L’arresto dei Cosentino Bros: estorsione, minacce, concorrenza sleale, relazioni con i Casalesi. Il vero spread è questo…

L’inchiesta sulla vendita di carburanti tra Casal di Principe e Villa di Briano, nel casertano. La Dda: ”L’ex sottosegretario all’Economia vanta un rapporto stabile con i Casalesi, contatti con politici di primo piano durante i domiciliari”. Arrestati anche i fratelli dell’ex parlamentare e altre 10 persone, tra cui alcuni funzionari pubblici

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Caserta – Un fulmine a ciel sereno l’arresto dell’ex sottosegretario all’Economia Nicola Cosentino? Non si direbbe proprio. L’intervento dei Carabinieri di Caserta – nell’ambito di un’indagine della Procura di Napoli sull’attività di gestione di impianti di distribuzione di carburanti tra Casal di Principe e Villa di Briano, nel casertano afferente alla famiglia dell’esponente di Forza Italia – sembra essere l’ultimo episodio trasmesso di una saga rappresentativa dello stato della politica italiana in generale e meridionale in particolare.

GLI ALTRI ARRESTI – A finire agli arresti con Nicola Cosentino anche i fratelli Giovanni e Antonio Cosentino, ma anche altre 10 persone, tra le quali tre funzionari dell’Ufficio tecnico del Comune di Casal di Principe, un funzionario della Regione Campania e due dipendenti della Kuwait Petroleum Italia, che però risulterebbe estranea come azienda. In totale, l’inchiesta della Dda di Napoli ha portato a sei arresti in carcere e a sette restrizioni della libertà con collocazione agli arresti domiciliari.

Tra i destinatari dell’ordinanza di misura cautelare ci sono anche Antonio e Pasquale Zagaria, fratelli del boss del clan dei Casalesi, Michele, catturato nel 2011. Entrambi però sono già detenuti in carcere per altra causa.

I REATI – Un bel florilegio di reati quelli contestati, a vario titolo, agli indagati: estorsione, concussione, illecita concorrenza con violenza o minaccia, calunnia, favoreggiamento personale, riciclaggio, tutti con l’aggravante del metodo mafioso. Il vero spread dell’Italia, che ci differenzia da Francia, Germania, Gran Bretagna e degli altri “soci” della Casa Comune Europea, è questo: immodificabile?

LE PERQUISIZIONI – Durante l’esecuzione dei provvedimenti, i Carabinieri di Caserta hanno eseguito anche perquisizioni a soggetti coinvolti nell’indagine, ma non destinatari di misura cautelare. Attraverso queste perquisizioni  i pubblici ministeri hanno potuto rinvenire documenti utili alle indagini.

IL RAPPORTO CON I CASALESI – La Dda sostiene che l’ex parlamentare vanta un ”rapporto stabile” con i Casalesi, tanto che ”i vertici del clan avevano imposto agli affiliati il divieto di estorsioni ai danni degli impianti riconducibili a Cosentino”.

L’INCHIESTA – Secondo le accuse della Dda di Napoli, Cosentino e i fratelli avrebbero costretto il Comune di Casal di Principe e la Regione Campania ad adottare atti illegittimi “per impedire o rallentare la creazione di altri impianti da parte di società concorrenti” nella distribuzione di carburanti, “attraverso un sistema di coercizione nei confronti di amministratori e funzionari pubblici locali“.

Dall’indagine i magistrati della Dda pensano di poter dimostrare l’esistenza di un sistema criminoso capace di “incidere profondamente” sul regolare andamento del mercato, procurando una “illecita posizione di vantaggio” alle aziende riconducibili alla famiglia Cosentino.

Il centro della vicenda che ha portato all’arresto di Nicola Cosentino e i suoi fratelli, sarebbe la pratica di autorizzazione ottenuta dall’imprenditore L. G. dal Comune di Villa di Briano, per l’apertura di un impianto di carburanti che, di fatto, paralizzava la possibilità per i fratelli Cosentino di ottenerne una analoga nel confinante comune di Casal di Principe, a causa della mancanza della distanza minima di 5 km richiesta dalla normativa.

Per questo Antonio, Giovanni e Nicola Cosentino avrebbero istigato due dirigenti dell’Utc di Casal di Principe a rilasciare comunque e illecitamente all’Agip Petroli, società considerata partner dei Cosentino, un’autorizzazione edilizia con palesi vizi di legittimità e in mancanza dei principali pareri previsti dalla legge“. L’imprenditore L.G. avrebbe ricevuto minacce continuate anche dopo la liberalizzazione della distribuzione di carburanti, grazie all’entrata in vigore dal 2008.

Peraltro Giuseppe Borrelli, procuratore aggiunto, ritiene che la collaborazione di L.G. sia “di estrema importanza”. Dalle indagini è emersa “la spregiudicatezza dei fratelli Cosentino nella gestione del loro potere economico e l’asservimento a tale scopo del concorrente potere politico accumulato da Nicola Cosentino e del rapporto di scambievole interesse con esponenti del Clan dei Casalesi”.

Nicola Cosentino – secondo gli inquirenti – si è “attivamente interessato per l’andamento degli affari delle imprese di famiglia, nonostante lo avesse sempre negato finora: una circostanza ritenuta ”significativa” da parte del Gip che l’ha valutata ai fini della concessione degli arresti come misura cautelare per moderare il rischio di inquinamento delle prove, più che di una fuga, visto il seguito goduto localmente dall’ex sottosegretario all’economia.

Dalle indagini è emerso che l’ex parlamentare, anche nel periodo in cui era ai domiciliari, avrebbe avuto contatti telefonici con esponenti politici di primo piano.

(Credit: Adnkronos)