Rosario Crocetta, uno, qualcuno e centomila

Il presidente della Sicilia è uomo dalle mille risorse, sa fare mille cose e manifesta uno spiccato senso della scena. I soliti maligni sospettano che sia tutto calcolato, visto che tra poco sarà disoccupato come politico, almeno potrà trovare sfogo al suo talento artistico. Ieri a Gela, nella serata in onore della candidata al Parlamento Europeo – Michela Stancheris, diversamente siciliana made in Bérghem – ha fatto pure il DJ, in tema con lo spirito del tempo: “cambiare musica” …

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Ci sono personalità politiche che si distinguono per il senso dell’opportunità e ci sono altri che colgono ogni opportunità per cogliere il senso del tempo. Uno di questi è Rosario Crocetta, presidente amatissimo della Regione Sicilia: amatissimo si fa per dire, visto che il suo governo – dicono i detrattori – è uno dei peggiori della storia autonomista dell’isola. Per alcuni – come Pierangelo Buttafuoco – meglio i governi Cuffaro e Lombardo.

Non sappiamo se l’esecutivo “Crocetta/bis” arrivi a tanto, abbiamo le scuole troppo basse. Quel che sappiamo, sempre perché abbiamo le scuole basse, è che in certi momenti la sobrietà dei comportamenti dovrebbe essere lo spirito cui conformare ogni manifestazione pubblica, para-pubblica, poco più che privata. Se c’è una regione in crisi nera, con nefasti scenari in prospettiva, forse è più opportuno rifiutare l’invito di giovani e fattivi supporter a partecipare a una serata danzante con la candidata alle europee.

Ma non per Rosario Crocetta, che è spumeggiante in ogni manifestazione, ci sia da sfanculare un docente universitario stimato a tutto campo come Giovanni Fiandaca (manca poco perché sia indicato come il vero capo della “disonorata società”…); ovvero ci sia da proporre alla gente – alla “propria gggente” – la persona scelta per rappresentare la Sicilia a Bruxelles.

Ieri notte il presidente della Sicilia ha trovato adatto allo spirito del tempo la sua partecipazione a una serata danzante e ridente in un noto locale di Gela, con al seguito la candidata Stancheris Michela, di Bergamo (provincia di Gela, ça-va-sans-dire: Gela è il centro del mondo…), oltre a una lunga schiera di vassalli, valvassori, valvassini e anche qualche paraculo (politicamente parlando e declinato al neutro: ché quella del “paraculo” è una categoria dello spirito che prescinde dal genere): a ciascuno la sua griglia con scelta delle caselle.

Così, il presidente eclettico, l’uomo di cultura, alla parte del cuoco, di cultore dell’ambiente e di barman, ora può affiancare anche l’esperienza di DJ, come certifica foto su FB pubblicata da uno dei fan. Sennonché, i soliti “nemici del popolo“, come da prassi dalla Narodnaja Volja in poi, malignano: “bene fa, fra un po’ sarà un disoccupato politico. Prendi l’arte e mettila da parte“. Considerato l’ultimatum postogli dai sindacati – due settimane per indicare la via per risolvere i problemi, poi sarà sciopero generale in Sicilia – uno scenario non certo onirico: da incubo a potenziale liberazione.

La Sicilia è infatti in ginocchio, anche se occorre dire per onestà intellettuale che tale situazione non è colpa solo di Crocetta, al quale semmai si potrebbe rimproverare una certa attenzione iniziale per l’occupazione delle caselle del vero potere – che in una società arretrata (per certi versi, avanzatissima per altri) più che nel governo risiede nel sottogoverno – ossia la nomina di aficionados della prima e dell’ultima ora in posti chiave. Per la soluzione degli annosi problemi dell’isola ci sarebbe stato tempo, se ce ne fosse a sufficienza. Perché il problema della Sicilia è il tempo, più che il “thraffico”.

Compito per cui, semplicemente, a Crocetta mancano i fondamentali: fosse riuscito, sarebbe la prova della potenza di un autodidatta.

Nell’arte, invece, essere autodidatti è possibile. Così, dalla poesia al teatro, dai salmi Sufi alla musica tecno, per Crocetta ci sarebbe un ampio margine di scelta, dicono sempre i maligni, nemici del popolo, sabotatori di professione, elementi controrivoluzionari e via sciorinando, secondo un metodo conosciuto da chi bazzica la storia delle false rivoluzioni dal 14 luglio 1789 in poi. Leninisticamente parlando, intendo.

Il banco del DJ ha un’incredibile carica simbolica per un motivo fondamentale: tornando all’ultimatum dei sindacati siciliani (due-settimane-due), visto la crisi irrisolta che sta per esplodere, la “Triplice” è del parere di indicare al presidente Crocetta e ai partiti siciliani il verbo, la tabula, la direzione: “cambiare musica, resettare la banda (musical-politica, s’intende)”. Con un incremento del tasso di disoccupazione politica.

Gela avrà perso la grande occasione e se ne parlerà almeno nel 2137 vedere un altro cittadino della città assurgere a ruoli politici di prestigio: giusto il tempo di intervenire con idonee terapie a base di ingegneria genetica. Ma soprattutto avrà perso la grande occasione la Sicilia, una terra che ha tutto per fare tutto, ma che non manca di niente perché nulla si muova.

Sicché, con l’occasione, si potrebbe proporre al Grande Timoniere Fiorentino – Matteo Ze Ponte Vecchio – l’idea di azzerare tutti gli Statuti autonomistici e rendere le Regioni uguali tra loro, ma anche quella di commissariare la Sicilia e di affidarla a un colonnello dei Carabinieri per almeno 5 anni (ideale sarebbe dieci, ma voglio essere moderato e fiducioso nelle capacità di risurrezione dell’isola amatissima e fonte di gastrite).

Giusto il tempo di fare pulizia con la forza di uno, qualcuno e centomila uomini di buona volontà.

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