Lorenzin: “Metodo Stamina pericoloso”, arriva lo stop definitivo

Arriva lo stop definitivo al metodo Stamina, cui era stato dato il dato il via lo scorso maggio. “La sperimentazione non può essere proseguita perché il metodo Stamina è pericoloso per la salute dei pazienti”, ha affermato il ministro della Salute Beatrice Lorenzin. Ma il fondatore di Stamina, Davide Vannoni, non ci sta: “Non è il metodo a essere pericoloso per i malati, bensì il ministro Lorenzin e chi sta gestendo così male questa situazione”

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Era già nell’aria ma adesso lo stop definitivo al Metodo Stamina diventa certezza. Dopo i pareri negativi del Comitato scientifico e dell’Avvocatura di Stato, arriva la conferma della bocciatura della sperimentazione, cui era stato dato il via lo scorso maggio e per la quale erano stati stanziati tre milioni di euro. “Abbiamo avviato un percorso anche abbastanza straordinario per il sistema italiano – ha detto il ministro della Salute Beatrice Lorenzin – mettendo a disposizione tutto quanto si poteva nella speranza di una soluzione positiva, ma così non è stato”.

Come avevamo già annunciato, il no da parte del Comitato era giunto “sia per mancanza mancanza di originalità del metodo sia sulla assenza di requisiti scientifici e di sicurezza”. Ma ieri il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha voluto precisare che “purtroppo l’epilogo di questa vicenda non è stato positivo. La sperimentazione non può essere proseguita perché il metodo Stamina è pericoloso per la salute dei pazienti”. E ha continuato: “Non possiamo, spinti dall’istinto o dalla compassione prendere decisioni che vanno contro il metodo scientifico e del rigore che esso ha a tutela della salute delle persone e della verità scientifica”.

Non poca amarezza – a detta del ministro – nel dover comunicare ai 36 malati attualmente sottoposti a trattamento e ai 123 in lista d’attesa che la cura dovrà essere interrotta per gli uni e che non inizierà mai per gli altri. ”Immaginate – ha detto la Lorenzin – con quale stato d’animo diamo questa notizia alle tante famiglie che si sono aggrappate a una cura che purtroppo non c’è”. Ciò nonostante, il ministro vuole precisare che non si arrende. “Ho chiesto al presidente dell’Iss Fabrizio Oleari di poter avere accesso alle cartelle cliniche dei pazienti di Brescia per farne un esame accurato e dare risposte a tutte le domande che questa vicenda lascia. Penso sia un dovere analizzare quello che abbiamo in mano”. Tra i nodi da sciogliere, anche quello relativo ai tre milioni di euro stanziati per la sperimentazione. Ma Lorenzin avrebbe già un’idea: “Avrei intenzione di destinare i tre milioni alla sperimentazione sulle malattie rare“, ha dichiarato.

Non tarda ad arrivare la replica del fondatore di Stamina, Davide Vannoni. “Non è il metodo a essere pericoloso per i malati – ha stoccato -, bensì il ministro Lorenzin e chi sta gestendo così male questa situazione, a fronte di una legge votata dal Parlamento che stabilisce l’avvio della sperimentazione. Ora l’obiettivo è attuare la sperimentazione all’estero, possibilmente in Usa dove i contatti con il professor Camillo Ricordi dell’Università di Miami sono già avviati”. Vannoni infatti fa sapere di voler attendere gli esiti del ricordo al Tar del Lazio “contro il comitato scientifico e la pronuncia del Tar della Lombardia sulle cartelle cliniche dei pazienti in trattamento agli Spedali Civili di Brescia“, aggiungendo che “i pazienti a Brescia proseguiranno la terapia poiché il Ministero non può fermare le ordinanze dei giudici, nonostante il palese boicottaggio che sta avvenendo e a causa del quale da giugno ad oggi nessun nuovo paziente è entrato in trattamento”.

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