Crisi in Ucraina. Nulla di fatto dopo incontro tra Kerry e Lavrov. Russia ‘appoggerà esito voto in Crimea’

Il ministro degli Esteri russo ha avuto un colloquio con il segretario di Stato americano Kerry. Almeno una persona è morta e 26 sono rimaste ferite in un violento scontro fra attivisti nella città orientale di Donetsk

Londra – “Per bocca del presidente Putin avevamo già detto che saremo pronti ad appoggiare la decisione del popolo, anzi, dei popoli della Crimea“. Lo ha detto il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, durante la conferenza stampa dopo l’incontro a Londra con il segretario di Stato americano John Kerry.

La reazione della Russia ai risultati del referendum che si terrà domenica prossima, ha precisato, “la esprimeremo quando saranno noti i risultati“. “Riteniamo – ha aggiunto il capo della diplomazia russa – che il diritto all’autodeterminazione dei popoli non è mai stato cancellato, è uno degli obiettivi principali della Carta delle Nazioni Unite e non sono pochi i casi di autodeterminazione anche nella storia più recente“.

Lavrov ha definito “indubbiamente molto utile” il colloquio a Londra con Kerry, pur ricordando che “per quanto riguarda le misure pratiche che potrebbero essere prese dai Paesi stranieri, dai partner esteri dell’Ucraina” i due Paesi non hanno “una visione comune, rimangono le divergenze.

Kerry e Lavrov si erano incontrati altre due volte negli ultimi giorni. Finora la Russia sta tendendo ferma la barra del proprio punto di vista, mentre l’Occidente sembra troppo debole per contrastare le decisioni di Putin e per influenzare in qualche modo Kiev, oltre che diviso tra una posizione più decisionista Anglo-Franco-Americana e quella più “trattativista” attorno all’asse Germania/Italia.

Lavrov ha assicurato che la “Russia non intende invadere altre regioni“, una specie di bicchiere mezzo pieno offerto come brindisi di una vittoria su tutta la linea. I casi del Kosovo e del Montenegro costituiscono oggettivamente un precedente a favore della posizione russa.

OSSERVATORI DA 21 PAESI – In vista del referendum, il capo della commissione elettorale della Repubblica autonoma, Mikhail Malyshev, ha annunciato che saranno circa 50 gli osservatori internazionali, provenienti da 21 Paesi, presenti in Crimea. Tra i Paesi di origine degli osservatori, Malyshev ha citato l’Italia, la Francia, la Germania, la Grecia, Israele e gli Stati Uniti. Gli elettori chiamati alle urne sono 1,52 milioni, mentre i risultati della consultazione saranno resi noti lunedì. Sulla scheda si potrà optare per due soluzioni: unirsi alla Russia; oppure rimanere all’interno dell’Ucraina, ma con maggiore autonomia.

SCONTRI A DONETSKL’incontro Lavrov-Kerry avviene dopo una ripresa della violenza in Ucraina: almeno una persona è morta e 26 sono rimaste ferite in un violento scontro fra attivisti di opposte fazioni (filorussi da una parte e ucraini dall’altra) nella città orientale di Donetsk. La vittima è Dmytro Chernyavskiy, attivista del partito nazionalista ucraino di esterma destra Svoboda. Donetsk è la capitale della regione mineraria del Donbass, ex roccaforte del deposto presidente ucraino Viktor Yanukovych.

Il ministero degli Esteri russo ha accusato il governo di Kiev dei violenti scontri avvenuti a Donetsk. “La Russia è consapevole della sua responsabilità di proteggere le vite dei compatrioti e dei concittadini in Ucraina e si riserva il diritto di proteggere le persone“, si legge in un comunicato del ministero.

Intanto, una squadra di osservatori dell’Onu è stata dispiegata in tutta l’Ucraina per verificare violazioni dei diritti umani. “Sono gravemente preoccupato per la situazione in Crimea, dove non sembra esserci ora uno stato di diritto e quindi vi è un deterioramento della protezione dei diritti umani“, ha affermato l’assistente del segretario generale Onu per i diritti umani, Ivan Simonovic.

Malgrado non sia potuto entrare in Crimea durante la sua missione, Simonovic ha detto di aver ricevuto credibili informazioni di arresti arbitrari, torture, vessazioni contro giornalisti e scomparsa di attivisti. Gli osservatori Onu sono impegnati anche a stabilire i fatti in merito a violazioni dei diritti umani nel resto dell’Ucraina, compresi omicidi e torture.

(Credit: Adnkronos)