#Dieselgate, l’Epa americana mette nel mirino i motori 3.0 TDI di Volkswagen-Audi-Porsche

Secondo l’agenzia federale per la protezione ambientale, VW avrebbe truccato anche i motori diesel 3 litri montati nell’alto di gamma. Il titolo VW cede a Francoforte, ma il gruppo smentisce che quei propulsori siano interessati dal #dieselgate

Francoforte – L’Epa statunitense (Enviromental Protection Agency) ha aperto un nuovo capitolo nella indagine sullo scandalo emissioni, noto come #DieselGate. Così, il Gruppo Volkswagen ritorna al centro del ‘mirino’ dell’agenzia federale per la protezioni ambientale, che solleva dubbi anche sui motori diesel di 3 litri, montati su Audi, Porsche e Volkswagen alto di gamma.

Come si ricorderà, l’Epa divulgò a settembre (il giorno dell’apertura al pubblico del Salone di Francoforte) di aver individuato un software autoadattativo istallato sulle centraline elettroniche dei motori diesel da 2.000, 1.600 e 1.300 cc della famiglia EA189. Il programma abbassava le emissioni inquinanti – soprattutto di NOx (ossido di azoto) – ogni volta che ‘rilevava’ la presenza di un meccanismo di controllo, attraverso la rilevazione degli spinotti nella presa di controllo collocata nell’abitacolo o la individuazione di specifici assetti di guida (come l’accelerazione costante senza variazione dell’angolo di sterzo, segno distintivo di un’analisi delle emissioni effettuata al banco).

L’Epa ha ieri comunicato al gruppo automobilistico tedesco l’individuazione di una nuova violazione del Clean Air Act (CAA), riguardante questa volta i motori diesel 3 litri di cilindrata, montati sulle auto del segmento premium di Audi, Porsche e Volkswagen, come le Audi A6, A7 e A8, le Audi Q5, la Porsche Cayenne 3.0 TDI e le VW Touareg.

L’accussa dell’Epa è che anche su questi motori potrebbe essere presente un il sistema autoadattativo del software per mascherare le emissioni di NOx (ossido di azoto) nelle fasi di omologazione e in tutte le successive di controllo delle emissioni.

Un allarme che, peraltro, sembrerebbe riguardare più l’Europa che il mercato statunitense, visto che la stessa Epa valuta in circa 10mila vetture l’ammontare interessato da questo ulteriore filone di indagine (in fase preliminare), ossia le auto dotate del motore 3.0 TDI vendute dal 2013 al 2015.

E infatti la prima reazione dei mercati in Europa è stata potente, con l’indice DAX di Francoforte in sofferenza a causa del calo di oltre il 4% del titolo Volkswagen.

Il gruppo di Wolfsburg però reagisce alle nuove accuse mosse dall’Epa, rugettandole e smentendo l’adozione di software truffaldini su quella motorizzazione. “Volkswagen sottolinea che non è stato installato alcun software sui modelli 3 litri V6 diesel per modificare in modo illegale i valori” delle emissioni, recita una nota emessa dal colosso automobilistico tedesco, che nell’ultimo trimestre ha registrato una perdita netta di 1,67 miliardi di euro nonostante un incremento di oltre il 5,3% delle vendite: primi effetti degli accantonamenti previsti dal nuovo Ceo Matthias Müller per affrontare lo scandalo emissioni.

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John Horsemoon

Sono uno pseudonimo e seguo sempre il mio dominus, del quale ho tutti i pregi e i difetti. Sportivo e non tifoso, pilota praticante(si fa per dire...), sempre osservante del codice: i maligni e i detrattori sostengono che sono un “dissidente” sui limiti di velocità. Una volta lo ero, oggi non più. Correre in gara dà sensazioni meravigliose, farlo su strada aperta alla circolazione è al contrario una plateale testimonianza di imbecillità. Sul “mio” giornale scrivo di sport in generale, di automobilismo e di motorsport, ma in fondo continuo a giocare anche io con le macchinine come un bambino.