Allarme nucleare in Messico: rubato furgone con Cobalto-60 radioattivo utilizzabile a fini terroristici

L’AIEA ha confermato l’allarme internazionale. Intelligence mobilitata per ritrovare il carico, che può essere utilizzato per costruire una “bomba sporca radiologica”. Cessato allarme giovedì mattina (CET)

Yukiya Amano, direttore dell'AIEAallarme-Messico-660x385-did

L’AIEA ha confermato l’allarme nucleare lanciato dal Messico, dove è stato rubato un furgone che trasportava materiale radioattivo destinato a un ospedale. L’agenzia di Vienna ha confermato che il mezzo pesante con «fonti radioattive pericolose» usate per la radioterapia è stato rubato lunedì scorso nei pressi di Città del Messico. Il materiale era stato prelevato in un ospedale e veniva trasportato in un deposito per rifiuti radioattivi.

La Commissione per la Sicurezza Nucleare Messicana ha affermato che il materiale, Cobalto-60 usato per la radioterapia, era «schermato in modo adeguato» al momento del furto, ma ha confermato che sarebbe «estremamente pericoloso se qualcuno cercasse di rimuovere la schermatura o se questa venisse danneggiata». La stessa Commissione ha lanciato un appello «a chi ha preso il camion o chi si trovasse il materiale radioattivo di non aprirlo o distruggerlo, perché potrebbe provocare gravi danni alla salute».

Il furgone trasportava il Cobalto-60 da un ospedale di Tijuana a un deposito per scorie nucleari ed è stato trafugato durante una sosta in una stazione di servizio a Tepojaco, nei pressi della capitale messicana. Il conducente del mezzo commerciale si era fermato per riposare, ma nelle prime ore del mattino è stato svegliato da due persone armate, che gli hanno sottratto il veicolo, legandolo per immobilizzarlo.  

Il Cobalto-60 non può essere utilizzato direttamente a fini militari, per costruire bombe atomiche tradizionali, ma potrebbe essere impiegato nella costruzione di una “dirty bomb”, una “bomba sporca” radiologica in grado di diffondere la radioattività in una zona limitata, quello dello scoppio di un ordigno convenzionale. Tuttavia le conseguenze sarebbero gravi per chilometri dell’ipocentro dello scoppio.

L’AIEA ha confermato le preoccupazioni: «il materiale radioattivo potrebbe essere estremamente pericoloso se qualcuno lo rimuovesse dalla protezione o se questa fosse danneggiata», dicono da Vienna.

Naturalmente è scattato in tutto il Nord America l’allarme delle agenzie di intelligence. Il Dipartimento dell’Homeland Security degli Stati Uniti – creato all’indomani dell’11 Settembre 2001 – sta affiancando le autorità messicane nell’inchiesta sul furto del camion, come confermato dalle autorità messicane citate dalla CNN.

Costruire una “bomba radiologica sporca” con Cobalto-60 non è semplice, ma non è neanche impossibile con disponibilità tecnologiche medie e rappresenterebbe una minaccia importante alle sicurezza nazionale, perché anche solo una frazione di grammo emette un enorme numero di raggi gamma di alta energia, nocivo per la salute umana.

Ma a parte i danni diretti, ci sono i cosiddetti danni collaterali causati dal panico: lo scorso anno, Yukiya Amano, direttore dell’AIEA aveva avvertito che lo scoppio di una “bomba radiologica” «in una grande città potrebbe causare il panico di massa, così come gravi conseguenze economiche e ambientali».

Secondo la CNN, che cita Jaime Aguirre Gomez, vice direttore della sicurezza radiologica presso la Commissione Nazionale per la Sicurezza nucleare e controlli di sicurezza, sulla base di informazioni preliminari gli investigatori messicani ritengono che i ladri non sapessero dell’importanza del carico,

A parte le conseguenze di un uso terroristico, che sarebbero per certi versi devastanti, anche una semplice esposizione per incidente causerebbe un problema ambientale di grande rilevanza, come confermato dall’EPA (Environmental Protection Agency) statunitense, l’agenzia federale per l’ambiente contattata dall’emittente di Atlanta.

Secondo un rapporto del Congressional Research Center, citato dalla CNN, nel 2000 in Thailandia si verificò un incidente con una fonte di Cobalto-60 in disuso e non correttamente smaltita, raccolta da due rottamatori di materiale ferroso. L’oggetto fu aperto con delle lame e la fuoriuscita di materiale causò ustioni a diversi lavoratori, la morte di tre persone e il ferimento da radiazioni di altre sette. Tuttavia, altre 2000 persone che vivevano nelle vicinanze subirono la contaminazione da radiazioni.

Il timore dell’AIEA e di tutte le agenzie coinvolte è che il materiale radioattivo possa arrivare nelle mani dei cartelli dei narcos messicani, che stanno mettendo a ferro e fuoco il Paese negli ultimi anni. Le cosche si sono contraddistinte per estrema ferocia, non temendo di attaccare popolazione civile, avversari nei traffici illeciti, forze di polizia, magistrati e giornalisti.

Una bomba radiologica nelle mani di irrazionali attori del panorama criminale Nord Americano sarebbe un elemento devastante di ricatto, ma forse anche il fattore decisivo per la loro definitiva sconfitta con l’aiuto militare – diretto e indiretto – di Washington.

Credit: Adnkronos, AGI, CNN, AIEA

Ultimo aggiornamento 5 Dicembre 2013, ore 09.52 | © RIPRODUZIONE RISERVATA