Conti in rosso anche nel mese di aprile: per il mercato dell’automobile la crisi non accenna a placarsi
Il presidente di Federauto, Filippo Pavan Bernacchi, spera in un intervento mirato del nuovo Governo per migliorare la situazione del mercato italiano dell’automobile
Il mercato dell’automobile è in profonda crisi e il dato delle vendite che risale al mese di aprile non è altro che l’ennesima conferma. Nel quarto mese del 2013, le vendite delle automobili sono scese di quasi undici punti percentuali (-10,8%) rispetto ai dati fatti registrare lo scorso anno nel medesimo periodo, con sole 116.209 vetture immatricolate.
Filippo Pavan Bernacchi, presidente di Federauto (associazione che rappresenta i concessionari di auto, veicoli commerciali, camion e autobus di tutti i brand commercializzati in Italia), ha voluto rincarare la dose attraverso un intervento finalizzato ad ampliare il quadro delle vendite nel 2013, che si prospetta ancor più nero rispetto agli ultimi anni: “Nonostante l’iniezione dell’ultimo giorno del mese, praticata a suon di chilometri zero immatricolate in capo alle case e ai concessionari, il mese di aprile si è chiuso con un altro risultato negativo. Ma il dato nudo e crudo non rende giustizia alla sua drammaticità. Se verrà confermato questo trend l’anno potrebbe chiudersi attorno a 1.100.000 unità. Il che significherebbe 900.000 pezzi in meno rispetto alla soglia minima di sopravvivenza della filiera indicata dai maggiori analisti intorno ai 2.000.000 di pezzi“.
“Da un’altra prospettiva un mercato a 1.100.000 pezzi significherebbe una perdita di fatturato per il settore di 15,9 miliardi di euro. Cifra che per la sua rilevanza produce un senso di vertigine. E lo Stato sarebbe il più penalizzato poiché non introiterebbe circa 3,3 miliardi di euro della sola Iva, cui si aggiungerebbero diversi milioni di euro derivanti dal mancato apporto di altre tasse quali bollo, IPT. Poi si dovrebbe aggiungere il costo degli ammortizzatori sociali per centinaia di migliaia di lavoratori”, ha proseguito Pavan Bernacchi.
La situazione del mercato automobilistico italiano ha inoltre avuto ripercussioni dovute alla politica del governo Monti, che ha varato nuove tasse comprendendo anche gli autoveicoli, mettendo così in ginocchio un mercato già di per sé in crisi.
Con l’entrata in carica del nuovo governo, guidato da Enrico Letta, il presidente di Federauto auspica maggior attenzione delle istituzioni verso il mercato italiano dell’automobile, settore più penalizzato dai recenti interventi della politica finalizzati a risanare i conti dello Stato, ma che hanno peggiorato una situazione già critica: “Al presidente del Consiglio Letta, ai suoi nuovi ministri dell’Economia Saccomanni, del Lavoro Giovannini, dello Sviluppo Economico Zanonato e dei Trasporti Lupi, chiediamo di agire mettendo al più presto intorno al tavolo i rappresentanti di tutta la filiera automobilistica. Meritiamo priorità in quanto il mercato dell’auto ha subito una penalizzazione superiore a quella dell’economia del Paese che ci ha portati ad essere il fanalino di coda europeo, e la sfida per uscire dalla crisi passa anche per i numeri che esprimiamo: 11,4% del PIL, 16,6% delle entrate fiscali, 1.200.000 occupati fra diretto ed indotto allargato”.
Se il mese di aprile ha confermato le difficoltà del mercato italiani dell’automobile, secondo l’Osservatorio Findomestic i prossimi tre mesi proseguiranno il trend negativo del mese scorso, con le previsioni di acquisto che non subiranno cambiamenti tali da migliorare la situazione corrente. Per ciò che riguarda il prossimo trimestre, diminuisce il numero di chi si dimostra propenso all’acquisto di una vettura, sia nuova che usata, mentre rimangono stabili i dati riguardo l’ammontare di spesa previsto, con 18.174 euro per le vetture nuove e 7.372 euro per quelle usate.
Per il momento si tratta solo di dati e intenzioni, ma il panorama per l’automobile in Italia è sempre più oscuro. Servirà davvero un intervento mirato del nuovo Governo che, oltre a dover risanare l’ambiente politico e riacquistare la fiducia degli italiani, dovrà far fronte a una delle crisi economiche più devastanti mai occorse negli ultimi decenni.
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