SIM contraffatte, indagato Fabrizio Miccoli
È un periodaccio per il Palermo. Dopo la retrocessione in serie B, ecco arrivare la notizia delle indagini su Fabrizio Miccoli. Ancora una volta sotto accusa la sua amicizia con Mauro Lauricella, figlio di Antonio, boss della Kalsa.
Altra brutta notizia per il Palermo Calcio. Dopo l’amara retrocessione in serie B, infatti, ecco arrivare oggi un’altra mazzata: il capitano Fabrizio Miccoli sarebbe indagato nell’ambito di un’inchiesta della Direzione Investigativa Antimafia.
Come racconta Salvo Palazzolo su Repubblica, infatti, il calciatore leccese, in Sicilia dal 2007, si sarebbe fatto consegnare quattro SIM intestate ad altrettanti palermitani. Una di queste schede, inoltre, sarebbe stata prestata a Mauro Lauricella, suo amico, ma soprattutto figlio di Antonio, detto ‘u scintilluni’, boss della Kalsa (uno dei quartieri storici di Palermo), arrestato nel 2011 dopo sei anni di latitanza.
A Miccoli, pertanto, il pool condotto dal procuratore aggiunto Leonardo Agueci gli contesterebbe il reato di accesso abusivo a un sistema informatico, in concorso con il titolare di un centro Tim del centro del capoluogo siciliano.
L’amicizia di Miccoli con il figlio del boss Lauricella è nota da tempo. Già due anni fa, proprio nel periodo dell’arresto di ‘u scintilluni’, si fece un gran parlare sul fatto se il Romario del Salento (così com’è soprannominato nel mondo del pallone) sapesse di chi fosse figlio il suo amico.
A tal proposito, Mauro Lauricella due anni fa raccontò al Giornale di Sicilia che «Fabrizio non c’entra niente, non sapeva chi sono io e chi è mio padre. Non gli vado a raccontare tutto di me. Frequento l’ambiente del calcio e ci siamo conosciuti lì. Io ho giocato in serie C, gioco nella Palermitana, poi mi sono rotto un ginocchio».
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