CronacaIn Primo Piano

Salerno, due ninfomani usavano i social network per adescare minori

Le due donne, di 27 e 29 anni, accusate di atti di libidine con minorenni infraquattordicenni, ma anche pedofilia e di favoreggiamento della pedofilia

20131108-ninfomane-342x226Due donne di 27 e 29 anni sono state arrestate nel salernitano dai carabinieri perché circuivano sui social netwoork minorenni per convincerli ad avere rapporti sessuali. Le donne, residenti nel Vallo di Diano, sono state poste ai domiciliari su disposizione del gip del tribunale di Salerno. Le indagini del Pm Elena Guarino partono dalla denuncia dei genitori di uno di minorenni.

I reati contestati sono di “atti sessuali con minorenni infraquattordicenni”. L’indagine è nata dalla denuncia presentata dalla madre di un minorenne che aveva notato comportamenti strani del figlio, disinteressato allo studio e che si allontanava da casa anche in orari notturni. Sul suo profilo Facebook messaggi a sfondo sessuale. Il ragazzino ha confermato i sospetti degli investigatori, rivelando anche di essere stato coinvolto da un coetaneo amico.

Nel corso delle indagini, alcuni genitori si sono rifiutati di denunciare quanto subito dai propri figli. Intercettazioni e servizi di osservazione, controllo e pedinamento degli indagati, ma anche monitoraggio di profili sul social network, hanno consentito l’emissione di un provvedimento restrittivo per quella che il gip, nell’ordinanza cautelare, definisce “una particolare devianza non facilmente controllabile di cui risultano portatrici le due donne” e, quindi, del pericolo della “recidivanza, come reso manifesto dalla gravità del fatto contestato, dai contatti” che una delle due “sembra intrattenere con altri minori” e dal comportamento assunto” dall’altra, in favore della coindagata, “di mettere a disposizione l’abitazione per favorire atti sessuali con minori, dalla reiterazione della condotta, onde la necessità di limitare la libertà di autodeterminarsi delle donne incapaci di tenere a freno i propri istinti sessuali, nonostante i rapporti con altri uomini“.

Le intercettazioni telefoniche in due occasioni hanno impedito che una delle arrestate potesse condurre un bimbo di anni 10 all’interno dei bagni pubblici comunali, per far “provare un bambino” ad un uomo, a carico del quale procedono le investigazioni. Nel corso delle perquisizioni domiciliari è stato sequestrato materiale utile al prosieguo dell’azione investigativa.

Credit: Agi