Moretti promesso Ad di Finmeccanica, dai treni alle tecnologie della difesa

La nomina dell’attuale Ad delle Ferrovie dello Stato allo stesso ufficio di Finmeccanica mostra la debolezza del sistema italiano in cui la partecipazione dello Stato spinge carriere politiche e non manageriali pure. Meritocrazia? Una forma di lealtà al partito politico di riferimento (quello che ce l’ha più duro: il nucleo di potere…)…

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Roma – Mauro Moretti, attuale Ad di Ferrovie dello Stato, è il nuovo “promesso” Amministratore Delegato di Finmeccanica, dove sostituirà l’attuale Alessandro Pansa.

Romagnolo di Rimini, 61 anni, Moretti ha una lunga carriera politica alle spalle nella Cgil e nelle Ferrovie, dove è stato portato alla guida da Romano Prodi nel 2006. Laureato in Ingegneria Elettrotecnica all’Università di Bologna, nel 1977 è stato membro della segreteria della Filt-Cgil e poi segretario della confederazione del settore trasporti del sindacato di Corso d’Italia dal 1986 al 1991.

Moretti ha rivendicato più volte i risultati ottenuti alla guida del Gruppo Ferrovie dello Stato e in occasione della presentazione dell’ultimo piano industriale ha sottolineato che FS ha registrato “il settimo utile in bilancio consecutivo, vicino ai 500 milioni nel 2013, in crescita rispetto ai 381 milioni del 2012“. Naturalmente non l’ha raccontata tutta, visto che il risanamento dei conti fa il paio con zone del Paese in cui il servizio ferroviario è a livelli da Secondo Mondo (oggi cerchiamo di essere buoni…siamo nella Settimana Santa…), perché sono venuti meno gli investimenti alla base per una riqualificazione della rete, premessa per uno sviluppo dell’utilizzo dei servizi. I maligni dicono che questo sia avvenuto per favorire le linee di trasporto privato che operano in regime di concessione. In realtà i privati prendono lo spazio che lo Stato inefficiente e clientelare offre.

Però certo in tempi di vacche magre, far quadrare i conti non è cosa da poco e nei piani delle Ferrovie è previsto un quadriennio radioso – dal 2014 al 2017 – con fatturato in crescita “al ritmo annuo del 3,5%, per arrivare nel 2017 a 9,5 miliardi“. Secondo Moretti le Ferrovie sono pronte anche alla quotazione in Borsa e l’intenzione di far sbarcare le Fs a Piazza Affari è stata confermata di recente anche dal ministro dell’economia, Pier Carlo Padoan.

La carriera di Moretti in Ferrovie, è stata scandita anche da qualche polemica. Ultima in ordine di tempo quella che ha visto il manager scagliarsi con decisione contro il tetto agli stipendi dei dirigenti di società pubbliche ipotizzato dal governo. “Prendo la metà del mio predecessore che ha lasciato due miliardi di perdite mentre io le Ferrovie le ho riportate in utile: 450 milioni di utile“, ha tuonato Moretti, chiarendo che “lo Stato può fare quello che desidera, ma sconterà che una buona parte di manager andrà via“.

Se alcuni manager preferiscono il privato ce ne faremo una ragione“, era stata la risposta di Matteo Renzi. Ma evidentemente il premier ha cambiato idea e Moretti sbarca alla guida del primo gruppo industriale italiano nel settore dell’alta tecnologia è tra primi al mondo nell’aerospazio e della difesa. Con un emolumento che non sarà ridotto e di questo Renzi sembra essersene fatto una ragione. Moretti contro Renzi 2-0.

(Credit: AGI)