Crisi India-Italia. Il Cocer Difesa alla politica: per i fucilieri di Marina il tempo è scaduto
Vibrante dichiarazione rilasciata da Paolo Gerometta, il generale di divisione con grande esperienza, anche internazionale, che guida l’organo di rappresentanza di tutto il comparto difesa. “Ridare dignità ai cittadini con le stellette e alla parte onesta dell’Italia che rappresentano”
I militari stanno perdendo la pazienza verso la politica, una sensazione che abbiamo già da qualche settimana, ossia dalla fine dello scorso mese, quando scoppiò il caso del rientro in India di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, i due fucilieri di Marina inquisiti in India per aver ucciso due pescatori del Kerala, scambiati per pirati durante un’azione antipirateria. Dieci giorni prima, il governo aveva comunicato che i due militari del “San Marco” non sarebbero tornati in India, malgrado gli affidavit accordati per tornare in Italia a votare, perché la sentenza del 18 gennaio scorso della Corte Suprema aveva riconosciuto implicitamente la posizione dell’Italia (fatti avvenuti in acque internazionali, magistratura del Kerala incompetente).
Poi, dopo le proteste del governo indiano e una vergognosa iniziativa della Corte Suprema del Paese asiatico, che aveva di fatto sequestrato l’ambasciatore italiano Daniele Mancini, dichiarandone decaduta l’immunità diplomatica e violando ancora una volta il diritto internazionale, la clamorosa marcia indietro: Latorre e Girone tornano in India, a poche ore dal termine di scadenza del permesso di un mese concesso loro e, soprattutto, in modo del tutto “spintaneo”.
Qualche giorno dopo, il ministro degli esteri, Giulio Terzi, rassegnava in diretta televisiva le proprie dimissioni, nel corso dell’audizione alla Camera dei Deputati richiesta proprio per il precipitare della crisi, mentre il collega alla difesa – ammiraglio Di Paola – non seguiva l’esempio di Terzi, pur condividendo sia la ricostruzione che le conclusioni sui fatti.
Ne è seguito un dibattito furioso sull’applicabilità della pena di morte ai due fucilieri di Marina, con toni apocalittici segno delle vere intenzioni dell’India: lucrare quanto più possibile sulla sorte dei due militari italiani. Qualche giorno fa, prima è emersa una relazione “fantasma” della Marina, di cui ha parlato solo “la Repubblica”, secondo cui i responsabili della morte dei pescatori erano altri militari italiani, citandone il cognome; poi che la questione fosse stata avocata dai servizi di intelligence antiterrorismo indiani.
Ieri, invece, Staffan de Mistura ha confermato quanto anticipato in mattinata dall’emittente televisiva indiana Cnn-Ibn, secondo cui il caso che vede coinvolti Latorre e Girone sarebbe stato sottratto dalle competenze della Nia (National Investigation Agency), il servizio segreto indiano, per assegnarlo a quelle della Cbi (Centra Bureau of Investigation), l’equivalente indiano dell’FBI. Questa mossa sarebbe l’unica che consentirebbe di escludere, una volta per tutte, la possibilità che si applichi la pena di morte nei confronti dei due militari del Battaglione San Marco.
“E’ un fatto positivo, è quello che chiedevamo” – ha affermato il viceministro degli esteri italiano, Staffan De Mistura, che ha sottolineato come ci siano momenti “in cui la diplomazia lavora silenziosamente“. Detto a margine di un incontro organizzato a Roma sulle Primavere arabe deve essere sembrato troppo alle rappresentanze militari, che in tutta la vicenda hanno finora mostrato la pazienza di Giobbe.
L’entusiasmo di de Mistura deve aver avuto l’effetto della goccia che fa traboccare il vaso, così prima il Cocer della Marina ha ritenuto fosse arrivato il momento per un “ineludibile un autorevole intervento del Governo” sulla vicenda dei due marò trattenuti in India. Poi è stata la volta del Cocer difesa a manifestare critiche e richieste perentorie, per iniziativa del presidente, il generale di brigata Paolo Gerometta, il quale ha scritto parole di fuoco costituenti una vera e propria messa in mora della politica e della classe dirigente italiana nella sua interezza.
Il comunicato è significativo e ne lasciamo la lettura integrale ai nostri quattro lettori. Ci preme osservare tuttavia che i toni sono decisi, inequivocabili, fermi e denotano una stanchezza che potrebbe presto esplodere in atti eclatanti. Non pensiamo certo a improbabili “colpi di Stato”, ma piuttosto a un gesto simbolico che indichi una cesura di rapporti tra la partitocrazia inconcludente e un mondo, quello militare, che ha compiuto veri e propri salti di maturazione tecnica, professionale e comportamentale in delicate zone di intervento umanitario, secondo i dettami della nostra Carta Costituzionale e dei principi delle Nazioni Unite. Questa gente è stanca di servire un Paese che non li difende. E molti cittadini, senza e con le stellette, sono d’accordo con i militari.
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Il comunicato del COCER DIFESA
Caso fucilieri di Marina… Un nuovo 8 settembre per l’Italia e per la sua classe politica
Il Cocer comparto Difesa si schiera unito al fianco del Cocer marina e di tutto il personale della stessa forza armata nell’azione di supporto per l’immediato rientro in Italia dei due colleghi trattenuti in India.
In merito alla vicenda appare altresì necessario stigmatizzare e dire basta alle continue speculazioni in chiave elettorale e politica che alcuni, anche in questi giorni, continuano a manifestare, allo stillicidio mediatico di informazioni di persone pseudo informate e che mirano solamente a nascondere le vere responsabilità sull’impiego di personale militare senza le dovute garanzie, ai continui attacchi ai servitori dello Stato in uniforme, rappresentati solo come portatori di inesistenti privilegi, alle dichiarazioni anche di organi istituzionali che umiliano coloro che rischiano la vita nell’interesse della nazione e quindi di tutti i cittadini, allo scarico di responsabilità a cui abbiamo assistito nei giorni scorsi ed assistiamo ancora oggi anche da parte di organi di Governo”ì.
Il Cocer comparto Difesa viste anche tutte le richieste disattese, ritiene che il tempo sia ormai scaduto. Pertanto è giunto il momento di fare chiarezza e operare concretamente non solo per il ritorno a casa dei fucilieri di Marina, ma anche per ridare la dovuta dignità ai cittadini con le stellette e alla parte onesta dell’Italia che rappresentano quotidianamente.
Il presidente dell’organismo, generale B (EI) Paolo Gerometta