“Questo è l’ultimo Papa”. I jihadisti islamici minacciano la Chiesa. Blitz tra Italia e Kosovo

Alfano: “sradicata cellula jihadista”. In chat anche minacce al Papa. Perquisizioni a Perugia. Questore di Brescia, Esposito: “Le indagini non si fermano qui”

Brescia – La Polizia di Brescia, in collaborazione con le forze di sicurezza del Kosovo, ha eseguito perquisizioni e arresti, in Italia e in Kosovo, a carico di tre kosovari e un macedone ritenuti responsabili dei reati di apologia al terrorismo e istigazione all’odio razziale e religioso.

L’operazione – denominata ‘Van Damme’ – condotta dagli agenti della Digos di Brescia e della Direzione Centrale di Prevenzione della Polizia, ha permesso di disarticolare una compagine terroristica che, anche attraverso l’uso dei social network, propagandava l’ideologia jihadista. Un gruppo di sospetti terroristi risultato “altamente pericoloso” in considerazione dei “collegamenti diretti accertati con filiere jihadiste attive in Siria, riconducibili al noto terrorista kosovaro daesh Lavdrim Muhaxheri“.

Nelle chat degli indagati c’erano anche minacce nei confronti di Papa Francesco, con annunci di “visite da parte dei terroristi dello Stato Islamico”. Intercettando i promessi combattenti islamici, gli investigatori si sono imbattuti in frasi come “questo sarà l’ultimo Papa“, che un certo effetto fanno. “Ricordatevi che non ci sarà più un papa dopo questo, vi racconto la verità: state buoni, loro verranno in Vaticano“, riportano alcuni stralci delle conversazioni in chat del gruppo di sospetti terroristi divulgati dalla DDA di Brescia.

Capo cellula arrestato in Kosovo – Samet Imishti, capo del gruppo jihadista, kosovaro, aveva eletto come base logistica Chiari, cittadina in provincia di Brescia. Nella abitazione sede del sodalizio terrorista è stato rintracciato anche il fratello, Ismail Imishti, per il quale il ministero dell’Interno ha disposto un provvedimento di espulsione per motivi di sicurezza nazionale.

Un altro cittadino di origine kosovara, associato al gruppo di presunti terroristi, è stato invece rintracciato in provincia di Savona ed espulso dal territorio nazionale con un provvedimento firmato del questore di Brescia. Il quarto fermato è invece un cittadino macedone residente in provincia di Vicenza, cui il Procuratore Nazionale Antimafia ha avanzato la proposta per l’applicazione della misura della sorveglianza speciale per motivi di terrorismo con il contestuale ritiro del passaporto.

L’attività di indagine della Polizia di Brescia era iniziata nel 2014 con una “attività tecnica” di monitoraggio del web e, in particolare, a seguito dell’individuazione su Facebook del gruppo ‘Con te o senza di te il Califfato è tornato!‘, ha spiegato il capo della Digos di Brescia, Giovanni De Stavola.

I quattro sospetti terroristi avevano esaltato gli attentati di Parigi in chat e nelle loro conversazioni, affermando in modo chiaro: “Questo è solo l’inizio. Gli aerei francesi in Siria hanno ucciso più di 47 persone: oh miscredenti, capirete che l’Islam non si combatte, è inutile“.

Perquisizioni a Perugia – Nell’ambito della stessa indagine sono state effettuate due perquisizioni nel perugino dagli uomini della Digos della locale questura, su delega dei colleghi di Brescia. Da quanto emerso, le verifiche hanno riguardato due cittadini della ex Repubblica Macedone di Jugoslavia (Fyrom), che però non risultano iscritti nel registro degli indagati. Durante le perquisizioni i poliziotti hanno però sequestrato cellulari e supporti informatici che saranno sottoposti ad analisi informatica da parte delle sezioni specializzate della Polizia di Stato.

Alfano: “Sradicata cellula jihadista” – Il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, ha salutato con soddisfazione l’operazione ‘Van Damme’. Per il titolare del Viminale è “un’altra importante operazione dell’antiterrorismo della Polizia” che “ha sradicato una cellula jihadista che operava tra l’Italia e i Balcani e che usava principalmente la rete per diffondere messaggi di violenza attraverso l’apologia del terrorismo e l’istigazione all’odio razziale“. “Oggi, per la prima volta – ricorda Alfano – è stata inoltre applicata la misura della sorveglianza speciale, prevista dal pacchetto antiterrorismo che ho fortemente voluto, nei confronti dei presunti responsabili di questa cellula. È la conferma che il nostro sistema di prevenzione e di sicurezza sta funzionando“, sottolinea il ministro dell’Interno.

Questore di Brescia: “non è finita” – “Le indagini non si fermano qui e vanno avanti, esamineremo gli esiti delle attività operative portate a termine oggi“, ha invece commentato il Questore di Brescia, Carmine Esposito.

Siamo intervenuti in una fase di istigazione e propaganda che avrebbe certamente potuto avere ritorni negativi sul territorio nazionale“, ha detto il direttore della Digos di Brescia, Giovanni De Stavola, spiegando i dettagli dell’operazione antiterrorismo. In Kosovo sono state sequestrate “armi e supporti informatici“, software “utilizzati per collegarsi con altri ‘internauti’ sospettati di terrorismo” sfruttando le infinite possibilità del deep web.

(Credit: AdnKronos, Polizia di Stato)

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