Napolitano: ‘Mai informati di pressioni’. Berlusconi replica: ‘Le dimissioni non furono libere’

Dopo le rivelazioni di Timothy Geithner, nel suo libro “Stress Test”, circa le indebite pressioni sull’Italia per disfarsi del Governo Berlusconi, Napolitano affida a una nota la risposta. Tardiva e volutamente neutrale. Il leader di Forza Italia comunque è realista: nel 2018 non sarò io leader

Silvio Berlusconi

Sulle polemiche sollevatesi dopo le dell’ex Segretario al Tesoro Usa, Timothy Geithner, circa il complotto che nel 2011 sarebbe stato ordito ai danni del governo guidato da Berlusconi, è intervenuto ieri il presidente della Repubblica con una nota.

Sulle vicende che condussero alle dimissioni dell’on. Berlusconi nel novembre del 2011, e dunque alla crisi del governo da lui presieduto e alla nascita del governo Monti”, si legge nella nota del Quirinale, “il Presidente della Repubblica – dopo averne già dato conto via via nel corso degli sviluppi della crisi – fornì un’ampia ed esaustiva ricostruzione e valutazione nel discorso tenuto il 20 dicembre 2011 in occasione della Cerimonia di scambio degli auguri con i rappresentanti delle istituzioni e delle forze politiche”. Discorso in cui, sostiene Napolitano, si possono ritrovare “tutte le motivazioni relative a fatti politici interni e a problemi di fondo del paese come quelli della crisi finanziaria ed economica che l’Italia stava attraversando nel contesto europeo”.

Il presidente della Repubblica, Giorgio NapolitanoTuttavia il capo dello Stato nella nota precisa che “gli episodi “rivelati” (le virgolette sono apposte dal Quirinale, ndr) dall’ex Segretario di Stato al Tesoro degli Stati Uniti e da altri sono relativi a riunioni, tenutesi nell’autunno del 2011, di consessi europei e internazionali cui il Presidente della Repubblica italiana – al pari degli altri Capi di Stato non dotati di poteri esecutivi – non aveva titolo a partecipare e non partecipò: e dunque nulla può dire al riguardo”. Non c’era e se ci fosse stato non ne avrebbe potuto parlare perché non ne avrebbe avuto titolo.

Il presidente della Repubblica però tiene a sottolineare che “a proposito di quanto, per qualche aspetto, era trapelato pubblicamente, il Presidente della Repubblica stigmatizzò, il 25 ottobre 2011, “le inopportune e sgradevoli espressioni pubbliche (a margine di incontri istituzionali tra capi di governo) di scarsa fiducia negli impegni assunti dall’Italia”. Null’altro di pressioni e coartazioni subite dal Presidente del Consiglio nei momenti e nei luoghi di recente evocati fu mai portato a conoscenza del Capo dello Stato”. Il riferimento è ai sorrisi tra il nano di Parigi – al secolo Nicolas Sarkozy – e la matrona di Berlino – al secolo Angela Merkel, al G20 di Cannes del 3 e 4 novembre 2011, che dileggiarono Berlusconi (e quindi l’Italia tutta: anche chi non votava Berlusconi come chi scrive).

In conclusione, il Giorgio Napolitano ricorda che Berlusconi presentò “dimissioni liberamente e responsabilmente” il 12 novembre 2011 e che “non vennero motivate se non in riferimento, in entrambe le circostanze, a eventi politico-parlamentari italiani”.

Intervenuto ieri sera in un comizio a Roma, Berlusconi ha notato che “una notizia del genere avrebbe dovuto trovare spazio in prima pagina nei nostri quotidiani”.

Sulla nota del Quirinale, in modo molto attenuato rispetto a quello che dovrebbe – in uno scenario di inaudita gravità – Silvio Berlusconi èintervenuto sul ‘caso Geithner‘ dopo la precisazione del Quirinale. Lo fa in modo limitato, per non incorrere nella reazione del Tribunale di Sorveglianza di Milano che potrebbe revocargli la misura dell’affidamento ai servizi sociali e mandarlo agli arresti domiciliari, non a San Vittore come dice il cavaliere de-cavalierizzato. Le dimissioni, ricorda Berlusconi, “sono state responsabili, ma non certo libere“. “Napolitano non ha sbugiardato me. Ho chiesto solo cosa fosse successo in occasione del G20. Ci sono dei fatti enormi che necessitano una commissione d’inchiesta“, rileva il leader di Forza Italia.

Sugli scenari futuri però Berlusconi è realista sul proprio ruolo. Per la corsa a Palazzo Chigi nel 2018 è chiaro. “Con assoluta certezza, posso dire che non sarò io“, afferma, ma non è detto che non ci sia in corsa un Berlusconi, se le voci di una discesa (o salita, fate vobis…) in campo della figlia Marina si dovessero concretare in decisioni politiche. Non sarebbe uno scandalo, le “dinastie” politiche in Occidente sono più trasparenti di quelle in auge in Oriente: perché vengono ratificate dal voto popolare. Quel voto popolare mortificato dal complotto di cui ha dato contezza Timothy Geithner. Che lo si voglia capire o meno, che lo si voglia ammettere o meno. 

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2 pensieri riguardo “Napolitano: ‘Mai informati di pressioni’. Berlusconi replica: ‘Le dimissioni non furono libere’

  • 15/05/2014 in 19:02:32
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    Scusatemi,
    (non desidero che mi si pubblichi necessariamente il commento però vorrei che qualcuno di buona volontà e più mezzi lo sviluppasse ulteriormente)
    per ogni cosa che fa B., io sento puzza di bruciato. Ho pensato che, se con l’esborso equivalente alla paghetta che da settimanalmente alla ex moglie si è potuto comprare un testimone (Mills), figuriamoci se non ha qualche migliaio di banconote da 100-200 euro da donare a qualcuno (in alto ovviamente) per fargli scrivere sotto dettatura qualsiasi cosa (anche una pubblicazione del libro in Italia a gratis andrebbe bene)
    Stamattina mi sono fatto un giro su internet per cercare chi fosse l’editore del libro “Stress Test” di Timothy Geithner e sono arrivato a questo sito http://www.randomhouse.com/.
    Su wikipedia a questo indirizzo http://it.wikipedia.org/wiki/R… ho notato che esiste la Random House Mondadori S. A. (Grupo Editorial Random House Mondadori) che è una joint venture tra Random House e la casa editrice Mondadori (Mondadori e Random House vi partecipano al 50%) …
    Per me è più che sufficiente per pensare che l’ennesimo attentato alla reputazione dell’Italia (mi ricordo a volo il Nigergate ai tempi di Saddam) è stato ordito sempre dallo stesso personaggio.
    Starò pensando a male?

    • 15/05/2014 in 22:28:50
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      Carissimo, qui pubblichiamo tutto: tranne le offese, le minacce, le osservazioni razziste. Detto questo, la sua opinione è rispettabilissima, ma c’è un vulnus nel suo discorso. Lei sa che cos’è Random House? Da quanti anni opera? Quali focus segue? Approfondisca e comprenderà che Rando House se ne impipa di Berlusconi in quanto Silvio. Semmai gli interessa più l’Italia e come si muove sullo scacchiere internazionale l’Italia e quale ruolo (di primaria importanza) gioca sullo scacchiere europeo.

      Per rispondere alla sua domanda (e con l’ennesima precisazione: personalmente non voto Berlusconi), per quanto mi riguarda ha pensato male.
      Grazie per seguirci e continui a farlo e a proporre le sue riflessioni, stimolanti e interessanti.

      Vincenzo Scichilone

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