Letta all’attacco: “Per alcuni ayatollah della Ue il rigore non basta mai”

Il presidente del Consiglio a Federcasse: “C’è bisogno di politiche europee per la crescita, ora possiamo chiederlo perché abbiamo i conti in ordine, anche se questo non vuol dire che c’è libertà di fare i debiti”. Citata l’enciclica Caritas veritatem di Benedetto XVI: la finanza sia sussidiaria al lavoro e alla crescita, la finanza non sia per la finanza, il denaro non serve a creare denaro, ma a creare lavoro e impresa

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Enrico Letta ha sfoderato questa mattina un quid inatteso, anche se il tono delle sue affermazioni rivolte all’Unione Europea e alla Commissione era già cambiato da qualche giorno, con riferimenti sempre più evidenti al fatto che “di rigore si può morire”. «No agli ayatollah del rigore» ha detto questa mattina nel suo intervento all’assemblea di Federcasse, occasione che è servita per lanciare un severo monito alle istituzioni comunitarie. «L’Italia ha le carte in regola» per essere ascoltata in Europa, ha esordito Enrico Letta nel suo, chiarendo che «l’obiettivo del nostro semestre di presidenza della Ue deve essere una legislatura di crescita e non di austerità. C’è bisogno di politiche europee per la crescita – avverte il presidente del Consiglio – ora possiamo chiederlo perché abbiamo i conti in ordine, anche se questo non vuol dire che c’è libertà di fare i debiti».

«Di troppo rigore questa Europa finirà per morire e anche le nostre imprese», ha ribadito, per poi avvertire che «la stagione del solo rigore deve essere dietro alle spalle». Ora, aggiunge, deve arrivare la «stagione della crescita basata su conti pubblici a posto, solidità dei conti. Il nostro paese avrà il prossimo anno un debito pubblico in discesa e un deficit in discesa. Un impegno che abbiamo preso e che ci ha fatto prendere tante critiche».

«Ieri c’è stato un primo pacchetto di misure riguardo le privatizzazioni» ha affermato Letta, che ha confermato l’indirizzo avviato per le prossime «settimane e mesi», assicurando che il piano del Governo andrà avanti nonostante le critiche sollevatesi da più parti e in modo trasversale.

«Nella legge di stabilità tutti vorrebbero più soldi ma questo vuol dire sforare il deficit», ha detto il capo del Governo dal palco dell’assemblea di Federcasse e nel suo discorso Letta ha fatto riferimento alle “critiche” arrivate sulla legge finanziaria, avvertendo che «le polemiche di questi giorni sono legate al fatto che tutti vorrebbero più soldi e più spesa, ma questo significherebbe sforare il bilancio». Ecco perché si è reso necessario il rafforzamento della «spending review».

Letta ha citato Benedetto XVI e l’enciclica “Caritas veritatem” di Papa Benedetto XVI: «è stata un’enciclica importante perché’ arrivata nel momento più forte della crisi», ha detto il “premier”, ricordando che «il Papa ci ha ammonito dicendo: “la finanza sia sussidiaria al lavoro e alla crescita, la finanza non sia per la finanza, il denaro non serve a creare denaro, ma a creare lavoro e impresa”. Voglio riprendere – ha aggiunto – quell’ammonimento perché’ cooperazione e credito sono un fenomeno intrecciato». «Dobbiamo rifuggire dalla logica del debito», ha poi chiarito, perché l’Italia è «un Paese che ha grande forza. Siamo stati scolari discoli sul terreno del debito pubblico, ma molto accorti sul terreno del debito privato, ora proprio su questo dobbiamo cercare il rilancio».

Credits: Adnkronos, AGI, agenzie

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