Aumento Iva, allarme Cgia e Codacons: “Atteso calo dei consumi del 3%”

L’istituto di Mestre: “L’eventuale incremento che scatterà martedì penalizzerà le famiglie più povere e numerose”. L’associazione guidata da Rienzi: “Ecatombe del commercio”. Confcommercio: “Contraccolpi della crisi rischiano di essere altissimi”

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Roma – A causa dell’aumento dell’Iva i consumi delle famiglie sono destinati a subire una contrazione del 3%. Lo afferma la Cgia di Mestre, secondo cui a pagare il prezzo più elevato saranno le famiglie meno abbienti. ”Se in termini assoluti saranno i percettori di redditi elevati a subire l’aggravio di imposta più pesante, visto che ad una maggiore disponibilità economica si accompagna una più elevata capacità di spesa, la situazione si capovolge completamente se si confronta l’incidenza percentuale dell’aumento dell’Iva sullo stipendio netto annuo di un capo famiglia”, spiega l’associazione in una nota.

Ebbene, l’eventuale aumento dell’imposta, dal 21% al 22%, che scatterà martedì, peserà maggiormente sulle retribuzioni più basse e meno su quelle più elevate. A parità di reddito, inoltre, i nuclei famigliari più numerosi subiranno gli aggravi maggiori. ”La politica, purtroppo, ha perso una grande opportunità”, spiega il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi. ”Non essere riusciti ad evitare l’aumento dell’Iva è molto grave”.

L’incremento, secondo l’associazione, ”deprimerà ancor più la domanda interna penalizzando soprattutto le famiglie più povere e quelle più numerose. Ma a pagare il conto saranno anche gli artigiani e i commercianti che, nella stragrande maggioranza dei casi, lavorano per il mercato domestico”.

Allarme anche dai consumatori. Secondo Codacons è in arrivo una ”raffica di rincari in tutti i settori”, che porterà ”all’ecatombe del commercio” con un calo degli acquisti del 3%. “Una lunga serie di beni subirà un incremento dei listini, con conseguenze pesantissime sui consumi”, ha affermato il presidente Carlo Rienzi.

Il Codacons teme anche l’effetto ‘arrotondamento’, già registrato in occasione dell’incremento Iva del settembre 2011, che produrrebbe un ulteriore aumento dei prezzi al dettaglio. “Se il Governo non bloccherà l’aumento Iva di ottobre, si registrerà una vera e propria ecatombe nel settore del commercio, con ricadute enormi sul fronte occupazionale e sullo stato economico del nostro paese”, ha spiegato Rienzi.

“I contraccolpi di una crisi politica al buio, a carico dell’economia reale del nostro paese, rischiano di essere altissimi”, ha dichiarato il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli sottolinenado in una nota “l’impatto recessivo” che provocherà l’aumento dell’Iva. L’incremento dell’imposta, infatti, ”azzererebbe i primi timidi e parziali segni di una ritrovata crescita, per il momento solo annunciata”.

(Adnkronos)