Campari acquista il 100% di Averna. Finisce una storia industriale siciliana

Con il brand del più noto amaro italiano nel mondo, si apre sul mercato un colosso italiano dei liquori e degli amari. Si chiude un’era della storia economica della Sicilia e se ne apre un’altra, con un significato più generale: il mercato globale si affronta in modo globale, non rinchiudendosi in antistorici indipendentismi inefficaci

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Roma – Il Gruppo Campari ha acquistato il 100 per cento del capitale sociale di Fratelli Averna Spa, per un controvalore totale di 103,75 milioni di euro, corrispondente a un multiplo di 9,2 volte il margine operativo lordo pro forma (Ebitda, Earnings Before Interest, Taxes, Depreciation and Amortization, nell’acronimo inglese) pro-forma nell’anno fiscale terminato il 31 dicembre 2013. Il controvalore totale dell’operazione è composto di un prezzo di 98 milioni e un debito finanziario netto pari a 5,75 milioni. La chiusura dell’operazione è prevista per il 3 giugno prossimo e il corrispettivo sarà pagato in contanti.

Con l’acquisizione di Gruppo Averna“, ha sottolineato in una nota, Bob Kunze-Concewitz, Amministratore Delegato di Campari, “continuiamo a migliorare il nostro portafoglio di prodotti premium e ci confermiamo Gruppo di riferimento per quanto riguarda l’offerta di liquori e amari italiani nel mondo“. “Acquisiamo un portafoglio di marche contraddistinte da elevata qualità, profittabilità e forte generazione di cassa. Questa acquisizione“, prosegue l’Ad di Campari – “rappresenta per noi un’opportunità di fare leva sulla nostra struttura distributiva diretta nei mercati chiave dei brand acquisiti al fine di accelerarne la crescita in modo profittevole, in linea con la nostra strategia di crescita per acquisizioni. Oltre all’Italia, consolidiamo la nostra massa critica nei mercati chiave dell’Europa centrale, in particolare in Germania“.

Campari farà leva sulla “forza distributiva in Nord America” per “beneficiare del potenziale di crescita in particolare negli Stati Uniti, dove assistiamo a un crescente interesse da parte dei mixologist e dei consumatori locali per gli amari e i liquori italiani nel canale tradizionale“, una mission per cui forse la famiglia Averna non aveva la struttura psicologica e manageriale pronta per il salto decisivo, ma ha avuto il merito di aver avviato l’internazionalizzazione della distribuzione dei prodotti spirit. “In questo mercato, chiave per il Gruppo, con Averna, potenziamo ulteriormente il nostro già ricco portafoglio di specialty italiane, che include Campari, Frangelico, Cynar e Aperol“, ha concluso Kunze-Concewitz.

La nostra famiglia“, hanno dichiarato gli Averna, “passa oggi il timone delle proprie societa’ al Gruppo Campari, detentore di una grande tradizione di storia e valori nel settore del beverage, con profonde radici nel tessuto italiano da oltre 150 anni“. “Siamo fiduciosi che il Gruppo Campari proseguira’ con efficacia il lavoro svolto da cinque generazioni dalla nostra famiglia che ha legato il proprio nome innanzitutto all’Amaro, prodotto simbolo dell’azienda, nonché a tutti gli altri prodotti di grande qualità della nostra gamma, prosegue la nota della società di Caltanissetta“. Nella famiglia Averna c’è la convinzione che “Campari opererà certamente per confermarne la leadership a livello nazionale, ma ancor di più con l’obiettivo di rafforzare il processo di internazionalizzazione da noi intrapreso, in mercati internazionali sempre più complessi e competitivi, valorizzando la qualità del Made in Italy negli oltre 180 Paesi in cui esso è presente“.

Fondata 150 anni fa dalla famiglia Averna, l’azienda è stata gestita in continuità per cinque generazioni di seguito. L’amaro Averna è prodotto secondo un’antica ricetta a base di erbe, tramandata sin dal 1868. Nel corso degli anni Averna ha consolidato il proprio successo nel mercato italiano, fino a diventare il secondo amaro più venduto con una quota di mercato del 15 per cento.

Nell’ultimo decennio, al consolidamento sul mercato domestico, si è affiancato un processo di internazionalizzazione che ha visto un crescente sviluppo della marca sui mercati esteri, in particolare in Europa centrale e in Nord America. Oltre ad Averna, Gruppo Campari acquisisce Braulio, un amaro prodotto da un’antica ricetta a base di erbe alpine, particolarmente diffuso nell’Italia del Nord e con potenziale di crescita nei mercati internazionali.

Inoltre, il portafoglio acquisito include, tra gli altri, Limoncetta di Sorrento, liquore dolce naturale ottenuto dalla scorza di Limone di Sorrento Igp e brand di rilievo alla categoria del limoncello, e Grappa Frattina, marca leader nella categoria di riferimento, grazie alla quale il Gruppo fa il suo ingresso nel segmento della grappa.

Nell’anno fiscale terminante il 31 dicembre 2013 Gruppo Averna ha realizzato vendite nette totali pari a 61,8 milioni, in crescita del 3,1 per cento rispetto all’anno precedente. Il 40% circa delle vendite è rappresentato dall’amaro Averna e l’11 per cento da Braulio e Limoncetta. La restante quota è rappresentata da un portafoglio di marche spirit, la più importante delle quali è Grappa Frattina.

In termini di distribuzione geografica, l’Italia rappresenta circa il 65 per cento del fatturato totale del business acquisito, mentre il 35 per cento delle vendite internazionali è realizzato prevalentemente in Germania e Austria. 

Si apre da oggi una nuova fase della storia del brand Averna e, in parte, finisce una grande storia industriale siciliana, non a caso in un momento in cui l’economia dell’isola è in grande affanno, schiacciata da mille criticità causate tutte da una gestione politico-amministrativa che nel corso degli ultimi decenni è stata scandalosa (a prescindere dal colore politico di chi era in sella). Un dato su cui tutti noi siciliani dovremmo riflettere e su cui pesa peraltro il ruolo non indifferente giocato dal convitato di pietra: la criminalità organizzata e gli interessi che la saldano alla politica.

Nel luglio scorso, la famiglia Averna aveva ceduto ai turchi di Toksoz il controllo di Pernigotti, storico brand del cioccolato italiano, produttrice dei celeberrimi gianduiotti. Ora quell’operazione assume un altro significato, ossia il ritiro della famiglia dall’industria attiva. Non ci meraviglieremmo se gli Averna lasciassero Caltanissetta, segno di un declino che speriamo possa servire da scossa generale, per l’elevato significato simbolico.

Non è una giornata lieta per la Sicilia e, se vogliamo inquadrare gli eventi su uno scenario più realista, ha fatto bene la famiglia Averna a vendere a un gruppo che ha spalle molto più solide e capacità operative tali da imporsi sul piano locale (con la burocrazia) e sul piano globale (sul mercato spirit e beverage). Campari saprà senza dubbio rispettare i valori e la tradizione del brand, mantenendone le capacità occupazionali locali e forse anche potenziandole: l’inserimento di un banner in cui si esalta la sicilianità del brand fa ben sperare e rende merito al board del gruppo milanese.

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Si chiude un capitolo della storia economica della Sicilia, in un filone che mostra in modo inequivocabile che per affrontare i mercati globali occorre avere una forza globale e non rinchiudersi in localismi e indipendentismi che risultano antistorici e anacronistici dalla Scozia alla Sicilia. Isole comprese.

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