Libia, Bernardino Leòn annuncia accordo di unità nazionale. Mercoledì screzi con ‘Tripoli’

L’inviato speciale delle Nazioni Unite per la Libia ha annunciato da Skhirat il raggiungimento dell’accordo di composizione della rottura tra Tripoli e Tobruk, con il supporto delle tribù. Premier unitario sarà Fayez Sarraj. “Crediamo possa funzionare”. Presidente del Consiglio di Stato, con funzioni di presidente provvisorio della Libia, sarà Abdurrahman Sewehli – Sviluppi: Sewehli rifiuta la nomina

Rabat – L’inviato speciale delle Nazioni Unite in Libia, Bernardino Leòn Gross, ha annunciato da Skhirat in tarda serata il raggiungimento dell’accordo di unità nazionale tra i due ‘parlamenti’ rivali, quello internazionalmente riconosciuto di Tobeuk, la House of Representatives, e il General National Congress (GNC) di Tripoli, in cui sono presenti movimenti islamisti ispirati dalla ‘Fratellanza Musulmana’ egiziana (oggi fuori legge in patria).

Al termine di un estenuante negoziato, il diplomatico spagnolo (che è a fine mandato: una circostanza che potrebbe non essere irrilevante sulla prospettiva dell’accordo) ha elencato anche alcuni nomi di personalità libiche che costituiranno i ministri dell’esecutivo e delle principali istituzioni di transizione.

Primo Ministro del governo unitario sarà Fayez Sarraj, espressione dell’ala laica di Tobruk, che sarà affiancato da tre vice, espressioni di altre tre principali fazioni: Fathi al-Magbiri, di Bengasi, capitale della Cirenaica; Musa al-Kunni, proveniente dalla zona petrolifera del Fezzan; e l’ex premier Ahmed Maiteeq, membro del Gnc di Tripoli ed espressione di Misurata.

Primo ministro e i tre vice formeranno un ‘Consiglio di Presidenza’ che avrà il compito di supervisionare l’operato del governo unitario.

La carica di presidente del Consiglio di Stato (che esercita le funzioni di Capo dello Stato) sarà assunta in via transitoria da Abdurrahman Sewehli, mentre consigliere per la sicurezza nazionale sarà Fathi Bashagha.

Leòn ha sostenuto che questo accordo può funzionare. “Se questo esecutivo avrà il sostegno di tutti i libici, alla fine sarà il governo migliore nel mondo”, una dichiarazione ottimistica e perfino esagerata, visto che il primo impegno del governo di unità nazionale sarà ripristinare il controllo dello Stato in tutti i servizi pubblici, in una cornice di collaborazione e cooperazione che faccia cadere ogni avversità di fazione, più facile a dirlo che a farlo sul terreno.

Un dato è certo: non è ancora chiaro quale sarà il ruolo del generale Khalifa Haftar nel nuovo quadro istituzionale libico, considerata la fiducia che l’attuale capo delle forze armate legittime gode presso i militari di carriera, che aderirono immediatamente all’operazione ‘Diginità’, lanciata nel maggio 2014 e volta a salvare il Paese dalla barbarie jihadista e dalla pressione islamista.

Un ultimo sussulto si era registrato giovedì, quando un piccolo ordigno era esploso a Tripoli, davanti la sede del GNC, proprio mentre i membri dell’ala islamista stavano considerando di rigettare l’accordo proposto da Leòn. A questo gesto dimostrativo, il diplomatico spagnolo aveva risposto in modo corrucciato. Secondo il ‘Libya Herald‘, Leòn a quel punto ha perso la pazienza con il sedicente ‘governo di Tripoli’.

“Abbiamo deciso di andare avanti”, a quel punto aveva puntato i piedi Leòn, nel corso di una una conferenza stampa tenuta a Skirhat, “e continueremo con la formazione di un governo di unità. Domani (venerdì, ndr), saremo pronti a proporre questo governo”.

Di fronte al temporeggiamento del GNC sull’indicazione dei nomi per formare il governo di unità nazionale, l’inviato dell’ONU ha deciso di andare avanti lo stesso, nel quadro di informazioni raccolte che confermavano la volontà prevalente di giungere a una soluzione.

Così, mantenendo la barra dritta, Leòn ha confermato che l’accordo sarebbe stato firmato e non cambiato. Quando un giornalista presente ha chiesto a Leòn come pensava di poter far funzionare un governo unitario da Tripoli, città controllata finora dal GNC, secondo quanto riporta ‘Libya Herald‘ il diplomatico spagnolo ha riferito che la delegazione dell’UNSMIL avesse incontrato e parlato con un sacco di gente, raccogliendo l’impressione che la stragrande maggioranza di libici, “e questo include la stragrande maggioranza di Tripoli, e dunque vogliamo pensare che questo includa anche la stragrande maggioranza dei membri della GNC, sono pronti a sostenere una soluzione pacifica, un accordo politico senza modifiche e un governo di unità che dovrebbe essere annunciata domani“, ossia venerdì 9 Ottobre.

Il tempo ora dirà se l’accordo funzionerà e se la Libia può riprendere il cammino verso una vita normale, consci che il cammino sia ancora lungo, difficile e doloroso, perché anzitutto c’è da bonificare il Paese dalla minaccia jihadista dei gruppi affiliati all’ISIS, che di certo non resterà a guardare.

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