Il Parlamento (legittimo) di Tobruk respinge l’accordo ‘imposto’ dall’ONU (e già rifiutato da Tripoli)

La maggioranza del Parlamento contraria all’intesa, che Tripoli ha rifiutato. Un successone diplomatico sostenuto dal governo italiano (gli incompetenti si sostengono a vicenda…). Il presidente della House of Representatives, Ageela Saleh, è impegnato in un tour diplomatico in Egitto ed Emirati Arabi Uniti

Tobruk – Il parlamento libico di Tobruk, riconosciuto dalla comunità internazionale ha respinto, senza votare, l’accordo politico presentato il 9 ottobre scorso dall’inviato speciale delle Nazioni Unite, Bernardino Leon, per un governo di unità nazionale, contestato però dal giorno successivo da entrambe le fazioni principali, facenti capo al cosiddetto ‘governo di Tripoli’, supportato dagli islamisti dei Fratelli Musulmani egiziani (movimento terroristico), e al governo legittimo riparato a Tobruk, riconosciuto dalla Comunità Internazionale.

Secondo Libyas Channel, i deputati di Tobruk hanno chiesto all’Onu di rivedere la quarta bozza dell’accordo negoziato nei mesi scorsi con Tripoli – che peraltro aveva già bocciato l’intesama le Nazioni Unite hanno ribadito che non ci sarà alcuna modifica alla proposta. “Il testo non si cambia”, ha fatto sapere l’UNSMIL.

“La maggioranza dei parlamentari ha deciso di respingere le proposte” dell’Onu, ha confermato il deputato Ali Tekbali, precisando che la decisione è stata presa senza esprimere alcun voto “poiché la maggioranza dei membri era contraria”. Secondo un altro parlamentare, Bilkhair Shaab, circa 70 membri dell’Assemblea si sono espressi contro l’accordo.

Il portavoce del governo libico legittimo, Abu Hashem Farraj, da Tobruk ha spiegato che la proposta Onu è stata bocciata poiché comportava degli emendamenti aggiunti dagli islamisti senza il consenso della controparte. Modifiche che – secondo ‘The Guardian‘ – offrirebbero al governo di unità nazionale il potere di licenziare tutti gli alti funzionari libici non approvati all’unanimità dai suoi membri, misura da cui si scorge la volontà di epurare tutti coloro che possono ergersi contro la minaccia islamista. 

Le autorità di Tobruk infatti vedono in questa possibilità il tentativo non troppo nascosto di rimuovere il loro capo dell’esercito anti-islamista, il generale Khalifa Haftar, le cui forze – unitesi alle Forze Armate legittime della Libia, stanno combattendo le milizie islamiche a livello nazionale da oltre un anno.

Tobruk ha quindi deciso di continuare a partecipare al dialogo nazionale sostenuto dall’Onu, ma cambiando la propria squadra negoziale.

Il primo commento delle Nazioni Unite è stato affidato al vice responsabile della comunicazione, Farhan Haq. “Questo resta il testo finale. Non lo riapriremo e la nostra speranza rimane che tutte le parti si mettano d’accordo per il bene del popolo della Libia“. A dimostrazione che l’Onu spesso penda dalla parte dei problemi e non delle soluzioni.

I Paesi occidentali e arabi, tra cui l’Italia, avevano lanciato un appello per “l’adozione immediata dell’accordo politico” proposto dalle Nazioni unite il 9 ottobre scorso per un governo di unità nazionale in Libia.

In un comunicato congiunto, i firmatari avevano esortato “tutti i partecipanti al dialogo a cogliere questa chance di mettere un termine all’instabilità, adottando l’accordo politico e assicurandone la piena applicazione, senza introdurre nuove modifiche”.Ma il fallimento della mediazione dell’Onu è del tutto evidente: vale però la pena rilevare che l’Italia, Spagna, Francia, GB e l’Unione Europea hanno difeso a spada tratta l’operato fallimentare di Bernardino Leòn, interessato al prosieguo in qualche prestigioso organismo per chiamata politica, dopo la conclusione del proprio mandato nell’UNSMIL (ormai in scadenza). Del resto, gli incompetenti si sostengono sempre a vicenda.

La comunità internazionale si è detta pronta a “lavorare con il governo di unità nazionale, su sua richiesta, per sostenerlo nella lotta contro il terrorismo, in particolare il Daesh e Ansar al sharia, aiutando la Libia a far fronte a così tante sfide”.

Nel frattempo, il presidente della House of Representatives (parlamento legittimo riparato a Tobruk), Ageela Saleh, è partito per una visita in Egitto ed Emirati Arabi Uniti con la finalità di trovare supporto politico per trovare una soluzione più accettabile per la soluzione della guerra civile libica. Martedì 20 Ottobre Saleh ha incontrato il presidente egiziano Abd al-Fattah al-Sisi, accompagnato dal presidente della Commissione Difesa dell’Assemblea parlamentare libica e dal presidente della Commissione Investimenti, Al-Gatrani.

La delegazione in seguito raggiungerà Abu Dhabi, per incontrare il governo emiratino, che già sostiene le istituzioni legittime libiche.

(Agenzie) © RIPRODUZIONE RISERVATA

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John Horsemoon

Sono uno pseudonimo e seguo sempre il mio dominus, del quale ho tutti i pregi e i difetti. Sportivo e non tifoso, pilota praticante(si fa per dire...), sempre osservante del codice: i maligni e i detrattori sostengono che sono un “dissidente” sui limiti di velocità. Una volta lo ero, oggi non più. Correre in gara dà sensazioni meravigliose, farlo su strada aperta alla circolazione è al contrario una plateale testimonianza di imbecillità. Sul “mio” giornale scrivo di sport in generale, di automobilismo e di motorsport, ma in fondo continuo a giocare anche io con le macchinine come un bambino.