Genio e memoria, il MART di Rovereto celebra Umberto Boccioni

Suggestioni visive e novità futuriste per una mostra imperdibile nel Centenario della morte dell’artista futurista

Rovereto – Dopo il successo della mostra milanese a Palazzo Reale, anche il Mart di Rovereto si prepara a ospitare l’esposizione “Umberto Boccioni (1882-1916). Genio e Memoria” per il Centenario della morte del maggior esponente del futurismo italiano. A cura di Francesca Rossi, in collaborazione con Agostino Contò, da domani 5 novembre al 17 febbraio 2017, 150 opere – tra disegni, sculture, dipinti, incisioni, fotografie, libri e riviste – accompagneranno i visitatori alla scoperta di un artista morto in modo prematuro a soli 33 anni per una caduta da cavallo, ma in grado di attraversare tutte le correnti artistiche dell’epoca – divisionismo, simbolismo, espressionismo, cubismo – in un decennio di attività e di segnare la strada di un’avanguardia storica italiana, ma di respiro internazionale.

Il taglio critico pensato dai curatori – che incentiva anche un dialogo con le opere della collezione museale – intende offrire al pubblico una selezione visiva di tutte le influenze riscontrabili nell’arte di Boccioni e da lui dichiarate: dalla formazione con Balla fino all’incontro con Marinetti e la firma del manifesto della pittura futurista. Nella mostra sono evidenti l’attenzione iniziale verso la pittura dal vero e i giochi di luce e colore, la matrice divisionista di Seurat e l’avvicinamento al Simbolismo di Previati e all’espressionismo tedesco che gli consentirono una riflessione maggiore sull’interiorità dell’uomo come dimostra la ricorrente presenza della figura materna in molte opere.

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In tal senso diviene elemento chiarificatore, all’interno dell’esposizione, l’Atlante della memoria, un album di immagini tracciate dallo stesso Boccioni in cui si susseguono tutti i suoi riferimenti iconografici, artisti quindi che esercitarono una forte suggestione e che, in alcuni casi, sono esposti all’interno del Mart. La presenza però in mostra di capolavori come “Costruzione spiralica” (1913-1914) crea uno spartiacque imprescindibile: il passaggio al futurismo.

È il 1910 l’anno di cambiamento. La conoscenza di Giovanni Marinetti e l’adesione repentina all’avanguardia lo faranno approdare subito a una pittura in cui, oltre alla scomposizione della luce, si riscontra quella dei volumi e delle forme, influenzata dal cubismo conosciuto grazie alla presenza a Parigi di Marinetti e Severini, ma con una novità. Diversamente dal cubismo che suddivideva uno stesso soggetto in più immagini ricavandone una visione d’insieme nuova, il futurismo scelse di intersecare più soggetti tra di loro in una diversa profondità strutturale; uno sparpagliamento volto a raffigurare il dinamismo della natura e degli stati d’animo dell’uomo che sarà fulcro del pensiero futurista.

La «sensazione dinamica» – che lo stesso Boccioni spiegò nel manifesto della pittura futurista – non era altro, infatti, che un superamento della visione statica del cubismo e la sintesi di ciò che si vede e si sente, di quel dinamismo universale che tutto deforma. Così gli oggetti vengono smembrati secondo le loro linee-forza, dure e rette, per esprimere il movimento secondo il principio futurista per cui «il moto e la luce distruggono la materialità dei corpi». Icona indiscussa di questa idea è la celeberrima scultura, esposta al Mart, “Forme uniche nella continuità dello spazio”. In essa Boccioni racchiude tutta la poetica futurista: la rottura con la tradizione, la complessità plastica, la spinta verso il domani, il ritmo meccanico della natura.

Ecco che quell’uomo in movimento, straordinariamente potente e imponente, a tratti irriconoscibile a causa della deformazione data dal movimento scattante, dalla sua corsa sfuggente e ottimistica verso il tempo, ecco che quell’uomo fa emergere il respiro internazionale del futurismo, il suo essere interprete e, al tempo stesso, suggeritore di una modernità sempre più incalzante, aperta con speranza verso il futuro e caratterizzata dalla velocità che, forse già allora come un novello Giano bifronte, stava condizionando la vita degli uomini al punto da modellarne e, in parte, fagocitarne i corpi.

(Credit Photo: MART) © RIPRODUZIONE RISERVATA

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“Umberto Boccioni. Genio e memoria” LUOGO: Mart – Corso Bettini 43 – Rovereto (TN)

ORARI: da Martedì a Domenica, dalle 10 alle 18. Venerdì dalle 10 alle 21. Lunedì chiuso

TICKET: Con prevendita: 12 € Intero | 8 € Ridotto e giovani dai 15 ai 26 anni | 1 € Minori di 15 anni

INFO: “Umberto Boccioni Genio e memoria” – Sito MART