essere raggiunto con la presenza prolungata di Assad“. “Stiamo cercando strade – ha osservato – per un terreno comune“.

Un cambio di passo anche nelle parole, perché si è passati dal rendere ineludibile l’uscita di scena di Assad a una prospettiva di graduale disimpegno del presidente della Siria in un’ottica di garanzie politiche e di transizione guidata da un nuovo scenario di cooperazione Usa (e NATO)-Russia.

Immediata la risposta di Mosca: “non abbiamo mai rifiutato il dialogo con gli Stai Uniti“, ha assicurato la portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova. “Siamo aperti al momento su tutte le questioni di mutuo interesse, compresa la Siria“. Che tradotto dal diplomatese significa: “è ora di chiudere lo scontro Usa-Russia e di aprire una nuova pagina di cooperazione, a partire dalla Siria (e dal Medio Oriente) per poi passare all’Ucraina”.

Tuttavia, la Russia valuterà l’invio di truppe in Siria, se richiesto da Damasco. “Se ci sarà una richiesta, nel quadro del dialogo bilaterale, ovviamente sarà studiata e discussa”, ha spiegato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, precisando che “al momento è difficile parlare in maniera ipotetica”.

Il ministro degli Esteri siriano, Walid al-Muallim, ha affermato: “se avremo bisogno di forze russe le chiederemo”. Il capo della diplomazia di Damasco ha però smentito la presenza di truppe russe sul territorio siriano, ma non ha negato che in futuro possano arrivare soldati da Mosca “in quanto potremmo chiedere ai militari russi di combattere con i nostri in caso di bisogno” perché “c’è differenza tra la presenza russa sul terreno e l’invio di armi e addestratori”. Anche in questo caso il tono delle parole fa trasparire l’apertura di scenari inediti, almeno finora ritenuti tali.

Infatti il governo siriano ha accettato di “andare avanti” con il piano dell’inviato speciale dell’Onu, Staffan de Mistura, per mettere fine al conflitto che si protrae da più di quattro anni. Lo ha riferito una fonte siriana vicina ai negoziati, che ha spiegato come le autorità di Damasco hanno dato il ‘via libera‘ alla proposta del mediatore dell’Onu, che ieri ha concluso una visita di due giorni nella capitale siriana.

Ieri De Mistura ha incontrato il ministro degli Esteri, Walid al-Muallim, e – a differenza delle altre occasioni – non aveva visto il presidente Assad. Durante l’incontro con al-Muallim, il ministro ha comunicato a De Mistura che la Siria è disposta a inviare una delegazione a Ginevra nelle prossime settimane, “possibilmente nella prima settimana di ottobre”, per iniziare colloqui di pace con l’opposizione laica alla presenza degli osservatori internazionali. La delegazione si dividerebbe in quattro gruppi, secondo la proposta di De Mistura, che ha suggerito che ognuno affronti un tema distinto (a cominciare dal terrorismo e dal processo politico).

L’ultima volta che il governo e l’opposizione siriana si erano seduti allo stesso tavolo dei negoziati era stato nel febbraio 2014 a Ginevra, dove si erano svolte due ‘conferenze’, concluse entrambe senza risultato, né avvicinamento tra le parti.

Da allora, Damasco aveva rifiutato di riprendere i negoziati nella città elvetica fino a quando non si risolvesse la preoccupazione principale: la lotta contro il jihadismo dell’Isis e di al-Nusra.

Alla fine di luglio le Nazioni Unite hanno lanciato lanciato una proposta per aprire un nuovo processo, accettato con riserva dalla principale alleanza all’opposizione, la Coalizione Nazionale Siriana, mentre l’esecutivo siriano non si era ancora pronunciato.

La svolta di Damasco ha però una ben determinata matrice. Lo ha svelato una fonte siriana vicino ai negoziati, secondo cui Mosca avrebbe consigliato Damasco di accettare il ‘Piano De Mistura’ di pari passo all’invio degli aiuti militari, il cui arrivo in Siria è iniziato dalla scorsa settimana. 

(Credit: AGI) © RIPRODUZIONE RISERVATA

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