Emergenza roghi, l’Indonesia ha lanciato la più imponente operazione anti-incendi della sua storia

Circa 22mila addetti stanno lavorando per isolare i focolai, supportati da 32 velivoli. Operatori antincendio provenienti anche da Malesia, Singapore e Australia. Schierato anche l’esercito. Sul fronte salute, finora registrati 425mila casi di infezioni alle vie respiratorie. Diverse aziende agricole sono indagate con l’accusa di aver causato i roghi

Jakarta – L’Indonesia ha lanciato la più imponente operazione della sua storia per contrastare l’emergenza roghi che da settimane sta mettendo in ginocchio il Paese, causando disagi e danni sanitari alla popolazione. Diverse parti del Paese stanno ancora bruciando, riempiendo l’aria di fumo tossico.

Il governo sta impegnando 32 velivoli (aeroplani ed elicotteri) e centinaia di militari che agiranno da terra per isolare i focolai.

L’operazione è partita venerdì, quando la polizia provinciale ha iniziato le indagini su una compagnia agricola del Kalimantan meridionale, Palmina, di proprietà di investitori cinesi, accusata di aver appiccato roghi dolosi per ripulire centinaia di ettari di terreno e far spazio a coltivazioni di palma da olio (Elaeis guineensis).

Sutopo Purwo Nugroho, portavoce dell’Agenzia indonesiana per la gestione dei disastri nazionali, ha fatto sapere che le azioni verranno condotte da 21 elicotteri e sette aeroplani ad ali fisse, per lo sgancio di tonnellate d’acqua, mentre quattro velivoli saranno utilizzati per l’induzione artificiale della pioggia.

Sei di questi velivoli provengono da Singapore, Malesia (colpiti anch’essi dalle nuvole di fumo) e Australia. Gli aeromobili forniranno supporto a più di 22mila persone (compresi i militari), operanti sul terreno da settimane. Gran parte degli sforzi verranno concentrati nelle sei provincie più colpite di Sumatra e Kalimatan.

Ieri, il Giappone ha donato due tonnellate di liquido ritardante per incendi al governo indonesiano.

Secondo i dati del ministero della Salute, almeno 425.700 persone hanno avuto infezioni respiratorie dovute ai fumi. Nila Farid Moeloek, ministro della Salute, ha dichiarato che “in molti sono stati ricoverati in ospedale, ma le loro condizioni non sono gravi. Stiamo inviando maschere anti-gas, cibo, medicinali e bombole d’ossigeno nelle zone più colpite”.

Secondo i satelliti del governo, ci sono ancora 750 focolai. Le autorità indonesiane credono che gran parte dei roghi siano dolosi. Il generale Badrodin Haiti, capo della polizia nazionale, ha dichiarato che gli agenti stanno indagando su 48 compagnie agricole e 209 individui non legati a compagnie.

L’emergenza roghi aveva colpito il Paese anche l’anno scorso quando, secondo i dati del dipartimento della Salute di Pkanbaru, 30mila persone hanno sofferto di gravi problemi respiratori a causa del fumo.

Lo scorso mese, l’emergenza incendi ha rischiato di causare un black-out sul Gran Premio di Singapore di Formula 1, che si è corso lo stesso, nonostante valori di inquinamento atmosferico ben oltre la soglia di pericolo. Classico esempio di supremazia di interessi economici sulla salute della gente (anche se questa gente guadagna milioni di dollari guidando una macchina da corsa).

(AsiaNews. Foto earthobservatory.nasa.gov)

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John Horsemoon

Sono uno pseudonimo e seguo sempre il mio dominus, del quale ho tutti i pregi e i difetti. Sportivo e non tifoso, pilota praticante(si fa per dire...), sempre osservante del codice: i maligni e i detrattori sostengono che sono un “dissidente” sui limiti di velocità. Una volta lo ero, oggi non più. Correre in gara dà sensazioni meravigliose, farlo su strada aperta alla circolazione è al contrario una plateale testimonianza di imbecillità. Sul “mio” giornale scrivo di sport in generale, di automobilismo e di motorsport, ma in fondo continuo a giocare anche io con le macchinine come un bambino.