Crac banche, l’UE dà il via libera alla proposta italiana. Arbitrato in 4 punti per risarcire vittime

Per Bruxelles però inaccettabile l’ipotesi di un intervento in termini di “aiuti umanitari“. Non si può rendere inefficace la norma del ‘bail-in’, ossia il salvataggio interno degli istituti di credito

Bruxelles – L’Unione Europea ha aperto alla proposta formulata dal Governo italiano sulla vicenda delle banche, dando il via libera alla proposta italiana di affidare alla Consob l’arbitrato per risarcire gli obbligazionisti con basso reddito, ma non in termini di “aiuti umanitari”.

L’Unione Europea sostiene le intenzioni del governo italiano di consentire ai risparmiatori di esigere compensazioni dalla banche per possibili vendite inappropriate di obbligazioni rifacendosi alle esperienze passate in altri paesi dell’UE con simile situazioni“, ha detto un portavoce della Commissione, commentando l’annuncio del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, di proporre un arbitrato attraverso la Consob per le crisi di Banca Marche, Banca Etruria, Carife e CariChieti.

Il riferimento alle “esperienze passate” è alla Spagna, che nel 2013 ricorse ad arbitrato per rimborsare gli obbligazioni dalla perdite subite per le difficoltà delle banche spagnole.

Secondo fonti di Bruxelles, citate dall’AGI, l’idea di un arbitrato gestito dalla Consob è stato accolto positivamente in seno alla Commissione, perché viene considerato accettabile il principio di trovare il modo di risarcire quanti hanno subito perdite se i loro redditi sono particolarmente bassi.

Tuttavia, le stesse fonti hanno reso noto che Bruxelles non considera invece accettabile l’ipotesi di un intervento in termini di “aiuti umanitari”.

Va detto che una ulteriore soluzione è considerata percorribile dalla Commissione Europea: la concessione di un prestito alle quattro banche coinvolte, in modo che esse possano risarcire i risparmiatori più deboli, a condizione che le stesse istituzioni provvedano poi a restituire il debito allo Stato una volta ricreata liquidità con la cessione di propri asset.

Il Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, ha assicurato che le situazioni legate al dissesto delle banche cono considerate con “un impegno che è massimo” e con la convinzione di fare “il meglio ed essendo sicuri di aver fatto il meglio”.

L’arbitrato della Consob sulle perdite subite dai risparmiatori che avevano investito sulle obbligazioni subordinate di Banca Etruria, Banca Marche, Carife e Carichieti sarà articolato in quattro punti chiave.

Il primo è che l’arbitrato dovrebbe valutare caso per caso le vicende dei risparmiatori che avevano acquistato obbligazioni subordinate delle quattro banche, stabilendo per questo se i risparmiatori siano stati indotti dalle stesse banche a investire senza essere pienamente consapevoli e informati del rischio inerente a questi prodotti finanziari. La soluzione dell’arbitrato extra-giudiziario sotto l’egida della Consob è simile a quella già sperimentato con successo in Spagna durante la crisi bancaria di due anni fa, che la Commissione appoggiò fortemente.

Il secondo aspetto consiste nel fatto che i risparmiatori riuscenti a dimostrare di essere stati ingannati o non sufficientemente informati dei rischi da parte degli intermediari finanziari al momento dell’acquisto delle obbligazioni subordinate, potranno riavere i soldi investiti, rifacendosi sui fondi di liquidazione per i rimborsi ai creditori delle quattro banche.

Il terzo punto riguarda il ruolo dello Stato in questa vicenda. Da Bruxelles è trapelato che la Commissione non avrebbe niente da obiettare se lo Stato anticipasse subito i rimborsi per i risparmiatori aventi diritto a seguito della procedura d’arbitrato, ma questa apertura sarebbe condizionata al successivo recupero del capitale dai fondi di liquidazione. In Spagna, due anni fa, la crisi bancaria causò perdite per 15 miliardi di euro ai detentori di obbligazioni subordinate, ma a seguito della procedura di arbitrato il 10-15% delle perdite sono poi state compensate agli investitori non professionali vittime comprovate del “misselling”. Alcune banche – che dopo la ristrutturazione hanno continuato a operare sul mercato – hanno pagato direttamente i rimborsi, mentre altre, quelle liquidate, lo hanno fatto attraverso i loro fondi di liquidazione.

Infine, quarto punto, sfuma l’idea meno praticabile di un intervento di tipo “umanitario”, ipotizzato martedì scorso dal ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, a favore dei piccoli risparmiatori a basso reddito che hanno perso tutti i loro investimenti.

La Commissione ha rilevato che i governi degli Stati membri sono liberi di sostenere finanziariamente persone vittime di circostanze eccezionali e impreviste – come avviene per un’emergenza meteorologica – ma che nel caso dei risparmiatori si ha a che fare con rischi prevedibili e previsti. In ogni caso non vi può essere alcun legame diretto fra le persone che ricevono il sostegno pubblico e le quattro banche liquidate. Secondo la Commissione, non è possibileche lo Stato paghi direttamente le perdite subite dai detentori delle obbligazioni subordinate, perché questo sospenderebbe di fatto il regime del “bail in“, ovvero del salvataggio interno delle banche, stabilito dalle norme europee.

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