Riflessioni sul copyright e sul diritto d’autore

di Vincenzo Scichilone e Anna Re

richieste di riconoscimento di paternità si moltiplicano sul web, anche utilizzando mezzi surrettizi. Facciamo chiarezza sulla nostra policy in materia, perché non vogliamo violare i diritti di alcuno, ma neanche essere presi per tordi

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La legge 633 sul diritto d’autore risale al 1941 e regolamenta la protezione di qualsiasi opera di carattere creativo (musica, immagini, video, testi o altro) stabilendo che, una volta compiuta, l’opera è di proprietà di chi l’ha creata. La legge vale ovviamente in ogni dove: reale o virtuale che sia. 

Oggigiorno anche i bimbi sanno che frasi, foto, citazioni vanno riportate in forma adeguata e indicando sempre la fonte.. a patto che l’opera sia riconducibile al proprietario, ovviamente. Gli internauti per il test di paternità utilizzano pochi escamotage: il simbolo di Copyright ©, il watermark o il formato  72DPI (definizione standard) per le foto scaricate sul web. Piccoli accorgimenti che facilitano la rintracciabilità del prodotto.

Eppure ogni giorno su internet un internauta si alza e scatena una guerra di copyright. Il pomo della discordia è sempre lo stesso: la paternità non citata. Così inizia la battaglia di riconoscimento a colpi di mail, segnalazioni e rivendicazioni virtuali alle volte anche con linkate delatorie diffusi a mezzo di blogger e seguaci.

Gli esempi di opere di padre ignoto sono molteplici. Facciamo due esempi.

Tempo fa, ci scrisse via email l’autore di una foto ritraente un noto personaggio pubblico, chiedendo di togliere la fotografia che avevamo usato. Ci diede, nel corso di un cortese scambio di email, non solo la motivazione della richiesta (non condivideva il contenuto dell’articolo sul noto personaggio), ma anche il link con cui poter verificare che quanto asseriva (la proprietà della foto) era la verità dei fatti.

Naturalmente, non solo la richiesta era legittima, ma era documentata e argomentata: anche se la motivazione era un surplus. Non era necessaria infatti al fine della rivendicazione di paternità (documentata)

Di recente invece è capitato che un’altra persona rivendicasse – nello spazio dei commenti – la paternità di una fotografia pubblicata su un articolo, lamentandosi che non fosse stato citato nei “Credits”. Abbiamo contattato l’autore della foto, scusandoci, e spiegando che avevamo trovato quella fotografia sul web e senza alcuna indicazione che ci indicasse l’autore, gli abbiamo chiesto l’autorizzazione ad utilizzarla (e nel frattempo integrando i “crediti” a piè di pagina).

A scanso di equivoci, noi utilizziamo in genere immagini o foto free rights. Siamo una start up, con poche risorse e molta voglia di fare. Non c’è dubbio che le foto siano un’opera dell’ingegno, quindi se qualcuno ritrovasse nelle immagini da noi utilizzate qualcuna delle proprie fotografie, è pregato di contattarci in privato per capire come possiamo accordarci.

Tuttavia, onde evitare discussioni lunghe e inutili, chiediamo a chi rivendica la proprietà di un’immagine di darci la prova di quanto asserisce, perché non vogliamo abusare dei diritti di alcuno, ma neanche farci turlupinare come allocchi.

Speriamo che si capisca e che ci si aiuti a vicenda.

 

© RIPRODUZIONE RISERVATAA

(Credits: Ercole Colombo)