La Top 20 del 2013 – Il meglio dell’anno cinematografico, parte II
Ripercorriamo il 2013 al cinema. Dalla 10^ alla 1^ posizione nella nostra Top 20
10. La grande bellezza
Paolo Sorrentino torna con un film dal sapore nichilista in una Roma decadente, lo fa con molte ambizioni non tutte perfettamente andate a segno, ma il suo è uno sguardo dal sapore internazionale; non per niente sarà il nostro candidato ai prossimi Oscar e dall’America ha già ricevuto la nomination ai Golden Globe. La grande bellezza è quindi la nuova carta vincente di un regista che non rinuncia ad esplorare i suoi temi più cari, è un cinema ad alti livelli, sempre in bilico tra gusto scenografico, stimolanti ambiguità interpretative e senso di magnificenza.
9. To the Wonder
Terrence Malick riporta sulla terra (dopo la magnifica parentesi cosmica di The Tree of Life) i suoi temi più cari: il rapporto tra essere umano e natura, stavolta sublimato dal misterioso e meraviglioso sentimento dell’amore; lo fa procedendo con la stessa cifra stilistica del film Palma d’Oro a Cannes nel 2011, ovvero nella completa commistione tra immagini e musica in grado di trascinare lo spettatore nella vorticosa (e dolorosa) esperienza amorosa, vissuta nella pienezza dei sensi così come i suoi personaggi la vivono sullo schermo. L’ennesima meraviglia.
8. Frances Ha
Un omaggio alla nouvelle vague, al bianco e nero con cui Woody Allen omaggiava la sua amata New York, ma anche un omaggio da parte del regista Noah Baumbach alla sua musa Greta Gerwig, che da sola ci trascina nel vortice di una metropoli vista con gli occhi di una sognatrice dura a morire. Sbadata, irresistibilmente divertente, ironica, “undateable”, Frances farà innamorare chiunque guarderà questo piccolo capolavoro.
7. 2 automnes 3 hivers
Il vero colpo di fulmine al Torino Film Festival, questa perla che il cinema francese ci ha regalato dimostra ancora come la sperimentazione non si fermi mai, tra citazionismo e rielaborazione, tra colonne sonore azzeccatissime e quell’ironia così facile a conquistarti e con un Vincent Macaigne assolutamente mattatore.
6. Before Midnight
Si potrebbero proferire fiumi e fiumi di parole per questo terzo capitolo di una saga che continua a scaldare il cuore di milioni di spettatori, grazie all’intuizione di Richard Linklater e dei suoi due attori e co-sceneggiatori Ethan Hawke e Julie Delpy; stavolta l’immedesimazione dei protagonisti nei loro personaggi diventa totale, tanto che fatichiamo a credere che si tratti solo di un film e non vediamo l’ora che un altro capitolo arrivi in fretta a colmare il vuoto lasciato al termine della visione.
5. Mud
Il terzo centro di Jeff Nichols che confeziona magistralmente una storia dal gusto classico, l’adolescenza messa alle strette contro il mondo adulto che l’aspetta al varco, con un cast di prim’ordine tra cui svetta un Matthew McCounaghey in stato di grazia. Suo è il compito di tenere lo spettatore incollato davanti allo schermo per l’intera durata della pellicola, cosa che gli riesce abilmente, merito anche di una scrittura solida del personaggio.
4. Spring Breakers
Un film di rottura, in ogni senso. Harmony Korine vuole raccontare le vacanze di primavere e per farlo mette quattro ragazze bellissime e sexy al centro di una vicenda sconquassata e irresistibilmente accattivante che le porterà a incontrare un James Franco dai denti di metallo e che di nome fa Alien. Cosa chiedere di più? Franco dimostra di poter passare da ruoli per tutta la famiglia (Il grande e potente Oz) a ruoli da “vietato ai minori” con una facilità incredibile e, dopo aver presentato due film come regista in due diversi festival, è sicuramente il personaggio più camaleontico e prolifico dell’anno.
3. Le Passé (Il passato)
Asghar Farhadi conferma le sue grandi doti di scrittura e di regia: le sue sono storie che indagano quelle che sono le corde più profonde dell’animo umano, il tutto è il risultato di un’attenta indagine condotta attraverso il gusto cinematografico per la detective story, per il thriller in cui i protagonisti del film sono catapultati. Una storia che parla dei legami indissolubili che ognuno ha col proprio passato, quelle esperienze di vita felici o dolorose che ci hanno condotto al tempo presente, senza le quali non saremmo le stesse persone che guardiamo allo specchio la mattina prima di iniziare una giornata.
2. La Vénus à la fourrure (Venere in pelliccia)
Un colpo da maestro, un sublime sogno a occhi aperti, uno sfogo per l’arte, sull’arte, tramite l’arte. Se con quattro attori Roman Polanski era riuscito a confezionare quel mezzo capolavoro che risponde al nome di Carnage, con la metà degli attori realizza un capolavoro totale; Venere in pelliccia oltre che un chiaro segno d’amore per la prosa teatrale è un esplicito incitamento a contemplare le emozioni umane, così contradditorie ma allo stesso tempo irrinunciabili e potenti come nessun’altra cosa. Un cast perfetto, una scenografia minimale ed essenziale, una sceneggiatura incalzante: un’opera d’arte.
1. La Vie d’Adèle – Chapitres 1 & 2 (La vita di Adele – Capitoli 1 & 2)
Indubbiamente il film che ha regalato più emozioni in questo 2013. In nessun altro film come questo la macchina da presa si eclissa a tal punto da farci credere di essere proprio lì, accanto ad Adele e a Emma, testimoni della loro immensa storia d’amore. Un film scandalo? Assolutamente no. Un film verità, se di verità si può parlare al cinema, perché il modo in cui la vicenda ci viene raccontata e mostrata non ha nulla da invidiare a una qualunque altra storia d’amore vissuta nella realtà quotidiana. Le emozioni quindi non solo vanno dallo schermo allo spettatore ma soprattutto dallo spettatore emerge quel senso di auto riconoscimento negli sguardi (dell’innamoramento), nella passione (dell’amplesso carnale), nella disperazione e infine nella rabbia (per la rottura definitiva). Come Adele, ognuno di noi ha attraversato queste fasi, e aspetta sognante che qualcuno o qualcosa incroci la nostra strada per ricominciare.
Si conclude così un anno di cinema, in attesa, già a partire da domani, per quello che ci riserverà il 2014.
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