Scomparsa dell’aereo Malaysia Airlines: il copilota tentò di fare telefonata prima che l’aereo virasse repentinamente

Lo rivela il quotidiano New Straits Times, citando fonti vicine all’inchiesta. Al momento della chiamata il velivolo, del quale si sono perse le tracce l’8 marzo scorso, stava volando abbastanza basso da ricevere il segnale di un ripetitore. Proseguono le ricerche, da tre giorni non viene più captato il segnale delle scatole nere

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Kuala Lumpur – Una telefonata è partita dal cellulare del co-pilota del volo MH370 l’8 marzo scorso, poco dopo l’imprevisto cambio di rotta del velivolo e poco prima che venissero completamente persi i contatti satellitari e radar con l’aereo poi scomparso con 239 persone a bordo. A rivelarlo, citando fonti prossime all’inchiesta è il quotidiano New Straits Times, secondo il quale il Boeing 777 volava abbastanza basso in quel momento da consentire ad un ripetitore nello stato settentrionale di Penang di captare il segnale del cellulare.

Non si sa – perché le fonti non hanno voluto rivelarlo – chi fosse il destinatario della chiamata partita dal telefonino di Fariq Abdul Rahman, 27 anni, ma si sa che la telefonata si è interrotta improvvisamente, probabilmente perché l’aereo si era allontanato troppo dal ripetitore senza aver ancora raggiunto la zona sotto copertura di quello più vicino al primo.

Secondo un’altra fonte citata dal giornale risulta invece solamente che il cellulare, spento al momento della partenza, sia stato riacceso – o abbia agganciato una cellula di telecomunicazioni – ad un certo punto del percorso, senza che questo implichi per forza l’inizio di una telefonata.

LE RICERCHE CONTINUANO – Proseguono intanto le operazioni dei mezzi impegnati nell’Oceano Indiano a cercare di localizzare l’aereo scomparso l’8 marzo scorso dopo essere decollato da Kuala Lumpur per Pechino con 239 persone a bordo. Da tre giorni ormai non sono stati più captati segnali compatibili con quelli emessi dalle scatole nere ma i 10 aerei e le 14 imbarcazioni sono alla ricerca di ogni minima traccia del volo MH370. “Non ci sono stati nuovi segnali nelle ultime 24 ore”, hanno reso noto dal Centro di coordinamento congiunto delle ricerche.

Il timore è che le batterie delle scatole nere si siano esaurite e che quindi il segnale non possa più essere captato. Giovedì si era tornati a sperare per un nuovo segnale registrato vicino alla zona già individuata dai mezzi che perlustrano quel tratto di Oceano, ma poi si era stabilito che quel segnale non poteva essere compatibile con quello delle scatole nere.

ABBOTT FIDUCIOSO – Localizzare con precisione le scatole nere sul fondale dell’Oceano Indiano a quella profondità sarà “un’impresa imponente“, che “probabilmente proseguirà ancora per lungo tempo“. Lo ha dichiarato premier australiano, Tony Abbott, in visita in Cina. Abbott si è tuttavia detto ancora una volta “fiducioso” del fatto che i segnali sonori captati nei giorni scorsi provengano effettivamente dalle scatole nere dell’aereo scomparso l’8 marzo scorso con 239 persone a bordo.

(Credit: Adnkronos/Dpa)