Israele, piovono pietre e coltelli nella Intifada negata. Il silenzio del mondo è inspiegabile

Oltre dieci aggressioni in 48 ore, la violenza dei palestinesi irrompe nella vita quotidiana degli israeliani, ma la stampa spesso ribalta i termini del nesso di causalità

Gerusalemme – Israele fronteggia una ‘pioggia’ di pietre e coltelli da parte palestinese, una conseguenza diretta delle dichiarazioni di Abu Mazen – il presidente dell’ANP – che il 30 Settembre scorso ha dichiarato alle Nazioni Unite la volontà di non rispettare più gli accordi di Oslo del 1993.

Ad Hamas e alle altre organizzazioni terroriste non è parso vero poter rilanciare la guerra non convenzionale in contesto urbano, condotta da civili su civili, spesso inermi e non attrezzati per l’autodifesa.

Un’ondata di attacchi che ha colpito tutto Israele, dove la tensione è altissima: sette le aggressioni in due giorni, con ‘lupi solitari’ palestinesi armati di coltello in azione per colpire passanti.

Il primo a cadere sotto i colpi stamane è stato uno studente 25enne ortodosso, accoltellato al petto mentre camminava a Gerusalemme Est. L’aggressore, Subhi Abu Khalifah di 19 anni, dopo averlo ferito gravemente, si è’ allontanato, ma è stato intercettato e bloccato dalle forze di polizia.

Qualche ora dopo, un altro attacco all’ingresso occidentale di Kiryat Arba, insediamento ebraico alle porte di Hebron, dove un altro 25enne è stato gravemente ferito. A Tel Aviv, una giovane soldatessa, insieme ad altri tre passanti, è stata colpita con un cacciavite di fronte al quartier generale delle forze armate a Tel Aviv da un giovane, Thaer Abu Ghazaleh, ucciso poi da un militare.

In serata, ad Afula, nel nord d’Israele, un arabo è stato fermato dopo aver aggredito un soldato israeliano, colpito due volte al petto.

Scontri sono scoppiati nel quartiere di Shuafat a Gerusalemme Est tra l’esercito israeliano e giovani palestinesi, decisi a impedire la perquisizione dell’abitazione del responsabile dell’aggressione della mattina contro lo studente ortodosso. Nell’operazione un palestinese di 20 anni è stato ucciso.

Il governo israeliano ha deciso di reagire con forza: reagiraà con fermezza a “un’ondata di terrorismo” non organizzato, ma non esiste una “soluzione magica”, ha detto il premier Benjamin Netanyahu, commentando la successione di accoltellamenti messi in atto tra ieri e oggi nel paese.

Da Ramallah, il presidente dell’Anp, Abu Mazen, ha detto invece “siamo ancora un popolo pacifico”, spiegando che “noi non stiamo attaccando nessuno e non vogliamo che altri ci attacchino“. Una menzogna scandalosa. Poi ha aggiunto: “Non vogliamo neanche che loro (ebrei) accedano alla moschea di al-Aqsa”, spiegando che l’ANP chiede “al governo israeliano di stare lontano dai nostri luoghi sacri“. Un riferimento all’origine delle recenti tensioni, con gli scontri avvenuti poche settimane fa sulla Spianata delle Moschee, in occasione delle festività religiose.

Proprio nel tentativo di gettare acqua sul fuoco, il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, aveva vietato a ministri e deputati di recarsi sulla Spianata, terzo luogo sacro dell’Islam, ma sacro anche per gli ebrei come Monte del Tempio, al centro di visite provocatorie che hanno inasprito gli animi.

Di fronte all’impennata di attacchi, la polizia ha posto dei metal detector intorno ai varchi e alle strade della Città Vecchia a Gerusalemme. Stamane il sindaco di Gerusalemme, Nir Barkat, aveva incoraggiato ufficialmente i residenti “con il porto d’armi a girare armati per aumentare la sicurezza”, sottolineando che lui stesso avrebbe dato “l’esempio”.

L’accesso alla Spianata delle moschee sarà vietato agli uomini con meno di 50 anni di età.

Già mercoledì c’erano stati 3 attacchi in tutto il Paese, a Gerusalemme, dove una 18enne palestinese aveva accoltellato alla schiena un ebreo nella Città Vecchia; e a Kiryat Gat, nel sud d’Israele, dove un soldato era stato ferito da un diciannovenne.  Nella serata di ieri, nei pressi di un centro commerciale a Petah Tikva, a nord-est di Tel Aviv, un 30enne di Hebron era stato neutralizzato dopo aver accoltellato diversi passanti.

Di fronte a questi fatti di assurda violenza, il mondo tace e non difende Israele dall’ennesimo attacco gratuito di una minoranza sparuta di palestinesi che tengono in ostaggio la maggioranza, che forse vorrebbe solo vivere in pace e non odiare nessuno.

(Fonte: AGI)

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