Libia, agguato dell’ISIS contro truppe italiane, britanniche e libiche, con morti, feriti e ostaggi?

Secondo il noto sito di intelligence Debka, truppe jihadiste dello Stato Islamico avrebbero attaccato forze speciali italiane e britanniche che, insieme a milizie libiche lealiste, si stavano spostando da Misurata a Sirte. Ci sarebbero morti e feriti tra i militari italiani, ma forse anche militari presi prigionieri dall’ISIS. Notizia ancora senza conferme ufficiali

Roma – Combattenti jihadisti dello Stato Islamico avrebbero attaccato mercoledì scorso (27 Aprile) un convoglio militare costituito da fucilieri di Marina della Brigata San Marco, forze speciali britanniche (presumibilmente SAS, Special Air Service) e militari libici delle forze lealiste, al comando di ufficiali legati al generale Khalifa Belqasim Haftar, ministro della Difesa e capo delle Forze Armate Libiche afferenti al Governo cosiddetto di Tobruk (espressione del Parlamento eletto alle elezioni di giugno 2014).

Lo rivela il sito di intelligence Debka File, specializzato in Medio Oriente e con base in Israele, spesso anticipatore di notizie strategiche e che vanterebbe fonti nell’intelligence di Tel Aviv.

Secondo Debka, il convoglio si stava spostando da Misurata e si dirigeva verso Sirte, roccaforte dello Stato Islamico in Libia. L’attacco sarebbe avvenuto con un’auto bomba e successivamente milizie sul terreno avrebbero attaccato i militari dell’autocolonna, che avrebbe resistito anche grazie alla copertura aerea intervenuta con aerei ed elicotteri d’attacco francesi e italiani.

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Lo stesso informa che ci sarebbero morti e feriti tra i militari italiani, mentre nulla si saprebbe di feriti o caduti britannici e libici. Secondo alcune indiscrezioni raccolte da Debka, sarebbero stati presi degli ostaggi, anche se non se ne conosce ancora l’identità.

Per Debka Files, il comando congiunto stabilito tra Italia, Francia, Germania, Gran Bretagna e Stati Uniti avrebbe imposto sullo scontro una deliberata censura ai media dei rispettivi Paesi, considerato che l’incidente potrebbe rallentare l’intervento programmato a sostegno del governo di Fayez AlSerraj, costituito grazie alla mediazione dell’ONU, ma ancora confinato in una base militare nei pressi di Tripoli, perché di fatto rifiutato dal cosiddetto Governo di Tripoli (islamisti vicini alla Fratellanza Musulmana) e non approvato dal Parlamento di Tobruk, finora riconosciuto quale parlamento legittimo della Libia.

Debka File sottolinea che le modalità operative del supposto attacco del 27 Aprile scorso sarebbero simili a quelle utilizzate in Sinai da Anār Bayt al-Maqdis, il gruppo salafita conosciuto anche come Willayat Sinai.

L’attacco sarebbe avvenuto il giorno precedente l’intervento in Parlamento del ministro degli Esteri italiano, Paolo Gentiloni, per smentire la decisione di inviare truppe in Libia a sostegno del governo di unità nazionale sostenuto dalle Nazioni Unite.

Tuttavia, nonostante il Parlamento italiano non abbia ancora autorizzato espressamente alcun dispiegamento militare in Libia, con un provvedimento ad hoc, inserito nel decreto di rinnovo delle missioni all’estero e approvato pochi giorni dopo l’attacco jihadista a Parigi nel mese di novembre 2015, il presidente del Consiglio ha esteso ai militari impegnati in situazioni particolare le prerogative e le guarentigie riconosciute agli operatori dell’intelligence, di fatto coprendo forze speciali e forze anfibie (se utilizzate in scenari riservati) le garanzie funzionali degli agenti segreti e, di converso, la possibilità di essere utilizzati in contesti bellici non dichiarati (ne ha disquisito con precisione Mario Sechi sul proprio blog qui).

Fonti ufficiali della Difesa non hanno commentato la notizia, che deve ancora essere verificata al 100%, anche se – lo ripetiamo – Debka Files ha spesso anticipato di molti giorni notizie poi confermate. Speriamo si sbaglino questa volta.

SI RINGRAZIA ALEX CARONE PER LA SEGNALAZIONE – © RIPRODUZIONE RISERVATA

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