Siria, Russia avvia campagna di bombardamenti contro l’Isis: rispettato l’articolo 51 della Carta ONU

Il presidente Putin ha dato il via all’operazione contro in nazismo islamista del sedicente Stato Islamico dopo aver ottenuto l’autorizzazione del Consiglio Federale, la camera alta del Parlamento russo. Intervento interinale che rispetta il diritto internazionale e la Carta delle Nazioni Unite. Ora il Consiglio di Sicurezza ha l’obbligo di affrontare (ma non di risolvere) l’impasse, perché l’aviazione russa è intervenuta dopo la richiesta di aiuto del governo legittimo della Siria (internazionalmente riconosciuto)


Mosca – La VVS (Voenno-vozdušnye sily Rossijskoj Federacii, Aviazione Militare della Federazione Russa) ha dato inizio alla campagna di bombardamenti contro le milizie jihadiste del sedicente Stato Islamico dell’Iraq e di al-Sham (ISIS).

Lo rivelano fonti dell’Amministrazione Obama, con intento di puntare il dito contro l’avventurismo russo, ma il risultato è del tutto contrario.

Il Consiglio della Federazione Russa (Sovet Federatsii), la camera alta dell’Assemblea Federale Russia, aveva dato questa mattina il via libera all’operazione militare per cui il presidente Vladimir Putin aveva chiesto regolare beneplacet parlamentare per dare copertura legale piena (e indiscutibile) alla richiesta di aiuto militare proveniente dal governo legittimo della Siria (riconosciuto tale internazionalmente), presieduto da Bashar al-Assad. Una richiesta confermata da Damasco, che ha sottolineato come gli aiuti militari forniti siano stati espressamente richiesti dal presidente siriano a quello russo con “un’apposita lettera”.

Qualunque incremento nel sostegno militare russo alla Siria è avvenuto, e sta avvenendo“, si puntualizza nella nota ufficiale della presidenza della Repubblica siriana, “come risultato di una richiesta formulata dallo Stato siriano“. Una precisazione importante, perché è fondamentale per definire “legittima” l’azione russa sul territorio siriano, a differenza di quelle effettuate dalle forze militari della Coalizione Internazionale contro l’ISIS a guida statunitense. Operazioni che sono state e sono ‘tollerate’ dal governo siriano, ma non hanno il suggello della legittimità legale, perché non rispettano l’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite, che recita:

“Nessuna disposizione del presente Statuto pregiudica il diritto naturale di autotutela individuale o collettiva, nel caso che abbia luogo un attacco armato contro un Membro delle Nazioni Unite, fintantoché il Consiglio di Sicurezza non abbia preso le misure necessarie per mantenere la pace e la sicurezza internazionale. Le misure prese da Membri nell’esercizio di questo diritto di autotutela sono immediatamente portate a conoscenza del Consiglio di Sicurezza e non pregiudicano in alcun modo il potere e il compito spettanti, secondo il presente Statuto, al Consiglio di Sicurezza, di intraprendere in qualsiasi momento quell’azione che esso ritenga necessaria per mantenere o ristabilire la pace e la sicurezza internazionale.”

La scelta dello strumento aereo è del tutto coerente con questa disposizione fondamentale in tema di autodifesa individuale o collettiva. “L’utilizzo di Forze Armate sul territorio di un Paese terzo è possibile unicamente in forza di una risoluzione delle Nazioni Unite o su domanda del governo legittimo di tale Paese“, ha infatti ricordato Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino. “In questo caso, la Russia sarà di fatto il solo Stato ad agire su basi legittime“, ha sottolineato ancora Peskov, che ha rimarcato il fatto che l’azione è stata avviata “dietro richiesta del presidente della Siria”.

BOMBARDAMENTI, POI NOTIFICA ALL’ONU – La risposta a una richiesta di aiuto, pienamente legittima in ossequio al diritto fondamentale di autodifesa esistente in capo ad ogni Stato ‘legittimo’ è però la prima parte di una procedura complessa, perché dopo le prime azioni di bombardamento contro ‘i terroristi’ (come i russi definiscono i jihadisti islamici, ndr) la Russia dovrà notificare al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite la risposta alla richiesta di aiuto proveniente dal governo siriano e, di conseguenza, il CdS dovrà agire per impedire che un movimento insurrezionale razzista, settario e ispiratore di crimini contro l’Umanità possa impadronirsi del territorio di uno Stato.

CONSIGLIO FEDERALE RUSSO: OK A INTERVENTO IN SIRIA – Questa mattina, il ‘senato’ russo aveva approvato all’unanimità l’impiego di forze militari all’estero” per intervenire in difesa del governo siriano. Sul tema Peskov aveva precisato che lo scopo delle future operazioni (avviate in effetti poco dopo, nde) sarà di “aiutare Assad” e “lottare contro il terrorismo“. Su ‘quando’ le operazioni sarebbero iniziate, Peskov aveva risposto in modo netto: “non posso rispondere, si tratta di informazioni riservate”, precisando però che il presidente Putin al momento “non ha in programma di rivolgere alcun discorso speciale alla Nazione” sull’intervento.

E che l’Occidente debba sperare nell’intervento russo contro i barbari dell’ISIS è il segno di una crisi di leadership americana, che in Siria agisce unilateralmente e senza alcun appiglio giuridico internazionale.

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