Confcommercio: consumi al palo, per recuperare ci vorranno decenni. Istat: crollo vendita case

Confommercio fornisce dati allarmanti sugli scenari di recupero dei consumi ai livelli pre-crisi. Servono una serie di choc pro consumi, con buona pace dei cantori della decrescita. L’Istat fotografa un mercato immobiliare fermo e con prezzi al ribasso

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Roma – La crisi ha gelato i consumi: dal 2007 sono andati persi oltre 80 miliardi di euro e per tornare ai livelli precedenti serviranno fino a 33 anni. E crolla anche il prezzo delle case. Questo il quadro emergente dai dati di Confcommercio e Istat

L’Indicatore dei Consumi Confcommercio registra, a febbraio, “una diminuzione dello 0,7 per cento in termini tendenziali e una variazione nulla rispetto a gennaio confermando l’avvio, in atto già da alcuni mesi, di una fase di stabilizzazione che, però, in assenza di miglioramenti sul versante occupazionale e del reddito disponibile, non riesce ancora a tradursi in una ripresa in grado di far ripartire il ciclo economico“.

Questa la valutazione di Confcommercio, che ha analizzato i dati statistici sui consumi. La dinamica tendenziale dell’indicatore di febbraio riflette una diminuzione dell’1 per cento della domanda relativa ai servizi e dello 0,6 per cento della spesa per i beni.

Variazioni positive, rispetto allo stesso mese dello scorso anno, si rilevano per la spesa reale in beni e servizi per le comunicazioni (+4,3 per cento), in beni e servizi per la mobilità (+1,4 per cento, il secondo segno positivo nell’ultimo trimestre) e per i beni e servizi ricreativi (+0,4 per cento).

Le riduzioni più significative si sono registrate per alberghi, pasti e consumazioni fuori casa (-2,1 per cento), beni e servizi per la casa (-1,9 per cento).

Secondo Confcommercio, “le perdite subite dal mercato dei beni durevoli sono state tali che, nella migliore delle ipotesi, ci vorranno dodici anni per riprendere i livelli del 2007“, mentre di anni “ne serviranno ben 33 anni, per arrivare al 2046, nell’ipotesi peggiore“.

Infatti, “una ripresa della spesa alimentare all’1 per cento richiederebbe circa 13 anni per un pieno recupero rispetto ai massimi” e un “inatteso boom dei consumi totali costantemente al 3 per cento, permetterebbe un pieno recupero prima della fine del 2016“, uno scenario che attualmente “è più un augurio che una previsione“, recisa Confcommercio.

In uno scenario come quello illustrato da Confcommercio, servirebbero una serie di choc economici per accelerare i consumi e per ricondurli ai livelli pre-crisi e ridare slancio a occupazione e ottimismo. Così, salvo il richiamo alla riorganizzazione energetica dei consumi e a un nuovo piano di sviluppo nel settore delle rinnovabili, hanno il sapore della beffa incosciente i ripetuti appelli alla decrescita, provenienti spesso da maîtres à penser  lontani dalla realtà dell’economia spicciola di una società complessa. Quella illustrata da un noto detto milanese, oggi collocato (in modo transitorio, si spera) in archivio: “lavoro, guadagno, spendo, pretendo“.

20140403-home-for-sale-660x450Sul fronte della spese immobiliare, per restare in tema di crolli, l’Istat certifica il crollo dei prezzi delle case, diminuiti in media del 5,6 per cento nel 2013, dopo il calo del 2,8 per cento segnato nel 2012. La discesa, spiega l’istituto nazionale di ricerca, è imputabile a una riduzione del 2,4 per cento dei prezzi delle abitazioni nuove (+2,2 per cento nel 2012) e del 7,1 per cento dei prezzi di quelle esistenti (dopo il -4,9 per cento del 2012).

Il calo dei prezzi si è manifestato in presenza di una flessione del 9,2 per cento (dopo il -25,8 per cento del 2012) del numero di abitazioni comprate e vendute registrato dall’Osservatorio del Mercato Immobiliare dell’Agenzia delle Entrate.

Nel solo quarto trimestre 2013, sulla base delle stime preliminari, l’indice dei prezzi delle abitazioni acquistate dalle famiglie, sia per fini abitativi sia per investimento, è diminuito dell’1,3 per cento rispetto al trimestre precedente e del 4,8 per cento nei confronti dello stesso periodo del 2012.

(Credit: AGI)