Hollande, “la Francia è in guerra”. Appello all’Ue: “intervenga con noi”

Chiesta l’attivazione dell’Articolo 5 del Trattato di Washington (NATO) e la solidarietà europea sancita dal Trattato di Lisbona istitutivo dell’Unione Europea. Nuovi raid aerei francesi contro Isis su Raqqa e persquizioni a Tolosa nella notte. Valls: Francia oltrepasserà limiti Ue su deficit. Maastricht è morto, l’UE rischia il coma irreversibile

Parigi – La Francia entra in guerra contro l’ISIS e  schiera la portaerei nucleare ‘Charles de Gaulle’, ammiraglia della Marine Nationale e punta di diamante delle marine militari europee.-

Hollande, di fronte al Senato e all’Assemblea Nazionale riuniti in sessione congiunta e solenne nella regia di Versailles, ha chiesto agli Stati membri dell’UE di intervenire a fianco della Francia per la battaglia di libertà contro il jihadismo islamico, rivendicando l’applicazione della clausola di solidarietà enunciata dal Trattato di Lisbona, istitutivo dell’Unione Europea.

L’ISIS, ha detto Hollande, “non è un nemico della Francia ma dell’Europa“, per questo, ha aggiunto, “ho chiesto al ministro della Difesa di incontrare da domani i suoi omologhi europei in base all’articolo 42.7 del trattato dell’Unione che prevede, di fronte all’aggressione di uno Stato, che tutti gli Stati membri diano solidarietà“. In caso di aggressione armata nei confronti di uno Stato membro, l’articolo citato prevede che gli altri diano assistenzacon tutti i mezzi in loro potere“.

Fra tre giorni salperà dal porto di Tolone la portaerei a propulsione nucleare ‘Charles de Gaulle’, nell’ambito della “intensificazione delle operazioni in Siria” cui la Francia intende procedere in risposta agli attacchi terroristici di Parigi, e cominciata con l’ondata di bombardamenti aerei su Raqqa, capitale dei fatto del califfato auto-proclamato dallo Stato Islamico. Hollande ha sciolto l’ultima riserva sull’invio dell’ammiraglia della Marina Militare: “la ‘Charles de Gaulle’ partirà giovedi’ per raggiungere il Mediterraneo orientale”, ha comunicato il presidente francese, pur senza precisare quale tratto di mare incrocerà. “Cio’ triplicherà le nostre capacità operative. Non ci sarà alcun respiro ne’ tregua”, ha avvertito.

Di fatto, l’enunciazione dell’articolo 47.2 del Trattato di Lisbona è il raddoppio della solidarietà difensiva e della difesa collettiva europea con proiezione nord-atlantica, visto che il presidente francese ha già annunciato la richiesta di attivazione dell’articolo 5 del Trattato di Washington istitutivo dell’Alleanza Atlantica e dell’Organizzazione del Trattato Nord Atlantico (Otan-Nato). Una chiamata collettiva alle armi, da cui tutti i Paesi dell’Ue e della NATO non possono sfuggire, se non mettendo a repentaglio la stessa sopravvivenza dell’Unione Europea e della NATO.

Quando Bush chiese alla Nato di intervenire – L’invocazione della clausola di solidarietà Ue da parte di Francois Hollande dopo le stragi di Parigi richiama alla memoria la decisione di George W. Bush di appellarsi all’articolo 5 della Nato all’indomani degli attacchi dell’11 settembre.

L’articolo 5 del Trattato Nord Atlantico del 4 aprile 1949 recita:

“Le parti convengono che un attacco armato contro una o più di esse in Europa o nell’America settentrionale sarà considerato come un attacco diretto contro tutte le parti, e di conseguenza convengono che se un tale attacco si producesse, ciascuna di esse, nell’esercizio del diritto di legittima difesa, individuale o collettiva, riconosciuto dall’ari. 51 dello Statuto delle Nazioni Unite, assisterà la parte o le parti così attaccate intraprendendo immediatamente, individualmente e di concerto con le altre parti, l’azione che giudicherà necessaria, ivi compreso l’uso della forza armata, per ristabilire e mantenere la sicurezza nella regione dell’Atlantico settentrionale. Ogni attacco armato di questo genere e tutte le misure prese in conseguenza di esso saranno immediatamente portate a conoscenza del Consiglio di Sicurezza. Queste misure termineranno allorché il Consiglio di Sicurezza avrà preso le misure necessarie per ristabilire e mantenere la pace e la sicurezza internazionali.”

L’articolo 47.2 del Trattato di Lisbona lascia tuttavia impregiudicata la neutralità di certi Stati membri, mandando in cortocircuito il sistema di solidarietà collettiva europeo. Un nodo da sciogliere nel prossimo immediato futuro, perché l’Europa non può funzionare più con queste istituzioni contraddittorie e incompiute.

L’Armée de l’Air continua a bombardare Raqqa – Stanotte i cacciabombardieri Rafale dell’aeronautica militare francese hanno colpito di nuovo e a ripetizione le postazioni dell’ISIS a Raqqa e e in altre zone della Siria. “Per la seconda volta in 24 ore le truppe francesi hanno effettuato un raid contro Daesh (dizione araba, offensiva, dell’ISIS, ndr) a Raqqa in Siria”, rende noto un comunicato dello Stato Maggiore della Difesa di Parigi, che dà contro della distruzione di un posto di comando e di un ulteriore campo di addestramento dei jihadisti.

In Francia invece sono in corso operazioni di controllo e repressione della Gendarmérié e della Police Nationale, con il supporto del RAID (teste di cuoio). Dopo le 168 della notte tra domenica e lunedì, ieri notte la polizia ha perquisito diverse abitazioni nei pressi di Tolosa, particolarmente nel sobborgo di Izard, a nord della città. Anche ieri quartieri di Tolosa erano stati battuti a tappeto dalla polizia.

A Tolosa è di stanza la portaerei nucleare ‘Charles de Gaulle’ con l’intera squadra navale. La base è oggetto delle minacce dei jihadisti islamici. A fianco della ‘de Gaulle’, diretta in Golfo Arabico con la squadra aerea imbarcata, gli Stati Uniti schiereranno (come segno tangibile di vicinanza) la portaerei nucleare ‘Harry S. Truman’ (CVN75).

Intanto, a dimostrazione del fatto che le istituzioni europee hanno bisogno urgente di un rinnovamento profondo in senso federale (pena la morte del processo di integrazione europea), il premier francese Manuel Valls ha dichiarato che la Francia oltrepasserà i vincoli sul deficit stabiliti dai Trattati europei, argomentando che il debito pubblico è a servizio della “la necessità di rafforzare la sicurezza a causa degli attentati del 13 novembre. La Commissione Ue – ha spiegato Valls a ‘France Inter’ – deve capire che la lotta contro l’Isis riguarda la Francia ma anche l’Europa“.

Parole sante.

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