In Grecia 600.000 bambini vivono sotto la soglia di povertà

A pochi passi dall’Italia oltre mezzo milione di bambini vive in condizioni di estremo disagio. Ecco i dati dell’UNICEF

Bambini in Grecia

Circa 600.000 bambini in Grecia vivono al di sotto della soglia della povertà. A dipingere questo tragico scenario è il Comitato ellenico del fondo Onu per l’infanzia.

Paese simbolo negli ultimi anni della crisi economica, la Grecia è oggi sempre più povera. E a pagarne le conseguenze non è solo la popolazione adulta. Vittime dell’austerity sono anche i bambini, che si trovano a vivere in condizioni disagiate e privi dei mezzi necessari per il sostentamento.

Già lo scorso anno l’Unicef aveva realizzato, in cooperazione con l’Università di Atene, la ricerca La condizione dei bambini in Grecia e i dati emersi erano davvero preoccupanti. Nel 2012 i minori sotto la soglia di povertà si aggiravano intorno ai 439.000. Secondo l’Unicef, le famiglie con un gettito economico insufficiente sono oggi il 20,1 per cento della popolazione, di questi questi il 33,4 per cento sono famiglie monogenitoriali. Un aumento considerevole rispetto all’anno scorso, quello denunciato dall’Unicef: «I bambini sono deprivati dai requisiti fondamentali per vivere una vita normale».

A rendere la situazione ancora più preoccupante è la crescita della micro criminalità minorile. Sono in costante aumento, infatti, i reati commessi dai bambini tra i 9 e i 13 anni: rispetto al 2011 la delinquenza minorile ha subito un incremento del 58%.

«La situazione è molto preoccupante», sostiene Lambros Kanellopoulos, presidente del Comitato greco dell’Unicef.

I bambini greci in stato di esclusione sociale rispetto al 2011 sono aumentati del 9,2 per cento, arrivando al 30,4 del totale. 320.000 bambini si trovano deprivati di condizioni minime per vivere una vita normale. Questi ultimi, infatti, secondo le stime, vivono al di sotto della soglia di povertà, termine indicante il reddito minimo che una famiglia di quattro persone deve guadagnare ogni mese per permettersi di pagare l’affitto della casa e i beni di prima necessità.

Un dato che mostra come una fetta tanto ampia della popolazione non raggiunga i livelli minimi di sussistenza (alimenti, vestiario e istruzione di base).

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