Facebook cede a comunità Lgtb: verso ok a pseudonimi, segnalandone i motivi. Conseguenze per la privacy

Decisione in via di adozione dietro richiesta della comunità Lgbt, ma non solo. La procedura implicherà l’adozione di procedure più difficili per scoraggiare la segnalazione di profili falsi, ma anche un iter per segnalare l’esigenza di adottare nomi di fantasia (o pseudonimi)

Menlo Park – Facebook sta per ribaltare la decisione presa qualche tempo fa e di consentire di nuovo l’utilizzo di nomi di fantasia o pseudonimi per rispondere alle richieste della comunità Lgbt e di quella dei nativi americani.

La policy del social network chiede per adesso l’utilizzo di nomi veri per iscriversi alla piattaforma, con la possibilità concessa ad altri utenti di segnalare chi utilizza nomi falsi.

Uno pseudonimo però non è un nome falso: è un nome di fantasia che identifica una persona, un nome d’arte, tutelato in Italia perfino dal Codice Civile alla pari del nome (in presenza di alcuni requisiti).

Alex Schultz, responsabile del marketing internet dell’azienda, ha inviato una lettera alle organizzazioni per i diritti civili in cui è annunciata la prossima modifica delle regole, con i primi test a partire da dicembre, in modo da andare incontro alle esigenze di chi non si riconosce nell’identità indicata dal nome reale, come transgender o nativi americani, ma anche artisti, scrittori, giornalisti, personalità dello spettacolo o della cultura, sportivi.

Per fare solo un esempio, Ugo Stille – compianto giornalista, scrittore e direttore del Corriere della Sera – era lo pseudonimo di Mikhail Kamenetzky.

Secondo quanto scritto da Alex Schultz, le modifiche nella policy del social network saranno due. La prima impedirà l’abuso della segnalazione, rendendo più difficile la procedura e scoraggiando chi spesso la utilizza in modo strumentale per danneggiare un altro utente.

La seconda consentirà di scegliere un nome di fantasia, introducendo però una procedura di sicurezza attraverso cui Facebook chiederà il motivo per cui si vuole adottare un nome di fantasia, per poter analizzare la scelta e migliorare il servizio in futuro.

Evidenti le conseguenze inerenti la privacy e il trattamento dei dati personali, soprattutto in ordine alla profilazione delle preferenze sessuali. Un tema su cui le autorità garanti della privacy interverranno di certo.

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