Renzi scrive a Cuperlo: “Rispetto, insieme faremo molto per Pd”
“Pensavo, e continuo a pensare, che un tuo impegno in prima persona avrebbe fatto bene alla comunità di donne e uomini cui ti riferisci nella tua lettera”, ha scritto il segretario del PD al presidente dimissionario, che gli aveva scritto una lunga lettera
Roma – Matteo Renzi ha scritto a Gianni Cuperlo dopo le sue dimissioni da presidente del Pd. “In un Partito Democratico le critiche si fanno, come hai fatto tu, ma si possono anche ricevere. Mi spiace che ti sia sentito offeso a livello personale”.
“Ti ringrazio per il lavoro che hai svolto nel tuo ruolo e sono certo che insieme potremo fare ancora molto per il Pd e per il centrosinistra – ha aggiunto – caro Gianni, rispetto la Tua scelta. Conosco la fatica che hai fatto nell’accettare la mia proposta di guidare l’Assemblea del Pd, dopo le primarie. Con franchezza e lealtà, non me l’hai taciuta. Non volevi farlo, ma hai ceduto alla mia insistenza. Pensavo, e continuo a pensare, che un tuo impegno in prima persona avrebbe fatto bene alla comunità di donne e uomini cui ti riferisci nella tua lettera”.
“Comunità ampia. Che tutto può essere tranne che omologata nel linguaggio e nel pensiero – ha ammesso Renzi – Comunità difficile. Dove ci si può sentire offesi perché uno ti dice che sei livoroso. E dove si può rimanere con un sorriso anche se ti danno del fascistoide. Comunità bellissima, però. Ricca di valori che vanno oltre le personalità e i caratteri dei singoli. Siamo il Partito Democratico non solo nel nome, del resto. Un partito vivo, dinamico, plurale, appassionato. Un partito vero, non di plastica. Un partito dove si discute sul serio, non si fa finta. A viso aperto e non nei chiacchiericci dei corridoi. Guardandosi negli occhi e non affidandosi alle agenzie di stampa. La stessa franchezza e lealtà mi ha portato a criticare – nel merito – il tuo intervento di ieri”.
“Rimettere in discussione i punti dell’accordo senza il consenso degli altri rischia di far precipitare tutto” ha poi sottolineato, dicendosi “certo che questo non sia il tuo obiettivo e che – pur con funzioni diverse – ripartiremo insieme”.
Renzi ha parlato delle riforme avviate come di un “un cammino intenso che può finalmente cambiare l’Italia. Quello che io ho potuto fare nel siglare l’intesa con gli altri partiti lo sai: se l’accordo reggerà avremo superato il bicameralismo perfetto, modificato l’errore del Titolo V, ridotte le indennità e i rimborsi dei consiglieri regionali, garantito il bipolarismo e il premio di maggioranza, introdotto il ballottaggio, ridotta la dimensione dei collegi, eliminato il potere di veto dei piccoli partiti che ha ucciso l’esperienza del centrosinistra con Prodi. Si poteva fare meglio? Sì, certo. Ma fino ad ora non si era fatto neanche questo”.
La minoranza del Pd aveva già posto con forza il tema della gestione del partito da parte di Renzi, considerando il tema più grave del pur contestato incontro e accordo con Silvio Berlusconi su nuova legge elettorale battezzata col nome “Italicum” e riforme.
Pippo Civati ha parlato di “toni un po’ sbilanciati”, per il quale “ieri non è stata una bella giornata. Detto questo non penso sia il caso di fare la guerra a Renzi nel Pd, sennò ci suicidiamo tutti”. L’ex viceministro Fassina, invece, dimessosi dal governo proprio in polemica col leader Pd, ha plaudito alla proposta elettorale del segretario del partito democratico. “Riconosco che ha fatto un ottimo lavoro – ha detto – ora c’è un accordo, andiamo a lavorare su quest’accordo, cerchiamo di migliorarlo per quanto ci riguarda. Noi poniamo dei punti di merito”.
Credit: TMNews