Delrio riunisce maggioranza al ministero, Renzi al lavoro al Nazareno

Summit dei capigruppo per l’appoggio al governo. Alfano e Giannini riuniscono Ncd e Sc

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Roma – Si svolgerà al ministero degli Affari Regionali, intorno a mezzogiorno, la prima riunione collegiale dei gruppi parlamentari disponibili a sostenere il governo Renzi. A capotavola, a fare da ospite e raccordo fra le proposte di Pd, Ncd, Sc, Pi, Udc, Psi, Cd siederà il braccio destro di Renzi, Graziano Delrio, ministro uscente del governo Letta, presente a tutte le consultazioni ufficiali del premier incaricato e alle due ore di incontro di ieri al Quirinale con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Suoi interlocutori saranno i capigruppo, mentre non parteciperanno nè Matteo Renzi nè gli altri segretari di partito.

Renzi è giunto poco fa a piedi dalla sua residenza romana, l’hotel Bernini a piazza Barberini, alla sede del Pd in largo del Nazareno dove sono presenti diversi esponenti della sua segreteria. Mentre Ncd e Scelta Civica hanno riunito i gruppi parlamentari, rispettivamente con Angelino Alfano e Stefania Giannini, per definire richieste e fissare i paletti della trattativa sulla formazione del nuovo governo.

Intanto il nome del prossimo ministro dell’Economia potrebbe essere uscito dal colloquio di ieri sera al Quirinale, ma già dopo l’incontro con Ignazio Visco i “bookmaker” di Palazzo danno in crescita l’ipotesi di un “tecnico” a via XX Settembre, forse Guido Tabellini, anche se si continua a parlare di Lucrezia Reichlin e di Lorenzo Bini Smaghi, magari con un vice-ministro come Enrico Morando, un politico molto vicino a Matteo Renzi.

Ma se la figura del ministro dell’Economia è faccenda che va risolta tenendo conto dei pareri di mercati e cancellerie straniere, perché è fondamentale avere canali consolidati con questi ambienti per ottenere risultati, sul piano politico il dato di ieri pare essere stato il rinnovato patto tra il premier incaricato e Silvio Berlusconi. Non tanto per quei pochi minuti faccia a faccia a margine delle consultazioni di ieri, quanto per la determinazione di Renzi su due punti fondamentali per il Cavaliere: approvare la riforma elettorale prima delle europee e avviare, davvero, una riforma della giustizia.

Credit: TMNews