FCA come Toyota: dal 2022 stop ai motori diesel

Secondo il Financial Times la decisione di non produrre più motori diesel dipenderebbe dal crollo della domanda per queste motorizzazioni e dai costi crescenti per mantenere gli standard delle emissioni in linea con le future norme europee e americane. Motori diesel confermati per mezzi commerciali. FCA segue Toyota e VW nell’abbandono del motore diesel. Elettrificazione? Chissà…

Londra – Secondo il quotidiano finanziario britannico Financial Times, dal 2022 Fca abbandonerà i motori diesel per le auto passeggeri, a causa del crollo della domanda di queste motorizzazioni e ai costi crescenti per rendere la tecnologia aderente alle norme sulle emissioni nocive in atmosfera, secondo gli standard europei e americani.

Il FT spiega che questa decisione, che segue quella di Toyota comunicata qualche mese fa, riguarderà tutti i brand ed è spiegata nel nuovo piano finanziario che sarà presentato agli azionisti il prossimo primo giugno. Fca non ha commentato la notizia ai giornalisti del Financial Times che hanno contattato l’ufficio stampa. 

Il gruppo americano-olandese-britannico-italiano (si fa per dire…) ha nel proprio portafoglio i brand Jeep, Ram, Dodge, Chrysler, Alfa Romeo, Fiat , Lancia e Maserati. L’annuncio segue quello di Toyota e anche del Gruppo VW-Audi della scorsa settimana, ma in quest’ultimo caso per un deciso piano di elettrificazione della gamma secondo step di sviluppo, che attraverserà fasi intermedie per rendere ibride tutte le motorizzazioni, in prospettiva dell’abbandono definitivo di quelle endotermiche.

Sempre secondo quanto anticipato dal FT, Fca avrebbe deciso di non produrre più auto diesel, ma manterrà questa motorizzazione sui propri veicoli commerciali, compresa la gamma di pick-up degli Stati Uniti, come il RAM 1500.

Fca è stata l’unica grande casa automobilistica in Europa, lo scorso anno, a vedere aumentare la propria quota di vendite di diesel, un risultato cui ha contribuito sicuramente il mercato italiano, in cui la domanda di motori a ciclo diesel è ancora robusta. 

Secondo i dati diffusi da Jato Dynamics, il 40,6% delle auto vendute da FCA in Europa sono state diesel nel 2017, in leggero aumento rispetto al 40,4% dell’anno precedente. In Europa le vendite di auto diesel nel 2017 sono scese dell’8%, attestandosi al 43%, in Italia invece rappresentano ancora il 56%.

Una volta il motore diesel era il più diffuso in Europa, anche per il costo minore del gasolio da autotrazione rispetto alla banzina, ma dopo il dieselgate ha perso quote di mercato, anche per l’avversità politica e i piani di molte città europee che vogliono vietare l’uso di auto diesel nei prossimi anni. Per anni, i governi e le case automobilistiche hanno promosso il diesel per ridurre le emissioni di CO2 rispetto alla benzina. Le rivelazioni del 2015 – secondo le quali il Gruppo Volkswagen-Audi avrebbe montato su 11 milioni di motori un software progettato per ingannare i regolatori sui livelli di inquinamento – ha scatenato la reazione politica in tutto il mondo e i governi hanno avviato politiche disincentivanti per questo tipo di carburante. 

Per Fca, la decisione di abbandonare la motorizzazione diesel sulle auto sarebbe motivata anche dallo sforzo finanziario necessario a rendere questa tecnologia conforme alle sempre più severe norme sulle emissioni, sia in Europa che in America (dove però i motori a gasolio rappresentano da sempre una fetta di nicchia del mercato). Secondo stime di settore, il costo per lo sviluppo di motori diesel conformi alle nuove norme europee sarà maggiore del 20% rispetto al passato, rendendo le auto meno accessibili ai consumatori. Allo stesso tempo, diminuiscono i costi delle auto elettriche su cui i produttori stanno puntando per abbattere le emissioni.  

Tuttavia, sull’impegno di FCA nella elettrificazione della gamma vige un silenzio assordante, che rende il Gruppo di Detroit-Torino ai mergini dello sviluppo di questo tipo di motorizzazione, su cui sembra spostarsi l’asse produttivo dei grandi gruppi automobilistici e nonostante la presenza di Magneti Marelli, depositaria di tecnologia al top di settore, tanto da essere uno dei pilastri industriali della Formula E, il campionato del mondo che si corre con monoposto mosse da propulsori totalmente elettrici.

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John Horsemoon

Sono uno pseudonimo e seguo sempre il mio dominus, del quale ho tutti i pregi e i difetti. Sportivo e non tifoso, pilota praticante(si fa per dire...), sempre osservante del codice: i maligni e i detrattori sostengono che sono un “dissidente” sui limiti di velocità. Una volta lo ero, oggi non più. Correre in gara dà sensazioni meravigliose, farlo su strada aperta alla circolazione è al contrario una plateale testimonianza di imbecillità. Sul “mio” giornale scrivo di sport in generale, di automobilismo e di motorsport, ma in fondo continuo a giocare anche io con le macchinine come un bambino.