Papa Francesco: la “tragedia” siriana “può essere risolta solo col dialogo e la trattativa”

All’udienza generale del mercoledì, il Pontefice ha parlato ancora di Chiesa “madre”. “Una buona mamma che ci indica la strada da percorrere nella vita, che sa essere sempre paziente, misericordiosa, comprensiva, e che sa metterci nelle mani di Dio”. Presenti anche una delegazione del Ministero per gli affari religiosi del Vietnam e i vescovi della Chiesa latina di Terra Santa, Siria, Giordania, Iraq, Libano, Somalia e Paesi del Golfo

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Città del Vaticano – La “tragedia umana” siriana “può essere risolta solo col dialogo e la trattativa, nel rispetto della giustizia e della dignità di ogni persona, specialmente i più deboli e indifesi”. Ancora un appello di papa Francesco per una “una soluzione diplomatica e politica dei focolai di guerra” che ci sono nel mondo e in particolare in Siria. Un appello lanciato al termine dell’udienza generale ricordando che sabato prossimo, 21 settembre, è dedicato dall’Onu alla pace. Un appuntamento per il quale il Consiglio ecumenico delle Chiese invita alla preghiera.

“Invito i cattolici di tutto il mondo ad unirsi agli altri cristiani per continuare ad implorare da Dio il dono della pace nei luoghi più tormentati del nostro pianeta. Possa la pace, dono di Gesù, abitare sempre nei nostri cuori e sostenere i propositi e le azioni dei responsabili delle Nazioni e di tutti gli uomini di buona volontà”.

Prima dell’appello, nel discorso per l’udienza generale il Papa ha parlato della Chiesa come “una buona mamma, che ci indica la strada da percorrere, una mamma paziente, misericordiosa, comprensiva e che sa metterci nelle mani di Dio”. Per papa Francesco questo è il volto della Chiesa “non solo come è, ma anche quale volto dovrebbe avere sempre di più la Chiesa, questa nostra Madre Chiesa”.

Per la seconda settimana di seguito, dunque, il Papa ha dedicato all’immagine della “Chiesa madre” il discorso per l’udienza generale alla quale, tra le 60mila persone presenti in piazza san Pietro, c’erano anche una delegazione del Ministero per gli affari religiosi del Vietnam e i vescovi della Chiesa latina di Terra Santa, Siria, Giordania, Iraq, Libano, Somalia e Paesi del Golfo.

Il discorso di Francesco è stato un paragone tra “le nostre mamme, a tutto quello che fanno, che vivono, che soffrono per i propri figli” e la Chiesa, “una buona mamma che ci indica la strada da percorrere nella vita, che sa essere sempre paziente, misericordiosa, comprensiva, e che sa metterci nelle mani di Dio”.

Il Papa ha evidenziato tre punti: “Prima di tutto – ha detto – insegna a camminare nella vita, insegna ad andare bene nella vita, sa come orientare i figli, cerca sempre di indicare la strada giusta nella vita per crescere e diventare adulti. E lo fa con tenerezza, con affetto, con amore, sempre anche quando cerca di raddrizzare il nostro cammino perché sbandiamo un poco nella vita o prendiamo strade che portano verso un burrone”.

“La Chiesa fa la stessa cosa: orienta la nostra vita, ci dà degli insegnamenti per camminare bene. Pensiamo ai dieci Comandamenti: ci indicano una strada da percorrere per maturare, per avere dei punti fermi nel nostro modo di comportarci. E sono frutto – ma, sentite bene questo: – i Comandamenti sono frutto della tenerezza, dell’amore stesso di Dio che ce li ha donati. Voi potrete dirmi: ma sono dei comandi! Sono un insieme di “no”, “no”, “no”! Io vorrei invitarvi a leggerli – forse li avete un po’ dimenticati – e poi di pensarli in positivo. Vedrete che riguardano il nostro modo di comportarci verso Dio, verso noi stessi e verso gli altri, proprio quello che ci insegna una mamma per vivere bene. Ci invitano a non farci idoli materiali che poi ci rendono schiavi, a ricordarci di Dio, ad avere rispetto per i genitori, ad essere onesti, a rispettare l’altro… Provate a vederli così e a considerarli come se fossero le parole, gli insegnamenti che dà la mamma per andare bene nella vita. Una mamma non insegna mai ciò che è male, vuole solo il bene dei figli, e così fa la Chiesa”.

In secondo luogo, “quando un figlio cresce, diventa adulto, prende la sua strada, si assume le sue responsabilità, cammina con le proprie gambe, fa quello che vuole, e, a volte, capita anche di uscire di strada, capita qualche incidente. La mamma sempre, in ogni situazione, ha la pazienza di continuare ad accompagnare i figli. Ciò che la spinge è la forza dell’amore; una mamma sa seguire con discrezione, con tenerezza il cammino dei figli e anche quando sbagliano trova sempre il modo per comprendere, per essere vicina, per aiutare. Noi diciamo che una mamma – nella mia terra lo diciamo – che una mamma sa ‘dar la cara’. Cosa vuol dire, quello? Una mamma sa ‘metterci la faccia’ per i propri figli, cioè è spinta a difenderli, sempre”.

“La Chiesa è così, è una *mamma misericordiosa, che capisce, che cerca sempre di aiutare, di incoraggiare anche di fronte ai suoi figli che hanno sbagliato e che sbagliano, non chiude mai le porte della Casa; non giudica, ma offre il perdono di Dio, offre il suo amore che invita a riprendere il cammino anche a quei suoi figli che sono caduti in un baratro profondo, la mamma non ha paura di entrare nella loro notte per dare speranza. E la Chiesa non ha paura di entrare nella nostra notte, quando siamo nel buio dell’anima, della coscienza, per darci speranza: eh, la Chiesa è Madre e fa così!”.

E infine “una mamma sa anche chiedere, bussare ad ogni porta per i propri figli, senza calcolare, lo fa con amore. E penso a come le mamme sanno bussare anche e soprattutto alla porta del cuore di Dio! Le mamme pregano tanto per i propri figli, specialmente per quelli più deboli, per quelli che hanno più bisogno, per quelli che nella vita hanno preso vie pericolose o sbagliate”.

“E così fa la Chiesa, anche”. “Perché la Chiesa mette nelle mani del Signore, con la preghiera, tutte le situazioni dei suoi figli. Confidiamo nella forza della preghiera di Madre Chiesa: il Signore non rimane insensibile. Sa sempre stupirci quando non ce l’aspettiamo. La Madre Chiesa lo sa”.

(finte Asianew)