Metodo Stamina: presto il no definitivo, incerto il futuro di 36 malati
Potrebbe arrivare tra poche ore il no definitivo al Metodo Stamina, votato positivamente lo scorso maggio ma che presto potrebbe essere bloccato con un’ordinanza perché ritenuto inutile, pericoloso e privo di fondamenti scientifici. Intanto, però, restano diversi nodi da sciogliere
Pericoloso, privo di basi scientifiche e inutile. Sarebbero queste le motivazioni che presto condurranno al ‘no’ definitivo alla sperimentazione del metodo Stamina, votato lo scorso maggio e per il quale erano stati stanziati tre milioni di euro.
Un annuncio che sarebbe dovuto arrivare già la settimana scorsa da parte del ministro della Salute Beatrice Lorenzin ma che era stato bloccato dalle dimissioni presentate dagli esponenti del Pdl al Governo, successivamente respinte da Letta. Tra poche ore, però, e dopo qualche altro passaggio, lo stop al metodo potrebbe arrivare sotto forma di ordinanza.
Se il no è ormai quasi una certezza, restano dei problemi di fondo a cui bisognerà far fronte. Primo tra tutti quello relativo ai 36 malati ad oggi sottoposti a trattamento presso gli Spedali Civici di Brescia che hanno ricevuto l’autorizzazione a ricevere le infusioni a base di staminali e per i quali non è scontato che dopo il no possano continuare la cura.
Altro nodo da sciogliere quello relativo all’utilizzo dei tre milioni stanziati per i test clinici. La legge votata cinque mesi fa, infatti, prevedeva sei mesi di sperimentazione in base al protocollo presentato dal fondatore di Stamina, Davide Vannoni. Il Comitato scientifico ha, però, sottolineato che non ci sarebbero gli elementi necessari per procedere con uno studio secondo regolamento europeo.
E ci sarebbero poi altri 123 malati con patologie rare di origine genetica in lista d’attesa. A riguardo, impossibile non chiedersi se il parere scientifico dei Comitati possa spingere i tribunali a rivedere le proprie posizioni e ad avviare comunque le procedure sperimentali.
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