Tra due anni un semplice test del sangue sostituirà l’amniocentesi

Il Gruppo Menarini in prima fila nella ricerca finalizzata al superamento di una tecnica di analisi invasiva, che presto potrà essere abbandonata grazie all’estro e alla capacità di ricercatori italiani in collaborazione con ll Singapore Immunology Network

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Firenze – Sarà pronto in due anni il test che, con un semplice prelievo del sangue, permetterà di rilevare la presenza di malattie genetiche del feto, sostituendo la tradizionale e invasiva amniocentesi. Domenico Simone, direttore generale del Gruppo Menarini, ha anticipato all’AGI la firma di un accordo tra l’azienda italiana e la Sign di Singapore (Singapore Immunology Network), per un progetto di ricerca della durata di 24 mesi finalizzato a trovare un biomarcatore tra le cellule fetali in circolo, associabile ad anomalie e patologie genetiche del feto.

Concluderemo definitivamente a breve l’accordo, siamo alle ultime rifiniture“, ha annunciato Simone. “Il progetto coinvolge le autorità di Singapore e Biopolis, centro di ricerca avanzatissimo, dove abbiamo trovato le innovative tecnologie e il giusto ambiente positivo – ha proseguito – per questa nuova avventura scientifica. L’obiettivo iniziale sarà mettere a punto un biomarker che individui le cellule fetali nel sangue per diagnosticare la presenza di malattie genetiche del feto“.

Il progetto però avrà un ambito più ampio. “Non punta solo sulla sostituzione dell’amniocentesi. Ci metteremo al lavoro, infatti, per trovare numerosi biomarcatori utili ad identificare tra miliardi di cellule la cellula responsabile di tumori, malattie autoimmuni ed infiammatorie, mantenendola viva, vegeta e, soprattutto, replicabile“, ha precisato il direttore generale di Menarini. 

I biomarcatori che saranno rilevabili grazie a DEPArray, un sistema brevettato in Italia dalla Silicon Byosistems, acquisita dal gruppo Menarini nei mesi scorsi. La tecnologia permette di rilevare e isolare rare cellule circolanti correlate a diverse malattie. “È una sfida tutta italiana – ha chiarito Simone – DEPArray è il frutto del genio di un giovane ricercatore pugliese, Gianni Medoro, che in collaborazione con Nicolò Manaresi, esperto di elettroforesi, ha sviluppato questo promettente ‘gioiello’ presente già con trenta macchinari nei centri scientifici di tutto il mondo, cinque dei quali solo in Italia“.

A Singapore, in prima linea nell’impresa, un altro nome italiano, l’immunologa Paola Castagnoli, responsabile del Sign dal 2008, dove coordina circa duecento ricercatori. “In sei o sette mesi contiamo di individuare il biomarcatore specifico per questo tipo di problema per passare immediatamente alla fase clinica, valutando la tecnologia in parallelo con le amniocentesi in almeno 1500 test“, ha concluso Simone.

(Credit: AGI)