Salone dell’Auto di Ginevra, una festa della libertà

L’auto e il mondo che ruota attorno all’automotive hanno un carattere distintivo: promuovono la libertà di movimento, un diritto umano insopprimibile, che verrebbe leso se l’accesso venisse compresso. A Ginevra oggi apre al pubblico l’88° Salone Internazionale dell’Auto

Ginevra – La libertà di movimento è un diritto umano, oggi lo percepiamo così, tanto da giustificare perfino migrazioni di massa che proprio esercizio di tale libertà non sembrano. Ma cento anni fa era così? No, almeno non nella dimensione che noi percepiamo oggi.

A Ginevra da oggi si celebra la libertà di movimento e lo strumento che più di ogni altro ne ha reso possibile l’esercizio: l’automobile. Alle 10 di oggi, l’88° Salone Internazionale dell’Auto di Ginevra ha aperto al pubblico i battenti e i visitatori potranno intraprendere un viaggio nei desideri, nei sogni e nei programmi personali che ruotano intorno all’automobile, alla libertà di movimento e, tout court, alla libertà in quanto tale.

L’auto vive uno dei momenti più delicati della propria storia, grazie all’emergere di nuove tecnologie che ne cambieranno in modo deciso e irreversibile modi di guidare e uso di fonti di energia sempre più ‘sociali’, ecosostenibili e tese alla soluzione di molti dei problemi connessi alla circolazione stradale (si pensi all’interazione in tempo reale tra auto e i sistemi di assistenza alla guida, che renderà più difficile il verificarsi di incidenti per collisione); e a causa della concentrazione in atto a livello globale nel settore automotive, fenomeno volto alla realizzazione di economie di scala che consentiranno la sopravvivenza di molti costruttori, ma anchela  diminuzione tendenziale dei prezzi per l’utente finale.

Il Salone di Ginevra è una festa della libertà, dove ciascuno potrà toccare con mano l’automobile desiderata, quella che si intende acquistare, quella che si sogna solamente perché il proprio reddito non ne consentirebbe mai l’acquisto. Ma tutte le auto esposte, ciascuna nel proprio regno e nella propria dimensione, inneggiano alla libertà, perché ne rendono possibile l’esercizio.

I brand italiani, in particolare, riecheggiano l’idea di sogno: Ferrari e Maserati incarnano i desideri di molti appassionati dell’auto, ma la stragrande maggioranza non potrà mai acquistarne un esemplare, seppure non declina la passione per queste case automobilistiche, fin qui protagoniste della storia dell’automobile.

Tuttavia, una riflessione sorge spontanea e inevitabile: le case italiane stanno pensando al futuro? Fiat, Maserati, Ferrari (Jeep e gli altri brand non sono italiani, ma la loro storia industriale influenza e influenzerà la società italiana: si pensi alla produzione della Renegade, che ha incrementato la voce esportazioni negli ultimi anni) stanno progettando l’auto di domani, interconnessa, dotata di sistemi che ne rendano possibile la guida autonoma ed elettrica?

Non sembra che le case italiane di FCA stiano giocando un ruolo in questa partita sul futuro dell’auto. La loro posizione è di retroguardia, passiva, nonostante non manchino capacità (leggasi alla voce ‘Magneti Marelli’) e risorse (umane e finanziarie). Semplicemente finora è stato scelto (gli azionisti di FCA hanno scelto) di stare in apparente attesa.

L’assenza (visibile) di FCA dal grande gioco dell’elettrificazione della gamma e dello sviluppo di sistemi di guida autonoma rende l’Italia meno forte dal punto di vista industriale. E rende gli appassionati italiani dell’auto naturalmente più propensi a guardarsi attorno.

A nessuno sarà sfuggito che FCA è l’unico grande gruppo automobilistico mondiale a non proporre concept car ai saloni dell’automobile in Europa. Un vulnus che salta agli occhi e i confronti sono terribili: altre case automobilistiche hanno continuato nel tempo a esercitare la fantasia costruttiva, non gli italiani. L’ultimo concept di FCA – Chrysler Portal – fu presentato al CES di Las Vegas nel gennaio 2017. Lo avete mai visto in Europa?

Audi Q6 e-Tron, il concept car full electric della casa di Ingolstadt sta già girando in alcune città europee in test pre-serie (Foto © VINCENZO SCICHILONE 2018 – RIPRODUZIONE RISERVATA)

 

Un vulnus di FCA, non dell’inventiva italiana. Si veda, ad esempio, il destino di Pininfarina, Italdesign e Bertone, la prima acquisita dagli indiani di Mahindra e oggi rinata; la seconda acquistata da Volkswagen, con l’estromissione dei Giugiaro (oggi di nuovo protagonisti con GFG Style); la terza addirittura scomparsa. FCA aveva capacità finanziarie (e forse anche il dovere sociale) di non concedere queste risorse intellettuali all’industria straniera o europea. Questo non è avvenuto.

I sogni degli appassionati italiani dovranno essere coltivati su altre automobili, elettriche, con guida autonoma, più sicure, meno pericolose (forse…) e più rispettose dell’ambiente. Coltivando la passione per l’automobile si continua a tributare l’onore allo strumento che ne ha perciò reso possibile l’esercizio quotidiano.

Buon Salone dell’Auto di Ginevra, buona festa della libertà.

(Foto Vincenzo Scichilone) © RIPRODUZIONE RISERVATA

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John Horsemoon

Sono uno pseudonimo e seguo sempre il mio dominus, del quale ho tutti i pregi e i difetti. Sportivo e non tifoso, pilota praticante(si fa per dire...), sempre osservante del codice: i maligni e i detrattori sostengono che sono un “dissidente” sui limiti di velocità. Una volta lo ero, oggi non più. Correre in gara dà sensazioni meravigliose, farlo su strada aperta alla circolazione è al contrario una plateale testimonianza di imbecillità. Sul “mio” giornale scrivo di sport in generale, di automobilismo e di motorsport, ma in fondo continuo a giocare anche io con le macchinine come un bambino.