Dopo la conquista di Chrysler, la Fiat fa un salto del 16,4 per cento in Borsa, che promuove l’operazione

La reazione dei sindacati italiani. Susanna Camusso (Cgil): Lingotto chiarisca il futuro in Italia. Luigi Angeletti (Uil): abbiamo finalmente un’azienda globale. Bonanni: è anche merito nostro se la Fiat è un gruppo globale

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Milano – Inizio d’anno con il botto in Borsa per Fiat dopo l’accordo raggiunto ieri con il fondo Veba per salire al 100 per cento in Chrysler, senza ricorrere a un aumento di capitale e ponendo così fine alla prolungata disputa con il fondo sanitario del sindacato automobilistico americano Uaw sulla valutazione della quota della casa Usa.

Le azioni del Lingotto sono balzate del 16,4 per cento, a 6,92 euro, sui massimi da due anni e mezzo, portando la capitalizzazione del gruppo a oltre 8,5 miliardi di euro. Volumi boom, con il 6,4 per cento del capitale scambiato. John Elkann e Sergio Marchionne si tratta di un momento epocale per le due case automobilistiche, un nuovo capitolo di storia comune da scrivere.

Sull’operazione Chrysler si è espressa la segretaria generale della Cgil, Susanna Camusso, secondo la quale “l’acquisizione della Chrysler da parte del gruppo Fiat” è “un fatto di grande rilevanza, anche in ragione delle sinergie possibili e auspicabili sui mercati mondiali, oltre che per il riposizionamento della multinazionale rispetto alle case costruttrici concorrenti“. Secondo la Camusso, “dopo questo importante passaggio che definisce l’assetto proprietario è indispensabile che Fiat dica cosa intende fare nel nostro Paese, come gli stabilimenti italiani possano trovare la loro collocazione produttiva nel gruppo, così come auspichiamo che la direzione dell’impresa, intendendo con questo la direzione strategica e la progettazione, resti italiana e mantenga una presenza qualificata in Italia“.

Per la leader della Cgil “è ora altrettanto indispensabile sapere su quali mercati Fiat intende competere e posizionarsi” in ragione del fatto che “l’alta gamma, infatti, vede oggi crescere la presenza del marchio sul mercato globale con modelli di qualità, ma ancora una volta da soli questi non garantiscono un futuro agli stabilimenti italiani“.

Sullo storico accordo tra Fiat e Veba Trust si è espresso il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, in un’intervista al Giornale Radio Rai. Secondo Angeletti “l’acquisizione di Chrysler è stata un fatto molto importante per la Fiat e per l’italia“, perché a seguito dell’operazione “abbiamo finalmente, dopo molti decenni, un’azienda globale – ha commentato – Le prospettive che si aprono ora, sono positive anche per gli stabilimenti italiani, perché l’accordo consentirà alla Fiat non solo di produrre ma soprattutto di vendere in quasi tutto il mondo“.

Spero che adesso l’opinione pubblica italiana riconosca l’errore di aver bistrattato la strategia di Marchionne e l’azione responsabile della Cisl e degli altri sindacati in questi anni difficili per il settore auto nel nostro paese e in Europa“, ha commentato il segretario generale della Cisla, Raffaele Bonanni, che ha sottolineato il fatto che è merito anche del sindacato “se oggi la Fiat è un vero gruppo globale“.

Oltre ad essere un fatto storico, questa operazione avrà positive ripercussioni non solo per gli stabilimenti Fiat in Italia ma per tutto il nostro sistema-paese” ha riconosciuto Bonanni. “La Fiat avrà certamente più risorse da destinare agli investimenti in Italia, con positive ricadute anche per l’indotto“, ha riconosciuto, riflettendo che “sul piano produttivo, tutti sanno che gli stabilimenti negli Stati Uniti sono saturi, quindi ci saranno ampi margini di produzione per tutti gli stabilimenti italiani attraverso i nuovi modelli già annunciati di alta gamma, ma anche per la 500 e gli altri modelli“.

Bonanni però non ha mancato l’occasione per polemizzare con chi – per esempio la Fiom, per non fare nomi – in questi anni ha avversato l’azione del sindacato cattolico verso la Fiat. “È una notizia molto positiva che ci ripaga come sindacato per tutti gli insulti vergognosi e le aggressioni che abbiamo avuto in questi anni, portando avanti una strategia sindacale pragmatica e concreta, evitando con gli accordi che abbiamo firmato la chiusura degli stabilimenti in Italia, nell’interesse esclusivo dei lavoratori e delle loro famiglie“, ha concluso il leader della Cisl.

Credits: Adnkronos, Asca, TMNews, Tiscali News

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