Papa: difendere diritti del bambino, alla vita, a non essere sfruttato, a non divenire oggetto di “sperimentazione educativa”

“Aborto e infanticidio sono delitti abominevoli”. Il “divorzio tra economia e morale” porta a poter considerare “scarto” anche i più piccoli. “Sostenere il diritto dei genitori all’educazione morale e religiosa dei propri figli”. Papa Francesco ha elevato la sua voce in difesa della vita in due separate udienze a una delegazione dell’Ufficio internazionale cattolico dell’infanzia (BICE) e del Movimento per la vita italiano

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Città del Vaticano – Affermare e difendere i diritti del bambino, a partire da quello alla vita – “aborto e infanticidio sono delitti abominevoli” – fino a quelli a “crescere in una famiglia”, a non essere sfruttati in alcun modo e a non divenire oggetto di “sperimentazione educativa”. L’ha ripetuto con forza oggi papa Francesco, che ha ricevuto, in separate udienze, una delegazione dell’Ufficio internazionale cattolico dell’infanzia (BICE) e una del Movimento per la vita italiano.

“La vita umana – ha detto al Movimento italiano – è sacra e inviolabile. Ogni diritto civile poggia sul riconoscimento del primo e fondamentale diritto, quello alla vita, che non è subordinato ad alcuna condizione, né qualitativa né economica né tanto meno ideologica. «Così come il comandamento ‘non uccidere’ pone un limite chiaro per assicurare il valore della vita umana, oggi dobbiamo dire no a un’economia dell’esclusione e della inequità. Questa economia uccide… Si considera l’essere umano in se stesso come un bene di consumo, che si può usare e poi gettare. Abbiamo dato inizio alla cultura dello “scarto” che, addirittura, viene promossa» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 53). E così viene scartata anche la vita”.

“Uno dei rischi più gravi ai quali è esposta questa nostra epoca, è il divorzio tra economia e morale, tra le possibilità offerte da un mercato provvisto di ogni novità tecnologica e le norme etiche elementari della natura umana, sempre più trascurata. Occorre pertanto ribadire la più ferma opposizione ad ogni diretto attentato alla vita, specialmente innocente e indifesa, e il nascituro nel seno materno è l’innocente per antonomasia. Ricordiamo le parole del Concilio Vaticano II: «La vita, una volta concepita, deve essere protetta con la massima cura; l’aborto e l’infanticidio sono delitti abominevoli» (Cost. Gaudium et spes, 51)”.

Rivolgendosi invece all’Ufficio internazionale cattolico dell’infanzia il Papa ha sottolineato l’importanza di “portare avanti i progetti contro il lavoro-schiavo, contro il reclutamento di bambini-soldato e ogni tipo di violenza sui minori.

In positivo, occorre ribadire il diritto dei bambini a crescere in una famiglia, con un papà e una mamma capaci di creare un ambiente idoneo al suo sviluppo e alla sua maturazione affettiva. Ciò comporta al tempo stesso sostenere il diritto dei genitori all’educazione morale e religiosa dei propri figli. E a questo proposito vorrei manifestare il mio rifiuto per ogni tipo di sperimentazione educativa con i bambini. Con i bambini e i giovani non si può sperimentare. Gli orrori della manipolazione educativa che abbiamo vissuto nelle grandi dittature genocide del secolo XX non sono spariti; conservano la loro attualità sotto vesti diverse e proposte che, con pretesa di modernità, spingono i bambini e i giovani a camminare sulla strada dittatoriale del ‘pensiero unico’”.

“Lavorare per i diritti umani – ha concluso – presuppone di tenere sempre viva la formazione antropologica, essere ben preparati sulla realtà della persona umana, e saper rispondere ai problemi e alle sfide posti dalle culture contemporanee e dalla mentalità diffusa attraverso i mass media. Per voi, si tratta di offrire ai vostri dirigenti e operatori una formazione permanente sull’antropologia del bambino, perché è lì che i diritti e i doveri hanno il loro fondamento. Da essa dipende l’impostazione dei progetti educativi”.

(Credit: AsiaNews)