Marino verso le dimissioni. Esposito: “Fine inevitabile”. Il Festival delle Facce Toste sta per iniziare…

Lo scandalo delle spese non congruenti e per le quali Marino ha offerto il rimborso al Comune non può passare inosservato. Il PD cerca di salvarsi facendolo dimettere prima dell’emissione di un avviso di garanzia per peculato d’uso. Una pagliacciata

Roma – Si rincorrono dalla scorsa notte a Roma le voci di dimissioni di Ignazio Marino, sindaco di Roma alle prese con lo scandalo delle spese non giustificate effettuate con la carta di credito del Comune, ma in qualche caso clamoroso riconducibili a spese personali.

Evidenza rafforzata dopo la pubblicazione online degli scontrini del Campidoglio.  Secondo indiscrezioni, che hanno trovato ampie conferme, il sindaco si dimetterà oggi, prevenendo così il forfait minacciato dagli assessori del PD.

In mattinata erano circolate infatti voci, poi smentite, sulla possibilità che gli assessori del Pd si dimettessero in blocco durante la giunta capitolina, convocata alle 12, poi slittata alle 13. Gli assessori del Pd “non si sono dimessi, aspettiamo che il sindaco faccia la sua valutazione poi faremo la nostra“, ha detto l’assessore capitolino ai Trasporti, Stefano Esposito, a SkyTg24.

Io sono preoccupato per la città come lo ero ieri. Il tema politico di cui si sta discutendo è serio. Non vedo grandi possibilità per andare avanti“, ha aggiunto Esposito, che ha definito inevitabile” la fine dell’amministrazione. “Si è manifestato un quadro che non ci consente di andare avanti con la necessaria autorevolezza e forza. Non possiamo passare il nostro tempo – ha detto – a discutere di scontrini“.

Sulle possibili dimissioni del Sindaco Marino posso solo dirvi che deciderà ciò che è meglio per lui e per la città. Appena ci sarà qualche decisione da parte sua ne prenderemo atto“, ha detto invece l’assessore alla Legalità del Comune di Roma, Alfonso Sabella, silente sulla questione degli scontrini e delle spese personali di Marino addebitate sulla carta di credito del Comune. Un fatto per il quale la procura di Roma ha aperto un fascicolo di indagine senza notizie di reato e senza indagati (cd modello 45).

Secondo l’Adnkronos, il presidente del Partito Democratico – e commissario del Pd a Roma – Matteo Orfini, ha incontrato Marino facendo pressioni per le sue dimissioni.

La goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso sarebbe l’ultima boutade di Ignazio Marino, in merito alle spese di rappresentanza effettuate con la carta di credito del Comune di Roma, ma riguardanti in alcuni casi spese personali e familiari su cui il sindaco della Capitale è stato smentito più volte e da fonti diverse (ristoratori, Comunità di Sant’Egidio, etc).

“In questi due anni ho speso con la carta di credito messa a mia disposizione dal Comune meno di 20.000 euro per rappresentanza e li ho spesi nell’interesse della città. È di questo che mi si accusa?“, ha dichiarato ieri Marino, aggiungendo: “Bene, ho deciso di regalarli tutti di tasca mia a Roma e di non avere più una carta di credito del Comune a mio nome – si legge in una nota diffusa – Di che cosa si preoccupano oggi i romani? Dei rifiuti, dei trasporti pubblici o degli scontrini delle mie cene di lavoro? Ciascuno si dia la sua risposta e sono convinto che la stragrande maggioranza dei cittadini sia interessata ai problemi di Roma. Di questo mi sono occupato anche oggi. Ma non è mia abitudine eludere i problemi e sono stufo di tutte queste polemiche“.

Ho già dato mandato alla Ragioneria di calcolare questa stessa notte al centesimo le spese di rappresentanza pagate con la carta di credito e domattina staccherò l’assegno per l’intera cifra, ivi compresi quei 3.540 euro investiti nella cena con il mecenate Usmanov, arrivata alla fine di una serie di incontri che hanno portato nelle casse del Campidoglio due milioni di euro. È grazie a quelle risorse – ha precisato – che stiamo restaurando, tra l’altro, la fontana del Quirinale“.

La mia decisione mette un punto e adesso basta polemiche” – ha affermato ancora Marino – secondo il qualesaranno i magistrati a ristabilire la verità“, visto che “alcuni hanno deciso di investire la Procura di questa vicenda“. E che avrebbero dovuto fare, chiamare Casamonica, aggiungiamo noi.

“Ma una cosa è chiara – ha polemicamente detto il sindaco dimissionando di Roma – sono stato io a mettere online tutti gli atti di cui si parla in queste ore. Dopo gli anni opachi e neri è la mia amministrazione ad aver portato trasparenza. Faccio questo gesto per i romani, non per chi mi attacca“.

Infine, Marino ha spiegato di voler continuare in vista del Giubileo. “Ora voglio che Roma guardi avanti, guardi all’impegno per il Giubileo, ai cambiamenti necessari perché i cittadini vivano meglio in una città più moderna e accogliente – ha sottolineato – Guardo all’obiettivo giubilare, all’anno che si apre in anticipo l’8 dicembre e che si chiuderà a fine novembre del 2016. E’ una sfida che Roma, con lo sforzo di tutti i cittadini e con il concorso del governo, saprà vincere“. “Io continuerò sulla strada del cambiamento e gli stessi cittadini giudicheranno“, si chiudevano ieri le dichiarazioni incredibili di Ignazio Marino, che devono aver suscitato un terremoto nel PD, per una situazione oggettivamente insostenibile.

In ogni caso, nel Partito Democratico si assisterà da oggi all’isolamento di Marino, sostenuto a spada tratta contro ogni evidenza. Il solito “Festival delle Facce Toste”, che può avere inizio senza alcun ritegno. Impunemente? Questa volta si direbbe di no.

(Credit Adnkronos) © RIPRODUZIONE RISERVATA

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