Letta alla Camera per la fiducia: ripartire da fisco più equo, lavoro, partecipazione, responsabilità. Europa è passato, presente e futuro
Reddito minimo per le famiglie bisognose, rivedere il finanziamento pubblico per i partiti e via ai doppi stipendi per i ministri, cambiare legge elettorale. Ottenuta la fiducia alla Camera, martedì si replica al Senato
Roma – Enrico Letta ha iniziato il suo discorso per la richiesta della fiducia alla Camera dei Deputati con un omaggio al capo dello Stato, Giorgio Napolitano, al quale è stata rivolta “sincera gratitudine” per aver accettato la riconferma al Quirinale, di fronte al “momento eccezionale” vissuti dall’Italia e dall’Europa.
Napolitano, secondo Letta ha voluto dare alla politica italiana “una ultima opportunità ultima opportunità di essere degni del nostro ruolo, di servire il Paese attraverso il rigore, un esempio di competenza attraverso una delle stagioni più dolorose”, parole non equivocabili, nette, significative. “Accogliendo il suo appello” il presidente del Consiglio si è rivolto ai deoutati con “il linguaggio sovversivo della verità, con la fortissima consapevolezza dei miei limiti ma impegnandomi a fare di tutto perché le mie spalle siano larghe e solide”.
“La prima verità è che la situazione economica del Paese è grave” e il peso del debito pubblico può “schiacciare le prospettive economiche del Paese”. Ne consegue che la disciplina di finanza pubblica rimane ”indispensabile”, anche se in sede europea occorre “individuare strategie per la crescita” senza compromettere il risanamento. Poi Letta ha presentato il programma di governo. Un programma che dovrà essere sottoposto al voto di fiducia, atteso in serata a Montecitorio e martedì al Senato.
SOSPENSIONE PAGAMENTO IMU A GIUGNO, PER RIORDINO – “Bisogna superare l’attuale sistema di tassazione della prima casa, intanto con lo stop ai pagamenti di giugno per dare il tempo a governo e Parlamento di elaborare insieme ad applicare rapidamente una riforma complessiva che dia ossigeno alle famiglie soprattutto quelle meno abbienti” Letta ha puntualizzato come primo punto del programma, con la prospettiva di coniugare crescita e coesione. “Saremo seri e credibili sul risanamento dei conti pubblici: basta con i debiti scaricati sulla vita delle generazioni successive, ecco perché la riduzione fiscale senza indebitamento sarà un obiettivo a tutto campo”. Oltre che essere un obiettivo ambizioso e storico, aggiungiamo.
ALLENTAMENTO PATTO STABILITÀ INTERNO – Altro punto evidenziato da Letta è stato la necessità di lavorare per un “allentamento del patto di stabilità interno”, perché “di solo risanamento l’Italia muore. Dopo più di un decennio senza crescita, le politiche per la ripresa non possono più attendere. Non c’è più tempo”’, ha chiarito il presidente del Consiglio.
CERTEZZA DI DIRITTO E LOTTA ALLA CORRUZIONE E ALLA CRIMINALITA’ – Letta ha sostenuto che la “certezza del diritto”, ma soprattutto “impegno alla moralizzazione della vita pubblica” e “lotta alla corruzione”, perché “la giustizia nel suo complesso deve essere per i cittadini”, mentre attualmente il sistema giudiziario vanifica spesso gli sforzi dei privati. Occorrono “tempi certi” per le procedure e le sentenze, poi ha definito “intollerabile” la situazione carceraria, che costa al Paese sanzioni vergognose. Le diverse condizioni di sviluppo del Paese sono state causate da “decenni di inadempienze delle classi dirigenti” ha affermato Letta, senza fare sconti a nessuno e “il divario non è un accidente della Storia”. Nel sud, ha riconosciuto Letta la criminalità si esprime con per mezzo di un “arrogante controllo del territorio”.
PRIMO DECRETO PER ELIMINARE STIPENDI MINISTRI – Un segnale di cambiamento Letta ha voluto lanciarlo diverse volte anche ai partiti che non daranno la fiducia al proprio governo, ma che fanno della riduzione dei costi della politica un pilastro fondamentale della propria piattaforma. “Ognuno deve fare la sua parte e per fare un esempio” ha affermato il presidente del Consiglio “dico una cosa che non sanno nemmeno i ministri: il primo atto del governo sarà eliminare con urgenza lo stipendio dei ministri parlamentari in aggiunta all’indennità”. Qualcuno ha notato, anche sui social network, come tra chi applaudiva non ci fossero i ministri, una caduta di stile.
