Canonizzazione Roncalli & Wojtyla: attenti a quei Quattro, testimoni e protagonisti della Storia

Giornata storica per la Chiesa cattolica, la Santa Sede, la Cristianità e perfino per la comunicazione. Mai prima d’ora si era registrata una comunione così intensa e profonda tra vecchio e nuovo, tra tradizione e innovazione. Due Papi canonizzeranno due loro predecessori e maestri e l’intera cerimonia sarà irradiata in 3D in mondovisione

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Segniamoci questa data, 27 Aprile 2014. Potremo dire “io c’ero” e mai come in questa occasione potremo farlo anche se non presenti fisicamente in piazza San Pietro: ci basterà avere un televisore abilitato alla ricezione in 3D ovvero recarci in un cinema che ha aderito alla trasmissione in mondovisione di un evento straordinario, per sentirci in mezzo a quella straordinaria piazza contornata dal Colonnato del Bernini.

Straordinario perché per la prima volta nella storia della Chiesa, due pontefici che si sono succeduti l’un l’altro, innalzeranno all’onore degli altari altri due pontefici, non solo loro predecessori in senso cronologico, quanto sul piano della conduzione della Chiesa.

Giovanni XXIII doveva essere un Papa di transizione, per la sua veneranda età: invece scombussolò i piani, introducendo una cesura con il pontificato precedente di Pio XII e l’algida diplomazia tra stati lasciò il passo alla tenerezza, alla vicinanza, alla dolcezza espressa da un Pontefice, ma anche alla grandezza di un Concilio che era difficile prevedere.

Giovanni Paolo II era un outsider, già inserito tra i papabili dopo la scomparsa di Paolo VI, poi superato dal consenso attorno ad Albino Luciani. Ma lo Spirito Santo – che è Grande Elettore per antonomasia, oltre che sceneggiatore fantasioso della vita umana – riconvocò tutti i cardinali dopo poco più di un mese. Sicché il papa “venuto di lontano” fu chiamato ad assumere su di sé il compito più gravoso: sbarrare la strada al materialismo storico comunista, primo non italiano dopo quattro secoli. In questo ebbe una spalla, un autore discreto di Hollywood, assurto sul trono laico e regale a tempo di presidente degli Stati Uniti d’America. Ricordo che avevo 12 anni, quando in televisione annunciarono l’elezione di un cardinale polacco dal nome ancora impronunciabile. Andai di corsa nella parrocchia di fronte casa, per dirlo al mio parroco, padre Ruggeri, un cappuccino tutto d’un pezzo dai modi sbrigativi e militari, ma dal cuore d’oro. “Hanno fatto il Papa”, gridai trafelato, “viene dalla Polonia”. Ricordo nitidamente il sorriso ampio senza parole, accompagnato da un segno della croce: come dire, “ora vedrete che succede”. Successe l’imprevedibile.

Benedetto XVI, strettissimo collaboratore di Wojtyla, ne fu braccio teologico e dottrinale, nascosto operaio della vigna del Signore, oppositore di ogni relativismo da cardinale, instancabile elaboratore di spinte propulsive su piani più umani e – ahinoi – diabolici anche all’interno della Chiesa da Pontefice. Infine, “rivoluzionario”, con quella rinuncia prevista dal diritto canonico solo come fattispecie impossibile, ma resa indispensabile da una quotidianità nuova, che richiedeva energie salde per condurre la Chiesa fuori dai marosi della storia e dalle vergogne in cui l’hanno condotta alcuni figli corrotti dalle immonde pratiche diaboliche. Un messaggio universale di esaltazione della limitatezza umana, come a volere ricordare a tutti i sedicenti potenti che davvero “i cimiteri sono pieni di persone che si ritenevano indispensabili”.

E ancora, Francesco, un nome assunto come programma del pontificato. Rivoluzionario ogni giorno, seppure nel solco di una continuità incrementale che parte da quella carezza di Papa Giovanni XXIII inviata ai bambini dalla finestra dello studio papale nel Palazzo Apostolico, a quel “è una vergogna” di fronte alle centinaia di morti nel Canale di Sicilia, alla ricerca di una vita migliore per se e i propri figli, un sogno colato a picco in un giorno di ottobre; passando per “se mi sbaglio mi corriggerete” o “John Paul Two, he loves you” ritmato ai fedeli americani; e per la chiarezza senza orpelli del “Discorso di Ratisbona”, sì sì, no, no: chi si riempie la bocca di Dio non può chiedere la soppressione della vita altrui. Punto e a capo.

Quattro straordinari testimoni e interpreti della Storia della Chiesa che ci accompagneranno per mano in questa giornata storica, in cui la congiunzione di tradizione e valori cristiani sarà esaltata dal progresso tecnico, grazie al quale potremo di vivere e seguire ogni momento della liturgia come se fossimo accanto al sagrato della Basilica di San Pietro, nonostante la distanza di migliaia di chilometri.

Abbattendo la barriera dello spazio, la canonizzazione in mondovisione e con la tecnologia 3D avvicinerà tutti noi alle migliaia di persone che mentre scrivo questa breve nota attraversano l’estemporanea Notte Bianca della Doppia Santità” in onore di Angelo Roncalli e Karol Waojtyla, unendo idealmente Roma con Cracovia e Sotto il Monte, ma anche con i luoghi in cui la gente sosta in preghiera e rivolge ai due Santi – sul rettilineo del traguardo di una umana rappresentazione della realtà santa – ogni genere di richiesta. Migliaia di preghiere di intercessione si incroceranno su quel Sagrato fra poche ore; migliaia sono già partite all’indirizzo di due persone che sono state sante nella loro vita terrena e tra poco incontreranno la “certificazione” umana.

Anche io ho chiesto al papa più sportivo della Storia della Chiesa un’intercessione – lo affermo pubblicamente senza timore alcuno – a favore di un signore che ha emozionato gli appassionati di motori negli ultimi 25 anni e che da quattro mesi se ne va a spasso con il suo spirito a cercare la verità.

Una richiesta puerile, bambinesca? No, una richiesta utilitaristica e interessata, perché penso che questo giovanotto di 45 anni possa dare un contributo alla causa cristiana con la sua testimonianza di fede: in fondo sarebbe la continuazione di un’attività attività cui è abituato – il marketing – con altri mezzi meno tangibili. Spesso i dubbiosi come San Tommaso hanno infatti bisogno di toccare con mano la concretezza della Fede.

Occhio, quindi, alla Santa Banda dei Quattro, interpreti di una pagina straordinaria della Storia e della vita della Chiesa cattolica, che hanno cambiato ogni giorno della loro esistenza.

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