La Nord Corea rilascerà il missionario australiano arrestato a metà febbraio

L’agenzia di stampa del regime nordcoreano, citata dalla BBC, ha affermato che John Short sarà rilasciato ed espulso. L’uomo, residente a Honk Kong, era stato arrestato per possesso di materiale religioso. Il rilascio ufficialmente per ragioni di età

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John Short, il settantacinquenne missionario laico cristiano australiano arrestato lo scorso mese a Pyongyang, dove si trovava con un gruppo turistico, sarà rilasciato in considerazione del fatto che avrebbe ammesso di aver violato la legge e si sarebbe scusato. Lo ha annunciato la BBC, citando l’agenzia di stampa statale nordcoreana KCNA.

La KCNA ha affermato che il rilascio avverrà in parte “in considerazione della sua età“. Short era entrato in Nord Corea al seguito di un gruppo turistico ed era stato fermato mentre distribuiva materiale religioso.

Le attività religiose sono proibite in modo severissimo in Nord Corea e molti missionari cristiani sono stati arrestati e inviati nei campi di detenzione del paese. “Short ha riconosciuto che i suoi comportamenti fossero un incredibile crimine in violazione delle nostre leggi, ha offerto le proprie scuse e ha implorato il perdonola sua azione è avvenuta“, ha riportato la KCNA citata dalla BBC.

Nel dispaccio di agenzia viene anche evidenziato come John Short avesse già distribuito materiale religioso su un vagone affollato della metropolitana durante il precedente viaggio nell’agosto del 2012.

La notizia comunque non è ancora stata confermata da fonti diplomatiche australiane, che non hanno rappresentanza nella capitale della Nord Corea, dove gli interessi australiani sono curati dalla legazione diplomatica svedese. La scorsa settimana la ministra degli Esteri australiana, Julie Bishop, aveva dichiarato di non avere alcuna informazione di fosse stato condotto Short, né delle condizioni in cui fosse detenuto.

La scorsa settimana, cita la BBC, Kim Jong-uk, un missionario battista sud-coreano arrestato in Nord Corea, è apparso alla televisione di Stato per leggere una pubblica dichiarazione con cui si è scusato per i “crimini contro lo Stato” commessi. Il missionario sud-coreano era entrato nel Paese nel mese di Ottobre, portando materiale religioso. Ha chiesto perdono dei suoi crimini e ha implorato di essere rilasciato.

Non si hanno tuttavia notizie di un altro missionario, questa volta occidentale, lo statunitense Kenneth Bae (di 45 anni), condannato nell’aprile dello scorso anno a 15 anni di lavori forzati per sovversione. Quattro mesi fa in Corea del Nord sono state giustiziate circa ottanta persone, alcune delle quali solo per il semplice possesso di una copia della Bibbia.

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