FINANZIAMENTO PARTITI – Ma anche sul finanziamento della politica Letta ha avuto parole ecumeniche. Il sistema di finanziamento dei partiti va radicalmente riformato, perché “nessuno può sentirsi esentato dal dovere dell’autorevolezza, nessuno può considerarsi fino in fondo assolto dall’accusa di aver contaminato il confronto pubblico con gesti, parole, opere e omissioni”. Il primo partito delle scorse elezioni, ha ricordato Letta, è quello delle astensioni, con ben 11 milioni di cittadini a essere rimasti a casa. “O lo capiamo o la politica scompare” ha ammonito con veemenza il capo del governo. “Su questo sfondo – ha proseguito Letta – la riduzione dei costi della politica diventa un dovere di credibilità”, in primis sui rimborsi elettorali, visto che “tutte le leggi introdotte dal 1994 a oggi sono state ipocrite e fallimentari. Non rimborsi ma finanziamento mascherato e per di più di ammontare troppo elevato, come ha recentemente confermato la Corte dei Conti”. Due miliardi di euro, a fronte di spese certificate di circa mezzo miliardo, numeri incredibili che valgono mezza Imu sulla prima casa. Letta è stato perentorio: “il sistema va rivoluzionato, abrogando la legge esistente, introducendo misure di controllo e di sanzione, anche sui gruppi parlamentari e regionali”. Quindi, non abolizione tout court, ma riforma responsabile del finanziamento della politica.
STOP BUROCRAZIA OPPRIMENTE, RIVEDERE SISTEMA AUTORIZZAZIONI – In materia di libertà di impresa, Letta ha riconosciuto che “la burocrazia non deve opprimere la voglia creativa degli italiani, bisogna rivedere l’intero sistema della autorizzazioni e snellire le procedure”, una promessa con il sapore della minaccia.
LOTTA A EVASIONE – In tema fiscale, a parte l’Imu, Letta ha sostenuto la necessità di “coniugare una ferrea lotta all’evasione con un fisco amico dei cittadini, senza che la parola Equitalia debba provocare dei brividi quando viene evocata”.
GIOVANI E LAVORO PRIORITA’ ESECUTIVO – Il lavoro sarà “la priorità del governo” ha sottolineato Letta, “per uscire dall’incubo dell’impoverimento”. Sull’argomento, Letta ha steso un velo pietoso a parte della riforma Fornero, quando ha affermato che “bisogna ridurre le restrizioni ai contratti a termine” aiutando le “imprese ad assumere giovani a tempo indeterminato in una politica generale di riduzione del costo del lavoro”. L’abbattimento del cuneo fiscale è prioritario per tutte le figure contrattuali. Critica indiretta alla Fornero in materia di esodati: “con i lavoratori esodati” ha detto Letta “la comunità nazionale ha rotto un patto e la soluzione strutturale di questo tema è un impegno prioritario di questo governo”.
PIU’ SPAZIO ALLE DONNE – Il lavoro delle donne e le pari opportunità sono punti essenziali per la ripresa economica, su cui “occorre fare molto di più” perché “la maggiore presenza delle donne nella vita economica, sociale e politica dà straordinari contributi”.
REDDITO MINIMO PER FAMIGLIE BISOGNOSE CON FIGLI – Ma l’Italia non potrà riprendersi senza assicurare un sostegno minimo a chi è privo degli ammortizzatori sociali, che “andranno migliorati” ed esteri “a chi ne è privo a partire dai precari”, studiando “forme di reddito minimo per le famiglie bisognose con figli”. Letta si è poi chiesto: “Quanti bambini non nascono ogni anno per la precarietà che limita la scelte delle famiglie giovani”, non solo un dato demografico, ma una “ferita mortale”.
PATRIMONIO SPORTIVO – Il governo Letta intende scommettere sullo sport e sull’attività fisica come strumento di prevenzione sanitaria e di progresso del Paese. L’Italia deve “valorizzare il proprio grande patrimonio sportivo – ha detto il presidente del Consiglio – la pratica dello sport significa prevenzione contro le malattie, lotta all’obesità, formazione a stili di vita sani e leali e al rispetto delle regole. Dobbiamo impegnarci – ha detto Letta – per diffondere la pratica sportiva sin dalle elementari, con un piano di edilizia scolastica diffuso su tutto il territorio nazionale”.
