Napolitano ha firmato il ‘Decreto Irpef’. Palazzo Chigi: “Nessuna nuova tassa”

L’ok del Colle al provvedimento, che contiene il bonus da 80 euro, dopo lo “scambio di opinioni” tra il presidente della Repubblica e il ministro dell’Economia Padoan. Dl Irpef: bonus 640 euro nel 2014, poi strutturale in legge stabilità. Inversione di tendenza, ma il “renzismo” è l’ultima spiaggia della partitocrazia italiana (non dell’Italia)

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Roma – Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha firmato il decreto per ‘misure urgenti per la competitività e la giustizia sociale‘ che contiene il bonus da 80 euro. Una misura questa su cui fonti di Palazzo Chigi chiariscono: “non è finanziata dalle rendite ma dai tagli alla spesa, non c’è alcun collegamento tra rendita finanziaria e bonus 80 euro“.

Rispetto alle polemiche sulla tassazione dei conti correnti, da Palazzo Chigi si sottolinea che “non spunta nessuna nuova tassa, né ovviamente alcun prelievo sui conti correnti, ma il semplice adeguamento previsto dall’annuncio del 12 marzo. Stiamo semplicemente facendo ciò che abbiamo annunciato“.

Le rendite finanziarie sono oggi tassate al 20%. Con la misura del decreto legge il governo ha abbassato l’Irap alle aziende del 10%, misura di grande rilievo pratico e simbolico – ricordano le stesse fonti – Diminuire il costo del lavoro è infatti strategico ovunque, in particolare modo in Italia“.

Per finanziare questa operazione il governo ha deciso, come annunciato lo scorso 12 marzo, di alzare dal 20 al 26% la tassazione sulle rendite finanziarie. L’obiettivo è noto: portare nella media Europea la tassazione sulla rendita finanziaria e abbassare quella sul lavoro“. Palazzo Chigi, quindi, precisa che “non spunta nessuna nuova tassa” e anche che “non c’è alcun collegamento tra rendita finanziaria e bonus 80 euro“.

Prima dell’ok del Colle, Napolitano ha ricevuto in tarda mattinata al Quirinale il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan per avere ulteriori chiarimenti e per “uno scambio di opinioni” sul provvedimento.

CRITICHE AL DECRETO IRPEF – Critico sul provvedimento che, tra l’altro, prevede risparmi per 700 mln di euro per le Regioni, il presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani, che, al termine della riunione dei governatori, ha chiesto un incontro al governo e alla presidenza del Consiglio per fare un lavoro sulla riduzione di una serie di costi nei beni e nei servizi usando il principio dei costi standard”. Riferendosi alla ripartizione dei risparmi richiesti a Stato, Regioni ed enti locali, Errani ha osservato: “La ripartizione non è equilibrata perché il peso di Stato, Regioni ed enti locali non è lo stesso. Su questo discuteremo e chiederemo modifiche“.

Anche Silvio Berlusconi va all’attacco. Con la firma del Quirinale sul dl Irpef Renzi “ha portato a casa una mancia“, ha detto il leader di Forza Italia. Che aggiunge: “Per dare 80 euro Renzi deve trovare dei soldi, sono 830 milioni di euro al mese. Per trovarli ha mantenuto la tassa sulla casa e il prossimo anno gli italiani pagheranno 32 miliardi. Renzi con una mano darà 80 euro ma per tutti gli altri sparisce la tredicesima“.

Renzi si è presentato come un innovatore, ma poi” ha detto il leader di Forza Italia “nel teatrino della politica si è trasformato in un simpatico tassatore“, ha concluso Berlusconi, tornato ospite della trasmissione ‘Porta a Porta‘ condotta da Bruno Vespa su Rai1 dopo 14 mesi.

Gli 80 euro in più ad alcune categorie di salariati non saranno risolutivi, ma certo sono una inversione di tendenza e potrebbero favorire un moderato aumento dei consumi. Purtroppo i tempi di realizzazione sono tali da fare sospettare una manovra pre-elettorale, in una situazione di oggettivo dominio del Partito Democratico sulla politica italiana nonostante il risultato delle elezioni del 2013 non abbia dato visto il PD vittorioso e in grado di governare da solo.

Il “ciclone Renzi” – e le promesse-programma di Renzi – è percepito come “ultima spiaggia” della politica italiana, ma è solo l’ultima spiaggia della partitocrazia tricolore, corresponsabile in toto – con poche eccezioni – dello sfascio italiano, dalle periferie dei consigli comunali a certe castronerie costituzionali udite negli ultimi tempi.

(Credit: Adnkronos)