Riforma del Senato, i Democratici si dividono. Il M5S apre al ddl Chiti

Grillini: “possibile maggioranza alternativa con minoranza Pd”. Il capogruppo 5 Stelle di Palazzo Madama, Santangelo: “Disegno legge Chiti ricalca nostre proposte”. Morra: “Potremmo convergere”. Ma è scontro in assemblea senatori dem: chiesto il ritiro del ddl ‘dei 22’ sull’elettività di palazzo Madama. Mineo insiste: resta sul tavolo. Zanda: paletti messi da Renzi non possono essere superati

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Roma – Il Movimento 5 Stelle apre alla proposta della minoranza Pd sulle riforme. E i dem si spaccano. “Il disegno di legge costituzionale a firma del senatore Pd, Vannino Chiti, ricalca diverse proposte, ma non tutte, avanzate nel tempo dal MoVimento 5 Stelle” spiegano Giuseppe Brescia e Vincenzo Maurizio Santangelo, capigruppo del M5S di Camera e Senato. Anche il senatore stellato ed ex capogruppo Nicola Morra conferma: “Il M5S potrebbe convergere sul ddl Chiti sulle riforme. Il disegno di legge in questione – spiega il senatore del Movimento 5 Stelle – è per un mantenimento dell’attuale situazione ma con un dimezzamento del numero di parlamentari. A nostro avviso occorre toccare, infatti, sia Camera che Senato“. Certo la proposta di Chiti, per i Cinquestelle, andrebbe migliorata. “Potremmo integrarla – chiarisce Morra – prevedendo un dimezzamento delle indennità“.

Anche Francesco Campanella, a nome degli ex M5S passati al misto e vicini ad un progetto per un Movimento ‘degrillizzato’ – circa una dozzina di senatori ex M5S – sostiene che “nel ddl Chiti ci sono spunti interessanti, dovremo confrontarci con lui e gli altri dem interessati a questo testo. Da parte nostra c’è una buona disponibilità“. In sintesi, afferma, “sostenere il ddl Chiti sarebbe auspicabile, anche se convergessero i grillini su questo testo“.

ASSEMBLEA PD SULLE RIFORME – La mossa dei 5 Stelle ha l’effetto immediato di portare a galla le divisioni interne nel Pd, riunito proprio per discutere di riforme. Il capogruppo Luigi Zanda ha insistito sul fatto che i ”paletti” messi dallo stesso Matteo Renzi a difesa del ddl non possono essere superati. Ma dagli interventi di alcuni dei 22 firmatari della proposta alternativa avanzata da Vannino Chiti è invece emersa la determinazione ad andare avanti su quel testo: ”Intorno al provvedimento si sta coagulando una maggioranza ampia”, ha sottolineato Corradino Mineo.

Netta la replica da parte di Nicola Latorre e Andrea Marcucci, presidenti delle commissioni Difesa e Cultura di palazzo Madama, che hanno chiesto formalmente il ritiro del ddl ‘dei 22’ sull’elettività di palazzo Madama. “Il Pd lavorerà per migliorare riforma governo. Sì a emendamenti, no a testi alternativi. Chiti ritiri il suo, soprattutto dopo il sostegno M5S” scrive Marcucci su Twitter. “Tutti hanno in mente il passaggio storico che stiamo vivendo e quindi credo che il senso di responsabilità stia prevalendo“, ha detto Marcucci, aggiungendo che “il confronto è aperto” anche se la non eleggibilità del Senato è un punto dal quale credo che oggettivamente il Pd non si possa muovere“.

Ma la minoranza del Pd non sembra voler cedere. “Noi il nostro ddl costituzionale non lo ritiriamo, resta sul tavolo – ribadisce Mineo -. Non vogliamo spaccare il partito, stiamo solo cercando di dare il nostro contributo“.

(Credit: Adnkronos)