RIFORME ISTITUZIONALI – L’Italia ha necessità di riformare le proprie istituzioni, anzitutto superando il “bicameralismo paritario, affidando a una sola camera il compito di dare la fiducia”. La seconda camera deve diventare “il Senato delle Regioni e delle autonomie, anche su una base di una chiara ripartizione delle competenze” ha affermato il presidente del Consiglio, in un quadro di riordino istituzioanale che passa per l’abolizione definitiva delle province, che però non significhi il perseguimento della “politica di tagli indifferenziati”, per valorizzare “Comuni e Regioni” e “rafforzare le loro responsabilità”. Bisogna poi chiudere – per Letta – “la partita del federalismo fiscale, rivedendo il rapporto tra centro e periferie, valorizzando le autonomie speciali”, un punto su cui la spinta alla conservazione è troppo forte, a discapito delle parti più dinamiche del Paese, strette in una ordinarietà assurda.
MONITO: DICIOTTO MESI PER LE RIFORME – Letta ha voluto chiarire che sulle riforme istituzionali intende scommettere le sorti del proprio governo: “questa volta l’unico sbocco possibile è il successo. Tra 18 mesi verificherò se il progetto sarà avviato verso un porto sicuro. Se avrò una ragionevole certezza che il processo di revisione della Costituzione potrà avere” successo – ha ammonito Letta – allora il nostro lavoro potrà continuare; in caso contrario, se veti ed incertezze dovessero minacciare e impantanare tutto per l’ennesima volta, non avrei esitazione a trarne esattamente le conseguenze”.
LEGGE ELETTORALE – Tra le riforme indispensabili, quella della legge elettorale. Occorre che la “legge elettorale sia in grado di garantire governi stabili per restituire legittimità al Parlamento e ai singoli parlamentari” ha detto Letta, ribadendo la necessità di reintrodurre le preferenze. “Occorre perlomeno il ripristino della legge elettorale precedente”, il mattarellum misto con collegi uninominale e quota proporzionale.
EUROPA – L’Europa è il passato dello sforzo dei Padri costituenti, il presente di difficoltà da risolvere e il futuro. “Il nostro obiettivo – ha detto Letta – sono gli Stati Uniti d’Europa”, con l’elezione diretta del presidente della Commissione. L’Europa significa pace e il premio Nobel attribuito lo scorso anno “non è alla memoria”.
Nel suo discorso Letta ha ricordato la visita fatta ieri ai due carabinieri feriti davanti Palazzo Chigi, venendo interrotto da un lungo applauso di tutta l’Aula di Montecitorio, con tutti i deputati in piedi. Anche il gruppo del M5S, che fino a quel momento non aveva mai applaudito, si è unito al doveroso tributo. “Ieri andando a visitare in ospedale Giuseppe Giangrande e Francesco Negri – ha spiegato Letta – sono stato impressionato dalla forza e dalla fermezza di Martina”, la figlia di Giangrande. “Il Parlamento si stringe a lei in momento così doloroso”, ha affermato il presidente del Consiglio, seguito ancora da applausi, un saluto che idealmente il presidente del Consiglio ha esteso ai “carabinieri e alle forze dell’ordine tutte” per il loro impegno encomiabile, spesso prestato in zone disagiate.
Infine un accenno anche al caso Marò: “bisogna trovare subito una soluzione per consentire il legittimo rientro in Italia il più presto possibile di Salvatore Girone e Massimiliano Latorre” salutati dall’ennesimo applauso.
Un discorso programmatico, a tratti innovativo e lucido, ma con qualche lacuna. Letta non ha chiarito come intende trovare le risorse per coprire le politiche di sostegno al reddito, di innovazione e di promozione indispensabili alla ripresa del Paese. Sarà la squadra economica, sotto la guida del capo del Governo, a trovare il bandolo della matassa.
In serata il governo Letta ha ottenuto la fiducia alla Camera, con 453 voti favorevoli, 153 contrari e 17 astenuti, tra i quali Pippo Civati.
© RIPRODUZIONE RISERVATA